Donne e Uomini della Resistenza/Alberto Cozzi
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Alberto Cozzi
Nato a Roma, il 23 marzo 1925, trucidato alle Fosse Ardeatine il 24 marzo 1944, meccanico, Medaglia d'oro al valor militare alla memoria
Cresciuto nel quartiere romano di Valle Aurelia, allora ancora abitato in prevalenza da operai fornaciari, Alberto era entrato giovanissimo nella formazione "Stella Rossa", partecipando a numerose azioni di sabotaggio. Quando si rese conto di essere stato individuato, lasciò la Capitale e si spostò nel Viterbese, dove continuò la lotta contro i nazifascisti. Si apprestava a far saltare in aria un deposito tedesco di munizioni allorché, tradito da un confidente della polizia, fu catturato dai fascisti. Trasferito a Roma, resistette agli interrogatori e alle torture a cui venivano sottoposti gli "ospiti" di Via Tasso. Anche dinanzi ai giudici che lo processavano, mantenne un contegno fermo e dignitoso. Condannato a sette anni di carcere in considerazione della giovane età, il ragazzo fu rinchiuso a "Regina Coeli". Ci restò poco. Fu trucidato alle Fosse Ardeatine, con gli altri 334 martiri prelevati dai nazifascisti dopo l'azione gappista di via Rasella. Ad Alberto Cozzi è stata intitolata una strada di Roma. Il suo nome figura anche sulla lapide che nella Capitale, in Via Aurelia 37/a, è stata posta dagli abitanti del quartiere, nel 1954, in ricordo dei cinque partigiani della "Valle dell'Inferno", caduti tra le Fosse Ardeatine e Forte Bravetta. La motivazione della massima ricompensa al valor militare, concessa alla memoria di Alberto Cozzi ricorda: "Diciottenne animato da viva fede patriottica, subito dopo l'armistizio, con decisione e con ardimento esemplari, prodigava ogni sua attività nella lotta di liberazione distinguendosi, in pericolose circostanze, per costante dedizione, per iniziativa e per coraggio. Caduto, per delazione, in mani tedesche, brutalmente interrogato e barbaramente seviziato, manteneva esemplare contegno, nulla rivelando. Al processo rivendicava su di sé ogni responsabilità riuscendo a far assolvere un suo compagno. Alle Fosse Ardeatine immolava la giovane vita agli ideali di Patria e di Libertà".
Fonte del testo: ANPI - Associazione Nazionale Partigiani d'Italia