Donne e Uomini della Resistenza/Attilio Novasconi
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Attilio Novasconi
Nato a Cremona il 1° ottobre 1921, ucciso a Rubiana (Torino) tra il 21 e il 23 gennaio 1945, studente, Medaglia di bronzo al valor militare alla memoria.
Per sfuggire ai bandi della repubblichetta di Salò, nel giugno del 1944, con altri quaranta giovani cremonesi, Novasconi riparò nella bassa Valle di Susa ed entrò a far parte del distaccamento di Rubiana della 17a Brigata Garibaldi. Costretto a lasciare la località, obiettivo di frequenti rastrellamenti, se ne allontanò, ma per tornarvi dopo poco tempo ed organizzarvi, sempre con ragazzi di Cremona, il distaccamento "Faleschini", comandato da Amedeo Tonani , del quale divenne commissario politico. Quelli del "Faleschini" portarono a termine azioni clamorose. Una fra tante: in accordo con le SAP dello stabilimento "Aeronautica" di Torino, riuscirono, nel settembre, a sottrarre ai nazifascisti ben 180 mitragliatrici per aereo col relativo munizionamento. I partigiani di "Barbarossa" (questo il nome di battaglia dello studente cremonese), continuarono senza tregua la lotta contro i nazifascisti, tanto che il 10 gennaio del 1945 i tedeschi (appoggiati da reparti delle Brigate Nere, da paracadutisti della "Folgore" e da alpini della "Monterosa"), decisero che la Val Susa andava "ripulita". Nell'operazione, durata oltre due settimane, gli occupanti impiegarono cinquemila uomini, appoggiati dai carri armati e dall'artiglieria; a favorire lo "sganciamento" del grosso dei patrioti, gli uomini del "Faleschini". Ma Novasconi non riuscì a sottrarsi alla caccia. Catturato con il suo concittadino Rosolino Righetti, fu ucciso con l'amico da uomini "Folgore", che lo depredarono anche dei fondi della 17a Brigata. Novasconi è stato decorato alla memoria con questa motivazione: "Animato da vivo entusiasmo e da sentimenti patriottici, era di costante esempio e di incitamento non soltanto ai compagni di lotta, ma anche alle popolazioni della zona che per lui nutrivano rispetto ed ammirazione. Alla testa di un reparto di volontari, da lui stesso organizzato, portava felicemente a termine rischiose ed ardite azioni finché nel corso di una di queste, sopraffatto e catturato veniva barbaramente trucidato".
Fonte del testo: ANPI - Associazione Nazionale Partigiani d'Italia