Donne e Uomini della Resistenza/Albino Verucchi
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Albino Verucchi
Nato a Cormons (Gorizia) il 6 luglio 1921, ferito e quindi arso vivo dai nazisti a Drenchia (Udine) il 22 maggio 1944, falegname, Medaglia d'argento al valor militare alla memoria.
Militare di leva nell'Aeronautica, al momento dell'armistizio era di servizio ad Albenga (SV). Rientrato avventurosamente a Cormons, entrò tra i gappisti locali col nome di battaglia di "Rapido" e, sino al mese di maggio del 1944, prese parte, nella zona, a molte azioni contro i nazifascisti. Raggiunse quindi le formazioni partigiane operanti sul Collio e fu inquadrato nel Battaglione Garibaldi "Mazzini". Quando i tedeschi, per ordine del generale Ludwig Kubler, partirono all'attacco dei circa 300 patrioti del "Mazzini", del "Mameli" e degli sloveni del "Briski Beneski Odred" che dominavano le alture della zona, i partigiani sfruttarono abilmente contro i 2.000 nazisti la loro posizione, infliggendo ai rastrellatori gravi perdite. Dopo ore di combattimento, esaurite quasi del tutto le munizioni, i partigiani sono costretti a ritirarsi. "Rapido", che negli scontri è rimasto gravemente ferito ad una gamba, cerca rifugio nel villaggio di Peternel (una frazione di Drenchia). Ma anche lì arrivano i nazifascisti, dopo aver dato alle fiamme molte case di Slauce, Cursò, Nebola e Mulinut e dopo averne deportato diecine di abitanti. Nell'osteria di Peternel, oltre a "Rapido" ferito, c'è altra gente del luogo che vi è stata portata dai nazisti. In tutto 22 persone, tra cui due bambine e una neonata, che vengono bruciate vive, insieme al partigiano. Nel vicino paese di Cerovo (oggi in Slovenia), i soldati tedeschi fucilano altri dieci civili, tra uomini e donne prelevatati nelle loro case. Un battaglione della Brigata "Picelli", della Divisione Garibaldi "Natisone", assunse subito il nome di Albino Verucchi che, dopo la Liberazione, è stato decorato per il suo valore.
Fonte del testo: ANPI - Associazione Nazionale Partigiani d'Italia