Donne e Uomini della Resistenza/Bernardino Roberto
Questo testo è incompleto. |
Bernardino Roberto
Nato a Milano il 14 luglio 1886, deceduto a Milano il 2 settembre 1966, commesso viaggiatore.
Cresciuto nell'orfanotrofio milanese dei "Martinitt", negli anni precedenti la Prima guerra mondiale Roberto fu attivo nella corrente massimalista del PSI. La lasciò per schierarsi con gli "interventisti" milanesi del Partito repubblicano e, coerentemente, all'inizio del conflitto partì volontario. Gravemente ferito nell'ottobre del 1915, dopo la ritirata di Caporetto fu tra gli organizzatori di un "Comitato d'azione" per l'aiuto ai mutilati e invalidi di guerra e alle famiglie dei combattenti al fronte. Lo stesso "Comitato" fu poi promotore della "Lega Italiana per la Società delle Nazioni". Nell'immediato dopoguerra, l'ex "martinitt" divenne redattore del Popolo d'Italia , che lasciò dopo uno scontro con Mussolini, di cui non condivideva le posizioni "nazionaliste" sul Trattato di pace. Rimasto senza mezzi di sostentamento, Roberto si mise a fare il commesso viaggiatore e quando, nel 1921, aderì al Partito repubblicano, fu mandato nella Marca trevigiana per organizzarvi la campagna elettorale del PRI. Dopo le elezioni Roberto restò a Treviso, lavorando per potenziarvi il movimento sindacale e cooperativo. Egli fu tra i pochi protagonisti della vana difesa delle "Sedi riunite" di Treviso - che ospitavano le organizzazioni economiche e sindacali del Partito repubblicano e del suo battagliero giornale La Riscossa - che furono saccheggiate da centinaia di squadristi. Dopo l'entrata in vigore delle Leggi eccezionali fasciste, Bernardino Roberto fu tra gli organizzatori di "Giustizia e Libertà". Nel 1930, arrestato e deferito al Tribunale speciale con altri quattro "GL", fu condannato a dieci anni di reclusione, ai quali seguì il confino a Ponza. Riacquistò la libertà soltanto dopo la caduta del fascismo e con l'8 settembre, bisognoso di cure, riparò in Svizzera. Poté rientrare a Milano soltanto il giorno della Liberazione e si impegnò subito nell'attività di propaganda per la costituzione della Repubblica. Poté vedere il suo sogno realizzarsi, ma le condizioni fisiche in continuo peggioramento, lo sottrassero poi all'impegno politico attivo.
Fonte del testo: ANPI - Associazione Nazionale Partigiani d'Italia