Donne e Uomini della Resistenza/Cesare Salvestroni
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Cesare Salvestroni
Nato a Pisa il 1 maggio 1897, deceduto a Ebensee (Austria) il 2 marzo 1945. Antifascista, ricercatore universitario, responsabile militare del CLN di Pisa.
Sottotenente nel Genio Guastatori durante il Primo conflitto mondiale, Salvestroni dopo la disfatta di Caporetto, prigioniero degli austriaci, è recluso a Mauthausen dall’ottobre 1917 al novembre 1918. Decorato con Croce al Merito di guerra, si laurea in medicina veterinaria e diviene assistente di ruolo della cattedra di Zootecnia all’Università di Pisa, ma il rifiuto della tessera del PNF lo costringe ad abbandonare l’insegnamento.
Già canottiere e poi portiere nella squadra di calcio del Pisa S.C., Cesare è anche un abile tiratore e in questa veste, nel 1929, fa parte della Nazionale “azzurra” di tiro a segno a Stoccolma, dove gareggia nella specialità pistola libera.
Simpatizza col movimento di Giustizia e Libertà, contribuisce alla nascita del Partito d’Azione pisano nel fronte antifascista clandestino e dopo l’8 settembre organizza la Resistenza armata nella sua città. Arrestato la prima volta nell’ottobre ’43, è rinchiuso nel carcere di San Matteo e rilasciato dopo dieci giorni. Riprende l’attività cospirativa e, con la costituzione del CNL provinciale, entra nella Giunta militare. L’11 maggio 1944 una pattuglia della Feldgendarmerie del comando tedesco di Firenze è a Pisa per catturarlo. Salvestroni è arrestato nuovamente e condotto nel carcere fiorentino delle Murate.Tradotto al campo di concentramento di Fossoli, viene destinato al lager di Mauthausen e poi trasferito al sottocampo di Ebensee.
Tra i tanti riconoscimenti alla memoria, Cesare Salvestroni ha ottenuto due Croci al Merito per la Seconda guerra mondiale; nel 1946 il Comune di Pisa gli ha attribuito una Medaglia d’Oro con l’Attestato di Cittadino Benemerito e nel ’71 gli ha intitolato una via cittadina; l’Università in cui aveva prestato opera di ricercatore, nel 1984, ha inciso il suo nome in una lapide commemorativa, posta in aula magna, in onore dei docenti e degli studenti caduti.
Fonte del testo: ANPI - Associazione Nazionale Partigiani d'Italia