Discorso del vacuo
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- L'impedimento è essenziale al moto,
- Nel vacuo non è impedimento,
- Adunque nel vacuo, ò non sarà moto, ò sarà in instante:
- Ma questo è impossibile,
- Adunque è impossibile, che si dia il vacuo, della posizione del qual, seguita
- tale impossibile originalmente.
Parmi che l'argomento succintamente si ristringa à questo. Hora innanzi à ogni cosa io domando se à quello, cioè perche il mobile muti luogo è necessario l'impedimento, ò nò; ma se si dirà che egli sia necessario, si dirà vno inconueniente tanto manifesto, che non si potrà ridurre à maggiore ne più euidente, perche io non veggo, che si possa dire assurdo maggiore che dire l'esser necessario l'impedimento di vno effetto accio che tale effetto segua non già l'impedimento di quello effetto, che questo repugna; ma l'impedimento à vn'altro effetto, che seguirebbe senza tale impedimento senza il quale impedimento non seguirebbe l'effetto che si cerca, ma vn'altro, come verbi gratia perche il contrapeso del oriuolo faccia l'effetto che si cerca, ha bisogno d'vno impedimento, che è il peso opposto, che altrimenti senza tale impedimento farebbe vn'altro effetto, cioè scorrerebbe ò simil cosa, & non mouerebbe cosi egualmente, & regolatamente quella machina, ma non sarà già quello impedimento, impedimento allo effetto che si ricerca, si bene à vn'altro effetto che seguirebbe senza tale impedimento, & non à quello che si cerca; & però si dirà in questo caso l'impedimento esser necessario a tale effetto, ma nel modo che si è detto, cioè rispetto à vn altro effetto, che senza tale impedimento seguirebbe & escluderebbe quello che si cerca come si dirà anche che accioche il vento delle mantice faccia sonare l'organo, vi è necessario l'impedimento, non già l'impedimento del far sonar l'organo, che questa sarebbe repugnanza manifesta, ma impedimento che il vento non possa vagare à suo beneplacito , & cosi impedimento à vn'altro effetto che ne seguirebbe il quale altro effetto seguendo non potrebbe seguire quello che si cerca & di tali esempli ne sono infiniti. Non è possibile adunque intendere che accioche il mobile muti luogo, sia necessario che egli sia impedito al mutar luogo, ma forse si potrà dire che sia necessario per vn'altro effetto che il mobile sia impedito nella mutatione del luogo, cioè è questo effetto perche tal mutatione verbi gratia sia successiua è in tempo, & il dire cosi non implicherà contraditione, in se stesso manifesta, ò vero ò falsoche poi egli si sia è adunque manifesto che nella mutatione locale del mobile , non è necessario l'impedimento à tale effetto cioè del mutar luogo dato anche che poi egli fussi necessario à effetto che tal mutatione si potessi dir moto.
Stante hora questo. Dico tre cose, l'vna che l'argumento concesse & le premisse & la conseguenza in tutto & per tutto nel mondo che si dimanda, ò propone non conclude impossibilità alcuna, ò vero contradice à se stesso adunque non si potrà arguire dalla impossibilità del conseguente, alla impossibilità dell'antecedente; & cosi la conseguenza che si fa da detto argumento, cioè il vacuo non si possa dare, resterà in tutto vana.
Secondo si dice che l'argomento contiene in se molte cose falsissime. Terzo si dice che quella maggiore cioè il detto di Arist. che l'impedimento sia essentiale al moto, dato che secondo e' più apparenti sensi sia falsa, si può nondimeno saluare in vn senso buono, ma che cosi non repugnerà punto alla positione del vacuo.
