Donne e Uomini della Resistenza/Benvenuto Volpato
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Benvenuto Volpato
Nato a Brendola (Vicenza)il 23 aprile 1920, caduto ad Asiago (VI) il 12 aprile 1945, Medaglia d'argento al valor militare alla memoria.
La sua famiglia si era trasferita da Brendola a Marano Vicentino e di qui a Recoaro Terme, dove il padre di Volpato (Angelo), aveva trovato lavoro. Nell'aprile del 1944 Benvenuto entrò nella Resistenza e, grazie anche all'esperienza da lui maturata in guerra, gli fu affidato quasi subito il comando di una squadra di partigiani. Col nome di battaglia di "Armonica" (che aveva scelto per la sua passione per questo strumento musicale), Benvenuto Volpato fu protagonista con i suoi uomini di azioni clamorose come quando, con l'obiettivo di liberare quattro partigiani catturati dai tedeschi, assaltò la caserma dei Carabinieri di Recoaro, che il generale Kesselring aveva scelto come sede del suo Comando. Ancor più clamorosa l'azione condotta a Montecchio Maggiore, sede del Ministero della Marina, dove "Armonica" si distinse al fianco dei partigiani di Luigi Pierobon "Dante", di Alfredo Rigodanzo "Catone" e di Pietro Benetti "Pompeo" (che ne avrebbe poi scritto nel libro di memorie Figure della Resistenza). "Armonica" non poté coronare il suo sogno: esibirsi col suo strumento alle Fonti Centrali di Recoaro il giorno della Liberazione. L'11 aprile del 1945 aveva incontrato in contrada Vallortigara la missione alleata "Dardo" e aveva preso accordi per dare l'ultima spallata al nemico. La sera "Armonica" si era sistemato con i suoi partigiani in contrada Pianura. I patrioti, sorpresi dai nazifascisti in rastrellamento, si divisero: il grosso riuscì a salvarsi dirigendosi verso la montagna; Benvenuto Volpato, che per distogliere i tedeschi dall'inseguimento si era lanciato verso il basso, fu raggiunto dai proiettili dei nazisti al ventre e alle gambe. Per non cadere nelle loro mani, si uccise sparandosi un colpo di pistola alla tempia. Per ricordare il suo eroico concittadino, il Comune di Recoaro gli ha intitolato una strada.
Fonte del testo: ANPI - Associazione Nazionale Partigiani d'Italia