Donne e Uomini della Resistenza/Attilio Tonini
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Attilio Tonini
Nato a Castelfranco Emilia (Bologna) il 22 gennaio 1891, deceduto a Genova il 25 aprile 1972, ferroviere e dirigente comunista.
Figlio di contadini poveri, cominciò presto a lavorare come ragazzo di bottega. Giovane militante socialista, nel 1910 Tonini fu nominato segretario della Lega dei commessi bolognesi. Alcuni anni dopo trovò lavoro a Genova, nelle Ferrovie, e si stabilì a Busalla, dove fondò una Sezione socialista della quale fu, fino al 1921, il segretario. Delegato al Congresso di Livorno, passò al P.C.d.I., del quale divenne uno dei dirigenti liguri. Con l'approvazione, nel 1926, delle Leggi eccezionali fasciste, cominciò per Tonini (col nome di copertura di Berretta), l'attività antifascista clandestina. Nel gennaio del 1928 il ferroviere comunista fu arrestato e condannato a tre anni di reclusione. Riacquistata la libertà, ecco che, nel gennaio del 1931, Tonini espatria in Francia. Nell'aprile, al Congresso di Lione, è eletto membro del Comitato centrale del P.C.d.I. e responsabile della Sezione italiana del Soccorso Rosso. Rientrato in Italia, guida l'organizzazione clandestina milanese sino a che, nel luglio del '35, Berretta è di nuovo arrestato. Deferito con altri venti militanti al Tribunale speciale, Tonini è condannato a trent'anni. Mentre lui è in carcere, la moglie (Emilia Belviso), passa dalla Francia alla Spagna e trasmette da "Radio Barcellona", sotto il nome di Berettinaspeaker , sino alla caduta della Repubblica. Il crollo del fascismo consente a Tonini di riacquistare la libertà e di riprendere la lotta, come membro del Comitato federale genovese del P.C.I. Nel marzo del 1944, per sfuggire ai fascisti che gli danno la caccia, il dirigente comunista lascia Genova per continuare l'attività in altre città del Nord. Ma non basta. Il 28 ottobre cade nelle mani della polizia a Bergamo ed è rinchiuso nel carcere milanese di San Vittore. Ne uscirà nei giorni dell'insurrezione vittoriosa, ma soltanto per tornarci (per incarico del CLNAI, confermato dal governo), come direttore del penitenziario, sino al marzo del 1946. Rientrato, alfine, a Genova, Attilio Tonini dirige quella Federazione comunista sino al 1949 e continuerà poi, per anni, nell'impegno per il suo partito.
Fonte del testo: ANPI - Associazione Nazionale Partigiani d'Italia