Documenti inediti o rari sull'antica agiatezza cremonese/Preambolo
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Un documento del 1560 | ► |
DELL’ANTICA AGIATEZZA CREMONESE
LETTERA o PREAMBOLO
Appena m’annunziasti, carissimo Fulvio, che andavi ad impalmare una bennata donzella, pensai d’imitare gli scrittori veneti contemporanei, i quali sogliono auspicare le nozze degli amici non più coll’antico mal vezzo dei sonetti e degli epitalami, bensì colle utili pubblicazioni di brevi ed inediti documenti storici o letterari. E perchè la eletta tua compagna incominciasse ad apprezzare ed amare la terra, cui appartiene il suo Sposo e che diveniva anche sua, meditava mettere insieme alcune cronachette rare e romite, che nella loro semplicità ed efficacia rappresentano i fatti dell’età più splendida e più sconosciuta del Comune, ovvero qualche cenno storico sui fasti antichi dell’industria e del commercio di Cremona, ovvero ancora qualche lettera o scrittura elegante di scienziato o d’artista, ovvero finalmente i 379 versi leonini sulla scelta e le forze de’ medicamenti di Ottone medico del secolo XI o XII, i quali, ricercati indarno per un quarto di secolo, mi furono or ora inviati. Se non che nella scelta dell’argomento temendo di peccare per troppa gravità, ed amando di contemperare l’allegria degli sponsali colla serietà dei tempi, il diletto col profitto del pubblico, ho deliberato offerirti un sunto di scartafacci corrosi e segreti, i quali nell’arida loro recensione statistica, e nel lor dialetto vernacolo e da rigattiere, dimostrano lo stato della ricchezza e del lusso cremonese nel secolo XVI. Questi documenti rappresentano al vivo le qualità, gli usi, i costumi, i vocaboli delle masserizie casalinghe, degli abiti ed ornamenti femminili e maschili, de’ manicaretti de’ nostri maggiori di tre secoli or sono, e perciò non si dilungano gran fatto dall’ameno argomento di nozze. Pure essi ci ammaestrano ancora, come i popoli italiani colla vitalità repubblicana e mercantile divenissero industri, operosi ed agiati; come apprendendo poscia l’ignavia discorde, la boria sfarzosa degli Spagnuoli dimenticassero gli antichi costumi nazionali; come col culto ambizioso de’ vestimenti, col lauto apparato de’ convivj e delle feste rovinassero le famiglie e le città, indarno frenati da leggi suntuarie municipali.