Donne e Uomini della Resistenza/Carlo Chiappa

Carlo Chiappa

Nato a Sedriano (Milano) il 20 agosto 1915, deceduto ad Abbiategrasso (Milano) il 3 gennaio 1986, operaio.

Rimasto orfano di padre a soli due anni, a undici dovette lasciare la scuola per lavorare come aiuto muratore. Nel 1936 svolse a Piacenza il servizio di leva e, quando fu congedato, trovò un posto come manovale all'Isotta Fraschini. All'entrata dell'Italia nel secondo conflitto mondiale, Chiappa fu richiamato; dopo quattro mesi sul Fronte francese, congedato per motivi di salute, il giovane, tornato a casa, riuscì a farsi assumere alla Borletti di Milano. L'adesione al Partito comunista segnò da allora la sua vita. Nel maggio del 1943 Chiappa è alla testa delle lotte alla Borletti. Nel giugno è arrestato e finisce a San Vittore. Con la destituzione di Mussolini, il ritorno alla libertà significa per Chiappa l'impegno totale. In novembre dà vita, alla Borletti di Vittuone, alla prima Squadra di Azione Patriottica e poco dopo, per incarico del suo partito, organizza la Resistenza nell'intero settore a ovest di Milano (il "blocco D"), che vedrà in azione la 168a, la 169a e la 170a Brigata, che opereranno dalle porte di Milano fino ad Abbiategrasso e Magenta e che formeranno, appunto, la Divisione "Magenta", di cui l'operaio della Borletti (col nome di battaglia di "Abele"), sarà il commissario politico. Sarà Chiappa, nei giorni della Liberazione (con i tedeschi e gli uomini della X MAS in ritirata che occupano la città), che riuscirà ad evitare, con Riccardo Lombardi , che gli aerei degli Alleati bombardino Abbiategrasso. Nel dopoguerra Carlo Chiappa, ripreso il suo lavoro alla Borletti, è stato per anni responsabile dell'organizzazione comunista della fabbrica e per un decennio, fino al 1972, membro della locale Commissione interna.