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L'autore cita Tomaso d’Aquino come successore del vicerè marchese Caracciolo ma, probabilmente, trattasi di Francesco d'Aquino, principe di Caramanico, come dallo stesso indicato. Quest'ultimo risponde al profilo fatto dal Manieri mercè la protezione delle scienze riformando l'Università di Catania, nonchè tessendo un rapporto diplomatico con la Francia presso cui inviò Il Piazzi perchè bisognava visitare i più illustri astronomi d’Europa per esercitarsi largamente nella pratica della sua dottrina. Vedi [Francesco d'Aquino]

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