Donne e Uomini della Resistenza/Alberto Trebbi
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Alberto Trebbi
Nato a Bologna il 25 ottobre 1892, deceduto Bologna il 13 gennaio 1975, operaio metallurgico, dirigente socialista e sindacalista.
Socialista dal 1916, Trebbi fu, tra il 1919 ed il 1923, segretario della FIOM bolognese e in tale veste diresse il locale movimento di occupazione delle fabbriche, che si esaurì nell'ottobre del 1922. Trebbi divenne così bersaglio privilegiato dello squadrismo fascista e, dopo essere stato arrestato nel dicembre del 1923, nell'ottobre del 1924 fu duramente bastonato (con la moglie Ellena Tannini, pure lei socialista). Nell'aprile del 1925 per Trebbi nuovo arresto e mesi di carcere senza processo, mentre gli squadristi provvedevano a incendiare la latteria gestita da Ellena. Dopo l'approvazione delle Leggi eccezionali fasciste, cominciò per l'operaio e sindacalista bolognese la serie degli invii al confino e delle ammonizioni: 5 anni a Lipari e alle Tremiti; poi nel novembre del 1929, il ritorno a Bologna, dove s'industriò nella vendita di calce, gesso e laterizi, sempre tenuto sotto controllo della polizia. Ciò non dissuase Trebbi dall'attività politica clandestina (intramezzata da fermi e arresti), che nel 1942 lo portò a collaborare alla costituzione del Comitato unitario di azione antifascista, nel quale confluirono comunisti e azionisti e un rappresentante del Partito popolare. Nell'agosto del 1943 Trebbi contribuì alla formazione di quello che sarebbe poi diventato il PSIUP e, dopo l'8 settembre, rappresentò il Partito socialista nel Comitato militare unitario. Il 7 novembre l'arresto di Trebbi, la carcerazione a San Giovanni in Monte e poi a Castelfranco Emilia e quindi, il 21 gennaio 1944, la sua deportazione in Germania. Sopravvissuto ai lager di Dachau, Natzweiler e Allach, quando rientrò a Bologna, alla fine di maggio del 1945, Trebbi pesava 43 chili. Riuscito a ristabilirsi, riprese il suo impegno nel PSI, sempre su posizioni unitarie. Organizzatore di cooperative di produzione e lavoro, fu anche membro di organi direttivi nazionali della Lega delle Cooperative. Nel 1964, abbandonato il PSI, passò al PSIUP e, nel 1972, aderì al PCI. È stato anche presidente provinciale dell' ANED , l'Associazione nazionale degli ex deportati nei campi nazisti.
Fonte del testo: ANPI - Associazione Nazionale Partigiani d'Italia