Donne e Uomini della Resistenza/Bruno Brandellero
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Bruno Brandellero
Nato a Valli del Pasubio (Vicenza) nel 1922, fucilato a Tretto (Vicenza) il 26 giugno 1944, operaio meccanico, Medaglia d'oro al valor militare alla memoria.
Nel 1942 era stato chiamato alle armi ed era stato impiegato come soldato della Sanità. All'annuncio dell'armistizio, lasciò l'ospedale di Monselice dove operava ed entrò nelle file di una formazione partigiana che avrebbe poi assunto il nome di "Martiri di Val Leogra". Brandellero (nome di battaglia Ciccio), si distinse in numerose, audaci azioni. Clamorosa quella del 3 giugno 1944, durante la quale il giovane partigiano riuscì a catturare un ammiraglio tedesco, che viaggiava con la sua scorta a bordo di un automezzo. Due settimane dopo, quando i tedeschi, appoggiati da formazioni ucraine, organizzarono un duro rastrellamento nella zona, Brandellero, come ricorda la motivazione della decorazione alla memoria, "... resisteva valorosamente in contrada Vallortigara al comando di tredici partigiani contro alcune centinaia di nemici, infliggendo gravi perdite. Incendiato il borgo, morti cinque dei suoi uomini, con generoso slancio balzava sparando contro il nemico, attirando su di sé l'attenzione e consentendo ai superstiti di disimpegnarsi. Ferito, catturato e duramente seviziato, manteneva contegno fiero ed esemplare e, al fine di indurre il tedesco a non esercitare ulteriori rappresaglie sulla popolazione, affermava di aver costretto, armi in pugno, i civili a dare ricovero ai partigiani. Portato pressoché morente davanti al plotone di esecuzione, trovava ancora la forza di inneggiare alla Patria italiana". Numerosi Comuni del Vicentino, tra cui Torrebelvicino, Caldogno, Schio, Valli del Pasubio, hanno intitolato strade al giovane partigiano.
Fonte del testo: ANPI - Associazione Nazionale Partigiani d'Italia