Donne e Uomini della Resistenza/Armando Sargentoni
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Armando Sargentoni
Nato ad Ancona, ucciso a San Severino Marche il 26 aprile 1944.
Il suo nome restò ignoto fino all'8 ottobre 1944, quando ne venne riesumato il corpo, insieme a quello di due Caduti stranieri, a San Severino Marche: il volto - ricordano i presenti - era martoriato. Come per un misterioso richiamo, quel giorno a San Severino giunge un uomo, non vecchio, ma curvo, provato. È il padre di Armando. Da mesi non sa nulla del figlio; sa soltanto che non è più tornato, che è andato tra i partigiani. Adesso si trova lì, non sa nemmeno lui, dice, perché. Ma nelle fotografie dei fucilati riconosce il figlio, senza esitazione. Nella morte, Armando appare diverso; ma il padre è certo. Conosce certi particolari, li dice, non sbaglia. La straziante ricerca è finita; suo figlio è lì, in quella cassa, i pochi anni chiusi in un corpo martoriato. Così lo sconosciuto partigiano ha un nome. Armando Sargentoni, nato ad Ancona, appartenente al distaccamento "Ferro". Nelle Marche si erano avuti i primi tentativi di costituzione di reparti organici e grande era stata l'affluenza di giovani che si erano uniti a militari sfuggiti alla cattura, prigionieri slavi tornati in libertà e tutti insieme avevano dato vita ad agguerrite formazioni partigiane; così a Macerata, ad Ancona, ad AscoIi e soprattutto a Pesaro. Armando Sargentoni era uno di quei giovani. Durante un rastrellamento i fascisti lo avevano scovato in una capanna, ammalato, impossibilitato a muoversi. Non negò d'essere un partigiano e allora giù botte, maltrattamenti, torture e non finire: volevano sapere il nome, per risalire ai parenti, ai conoscenti, ad altri giovani datisi alla macchia per combattere, per opporsi all'asservimento del paese ai tedeschi. Ma il partigiano non parla e va alla morte portando con sé tutti i segreti della sua formazione, certamente salvando tanti altri giovani ricercati. Armando amava moltissimo il mare: ne parlava con gli amici, sperando di rivederlo, di tuffarcisi dentro. Spesso saliva in alto, sulla montagna, ricorda un amico, per tentare di vedere, tra foschie e colline, il mare, o almeno per immaginarselo. Un gran desiderio di vita, una grande passione di libertà. Queste erano state le ragioni della sue scelta e ad esse seppe sacrificare la propria giovinezza, rifiutando di salvarsi quando vivere avrebbe significato tradire.
Fonte del testo: ANPI - Associazione Nazionale Partigiani d'Italia