Donne e Uomini della Resistenza/Achille Rubini
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Achille Rubini
Nato a Milano il 4 giugno 1925, sottufficiale, partigiano della Brigata Garibaldi "Felice Cascione".
Milanese, sfollato con la famiglia a Campo Ossuccio (CO), Achille Rubini è richiamato alle armi nell’ottobre 1943. Completato l’addestramento in Germania con la Divisione Alpina “Monterosa”, nel luglio ’44, il giorno stesso della sua promozione a sottufficiale, diserta con l’obiettivo di unirsi alla Resistenza.
Insieme a un commilitone sanremese contatta i gruppi operanti sulle Alpi liguri al confine col Piemonte. Nonostante le iniziali diffidenze per la giovane età e la provenienza dalla “Monterosa”, Achille viene accolto nella Brigata Garibaldi “Felice Cascione” e assume il nome di battaglia “Ruello”, mentre il suo compagno di fuga Luciano diviene “Oris”.
Al gruppo di resistenti, in maggioranza comunisti, lo unisce la volontà di combattere i nazifascisti più che l’ideologia politica. Comunicativo, coraggioso e dotato di una buona preparazione militare, “Ruello” contribuisce a progettare e realizzare numerose azioni per procacciarsi armi e per recare danno agli occupanti con il sabotaggio di linee elettriche e telefoniche e la distruzione di ponti e vie di comunicazione.
Della sua formazione, comandata da “Audace”, facevano parte, oltre a “Oris”, altri tre milanesi, “Vento”, “Piero” e “Gibilin”, e numerosi uomini della zona, fra cui “Vendetta”, “Garibaldi”, “Mompracem”, “Bufalo”, “Artiglio”, “Ivan” e “John”.
Dopo nove mesi e mezzo in montagna, straziato dalla morte di molti compagni, tra cui l’amico “Oris”, Achille scende a Sanremo liberata il 25 aprile 1945, con la coscienza di aver operato per il meglio e compiuto il suo dovere difendendo valori e princìpi riscoperti dopo il buio del fascismo. Appena ventenne, conclusa l’esperienza partigiana, rifuggendo ogni autocelebrazione e tornando a essere per tutti “Lello”, Rubini si laureò in Ingegneria al Politecnico di Milano in soli tre anni e iniziò la sua carriera di dirigente in un’azienda siderurgica.
Fonte del testo: ANPI - Associazione Nazionale Partigiani d'Italia