Donne e Uomini della Resistenza/Bruno Pasino
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Bruno Pasino
Nato a Solero (Alessandria) il 10 maggio 1916, ucciso dai tedeschi a Casalbagliano (Alessandria) il 30 gennaio 1945, studente, Medaglia d'oro al valor militare alla memoria.
Frequentava l'ultimo anno di Scienze politiche all'Università di Torino quando, nel 1940, fu chiamato alle armi. Col grado di sottotenente, Pasino fu mobilitato prima sul Fronte occidentale e poi su quello greco-albanese. Rimpatriato, il giovane dopo l'8 settembre 1943 prese parte alla Guerra di liberazione nelle file della Resistenza alessandrina con il nome di battaglia di "Amilcare". Al comando della 3° Brigata della VIII Divisione "Giustizia e Libertà", il giovane combatté valorosamente nella valle del Tanaro. Nel corso di un'azione di guerriglia, "Amilcare" fu catturato dai tedeschi nel suo paese natale. Tradotto nel carcere di Alessandria, vi fu torturato per giorni, senza che i suoi aguzzini riuscissero a strappargli informazioni. Prelevato dalla prigione con i partigiani Giacomo Colonna, Osvaldo Caldano e Maurice Guichard, "Amilcare" fu trucidato in aperta campagna, nei dintorni di Casalbagliano, con i suoi compagni. La motivazione della MOVM alla memoria così ricorda il sacrificio di Bruno Pasino: "Dopo l'armistizio, con fedeltà e decisione, intraprendeva la lotta di Liberazione organizzando la resistenza nella valle del Tanaro e dando vita ad una Brigata di partigiani che comandava valorosamente. Comandava numerose azioni di guerriglia e di sabotaggio, particolarmente distinguendosi nell'insidiare il traffico stradale e ferroviario del tedesco fra Asti ed Alessandria. Caduto durante un'azione in mani nemiche, affrontava con fermo ed esemplare contegno venti giorni di interrogatori e di atroci torture nulla rivelando. Massacrato in un bosco, chiudeva da prode la vita spesa nel servizio degli ideali di libertà e di Patria". Dopo la Liberazione, l'Università di Torino ha conferito alla memoria di Bruno Pasino la laurea "ad honorem"; nel suo paese natale gli hanno intitolato una via.
Fonte del testo: ANPI - Associazione Nazionale Partigiani d'Italia