Donne e Uomini della Resistenza/Cipriano Facchinetti
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Cipriano Facchinetti
Nato a Campobasso il 13 gennaio 1889, deceduto a Roma il 17 febbraio 1952, giornalista, uomo politico repubblicano.
Lombardo di origine, giovanissimo militante del Partito repubblicano, Facchinetti fu redattore, nei primi anni del Novecento, de Il Secolo di Milano e direttore di Il cacciatore delle Alpi di Varese. Nel 1912, accorse volontario garibaldino in Grecia. Interventista e combattente nella Prima guerra mondiale, nel 1917 fu gravemente ferito agli occhi sul Carso e, rimasto quasi cieco, fu decorato di Medaglia d'argento al valor militare. Nel dopoguerra Facchinetti fondò, con Leonida Bissolati, la "Lega italiana per la società delle nazioni" e fu direttore, a Milano, dell' Italia del popolo , voluto in opposizione al mussoliniano Popolo d'Italia . Nelle elezioni del 6 aprile 1924 fu eletto deputato per il collegio di Trieste e fu tra i parlamentari che, nel novembre, parteciparono, per protestare contro Mussolini, alla "secessione dell'Aventino". Tra i deputati dichiarati decaduti dal fascismo, Facchinetti continuò ad essere perseguitato. Arrestato e poi rilasciato per disposizione del ministero fascista degli Interni, Facchinetti riuscì a espatriare in Francia. A Parigi fu eletto, con Mario Angeloni, segretario del PRI, che veniva diretto dall'estero. Quando, nella Seconda guerra mondiale, i tedeschi occuparono la Francia, il governo di Vichy si affrettò a consegnare il repubblicano fuoriuscito alla polizia italiana. Facchinetti, processato dal Tribunale speciale, fu condannato a 30 anni di carcere. Fu liberato alla caduta di Mussolini e, dopo l'annuncio dell'armistizio, riparò in Svizzera. Tornato a Roma nel novembre del 1944, dopo la Liberazione Facchinetti fu membro della Consulta nazionale in rappresentanza del Partito d'Azione. Allo scioglimento di questa formazione politica, aderì al partito che aveva diretto da esule in Francia. Deputato alla Costituente, senatore di diritto nella prima Legislatura della Repubblica e rieletto nelle legislature che la seguirono, Facchinetti fu chiamato da Alcide De Gasperi a far parte del suo secondo Gabinetto come ministro della Difesa (allora della Guerra). Fu lui che propose l'adozione di quello di Mameli come inno nazionale. Lo stesso incarico ministeriale Facchinetti lo ebbe, dal maggio 1947 al maggio 1948, nel quarto Governo De Gasperi, che lo sostituì con Randolfo Pacciardi . Dal 1945 al 1949 Facchinetti è stato presidente della Federazione nazionale della stampa e, in seguito, presidente del Consiglio di amministrazione dell'agenzia giornalistica ANSA . È stato anche presidente onorario dell'aeroporto della Malpensa. Dopo la sua morte Cipriano Facchinetti è stato inumato nella tomba di famiglia a Busto Arsizio. Una targa lo ricorda sulla casa che aveva abitato a Roma. Strade gli sono state intitolate a Roma, a Campobasso, a Milano, a Castellanza. Porta il nome dell'uomo politico repubblicano, anche l'Istituto Statale di Istruzione Superiore di Varese.
Fonte del testo: ANPI - Associazione Nazionale Partigiani d'Italia