Quanto alla prima che l'argumento non concluda per impossibile, si farà facilissimamente manifesto delle cose dette, & per mostrarlo io dimando se posto il mobile nel vacuo, farà impossibile, che egli muti luogo & necessariamente resterà al tutto immobile; ò se pure potrà mutar luogo, sia poi in instante ò come si voglia: se si dirà che sia impossibile che il mobile muti luogo nel vacuo, ò vero questa sarà assertione vera & possibile l'argomento, adunque non concluderà cosa alcuna impossibile, perche si dirà che dato el vacuo & il mobile in tal vacuo egli non starà necessariamente immobile il che per la concessione ò positione dello auuersario, non è inconueniente alcuno non si potrà adunque da questo come da conseguente mostrare l'antecedente dal quale egli seguita impossibile, ma se si dirà che sia falso & impossibile, che il mobile posto nel concesso vacuo non si possa muouere, cioè dico non possa mutar luogo, atteso che il vacuo non pone impedimento alcuno à tal mutatione, anzi totalmente lo esclude; all'hora piglieremo l'altra parte, concedendo questo all'auuersario & volentieri anche come cosa fondata in su bonissima ragione, perche l'auuersario non conclude assolutamente l'vna parte, ma ò che il mobile non mouerebbe nel vacuo, ò vero che si mouerebbe in instanti. Pigliando hora adunque l'altra parte, cioè che il mobile in tal caso si muouerebbe in instanti; dimando in prima se s'intende del moto come moto, ò vero del moto come mutatione, cioè le specie per il genere; se s'intende del moto come moto concedo certo che questo sarebbe impossibile manifestamente, perche il moto nella sua essenza include la successione & esclude la instantanetà; ma quest'impossibilita sarà non reale ma verbale cioè per hauere male assegnato il vocabolo, hauendo cioè nominato per questo vocabolo, moto, quello che si doueua nominare Mutatione; dirò adunque il mobile ne in tal caso mai potrà muouersi in instante, ma che egli potrà bene mutar luogo in instante; ne l'argumento può concludere ò condurre ad altro, che à questa mutatione di luogo instantanea; ne nessuno che si fonda in su tale argomento l'intende altrimenti. Però per hora dirò che la conclusione dell'argumento si restrignerà à concludere che la mutatione locale del mobile nel vacuo concesso, farà instantanea.
Hora io dimando, se questa mutatione instantanea è possibile ò nò; se è possibile io ho l'intento perche cosi la conclusione del detto argomento non sarà impossibile, & cosi non si potrà da quella arguire la impossibilità dell'antecedente, cioè della positione del vacuo. Se si dirà che sia impossibile che il mobile nel vacuo muti luogo dimanderò in che modo sarà impossibile & da qual causa: ne veggo che si possa assegnare se non vna delle due cause di detta impossibilità, cioè ò l'impedimento estrinseco, ò la repugnanza essenziale dalla natura della cosa stessa; dallo impedimento estrinseco non può venire, perche il vacuo non pone, ma toglie gli impedimenti; anzi secondo la positione stessa dello auuersario, il vacuo toglie il moto, non par la positione dello impedimento, ma per la negatione di esso, adunque non hauendo alcuno impedimento tal mobile al mutar luogo, è impossibile che tal mutatione instantanea sia impedita di non potere essere dallo impedimento estrinseco. Se si dira che tale impossibilità & repugnanza venga dalla natura intrinseca & dalla essenza della mutatione locale, bosognerà dre che cioè auuenga, ò vero perche ell'habbia nella essenza sua l'impedimento, ò vero da altre conditioni; se si dirà che ell'habbia l'impedimento nella sua essenza, & che poi ella non possa esser se non in tempo & non in instante, già à questo si è risposto à sufficienza nel principio, & mostro che dicendo cosi si dirà vna manifesta implicatione, perche la mutatione locale si potra ben dire che accioche ella si possa dir moto & esser moto forse che habbia bisogno d'esser impedita necessariamente, ma che ell'habbia bisogno d'impedimento accioche ella sia senza dubbio repugna resterà che adunque di necessità si dica che la impossibilità