Donna real, cui diè Senna la cuna
![]() |
Questo testo è stato riletto e controllato. | ![]() |
![](http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/a/a5/Nuvola_apps_bookcase.svg/20px-Nuvola_apps_bookcase.svg.png)
VII1
Donna real, cui diè Senna la cuna,
Sarmatia il Trono, e Roma t’apre il Cielo,
Che con alma sì bella, in sì bel velo
Già di te festi innamorar Fortuna.
5Ella un serto ti diè; ma te n’aduna
Altro di stelle la pietade, e ’l zelo:
Emula al gran Consorte, egli col telo,
Co’ voti tu festi ecclissar la Luna.
Manca per maggior gloria al figlio un regno;
10Sorte l’offrì; ma il genitor, non voglio,
Gridò dal Cielo; e fu pensier più degno.
Io, disse, gli mostrai come l’orgoglio
Si domi al trace. Ha di regnar disegno?
Vada a ritorre al gran tiranno il soglio.
Note
- ↑ A Maria Casimira Regina di Polonia.