della mutatione locale accioche ella sia instantanea consiste nella sua stessa natura essentialmente, non rispetto allo impedimento ne come estrinseco ne come essentiale à lei, ma rispetto ad altre conditioni à lei essentiali & necessarie, le quali repugnino alla instantaneita. (Et questa si mostrerrà poi anche, esser la verità, ma per hora si piglian solo come necessariamente concessa dallo auuersario.) Ma se si concederà che assolutamente (& non punto rispetto allo impedimento) ma dalla stessa mutatione, in quanto tale gli repugni l'essere in instante, senza dubbio non seguirà mai che ella possa esser'altrimenti che in tempo leuato quale impedimento si voglia, per che se è impossibile per impossibilità intrinseca che questo mobile si muoua in instanti da questo termine à quello, senza dubbio alcuno, leuiseli quanti impedimenti si voglino, non lo farà mai, perche vi resterà ancora la repugnanza della natura intrinseca, ne mai mancherà tal repugnanza, se non si suppone di essa contro alla sua stessa natura intrinseca, come dire che il moto locale potessi essere nello indiuisibile, cioè nel punto ò in vn tal termine ò altre simili cose. Se adunque l'auuersario concederà ò dira che la mutatione in instante sia impossibile, perche repugni alla sua essenza, verrà à contradire alla sua stessa intentione, essendo ella di prouare che la mutatione instantanea potrebbe pur accadere, ponendo in vn caso senza mutatione della sua essenza & solo per accidente estrinseco à lei. Vedesi adunque che concessoli qual parte si vuole della diuisione sufficiente & necessaria quanto alla interpetratione dell'argumento in ogni modo non concluderà impossibilità alcuna ma ò concluderà cosa che per lui sarà concessa possibile & cosi non potrà poi seguitare più oltre la sua conseguenza dalla impossibilità della conclusione, ò vero volendo fuggire questo bisognerà che venga à contraditione di se stesso, & questo è quanto alla prima parte.
Segue hora quanto alla seconda di douere esaminare meglio l'argomento, per scoprire le falsità & imperfettioni di esso: & prima, in quello che in esso si afferma che lo impedimento è essentiale al moto, è malissimo detto; perche quel che è essentiale è forma & predica donominatiuamente, ma l'impedimento non può già far questo del moto, & cosi si conosce che è mal detto che egli sia essentiale, come per dichiarar meglio per esemplo si direbbe l'impedimento esser verbi gratia essentiale all'esser legato ò esser ristretto che tali effetti hanno essentialmente in loro l'impedimento perche non potrà essere ch'vno sia legato ò ristretto senza che egli sia impedito, & in tali casi si dirà esser essentiale l'impedimento, & non al moto, ne quali casi si vedrà che anche egli denominerà perche si dice l'esser' astretto & simili, &c. E' manifesto adunque che à prima giunta la maggior parte di questo argumento è malissime assegnata, ma io non fo molto caso in questo perchè potendosi saluare che l'impedimento in qualche maniera concorra necessariamente à l'esser del moto, non sarà errore in questa parte se non nelle parole è modo del parlare, il che poi quanto alla verità ò falsità della cosa, è il minore.
Però procedendo à quel che più importa, verremo hora à considerare se tale impedimento si può dire necessario in alcun modo allo esser del moto & potendosi. Come & questo poi come si referisca allo argumento. In prima si vede che quando si dice che l'impedimento è necessario al moto non si può intendere che si referisca à esso moto cioè che egli sia impedimento del moto cioè che egli sia impedimento del moto per le medesime ragioni che dicemmo in principio dello impedimento rispetto alla mutatione ne sarà mai alcuno che dica che accioche il moto sia bisogni che necessariamente sia ancora l'impedimento di esso moto che cosi molto meglio si terrà & non si potra il moto; bisogna adunque intendere tal propositione cosi che accioche si generi ò causi il moto, sia necessario qualche impedimento non à esso moto ma ò all'agente ò al mobile, ò al mezzo, senza il quale impedimento seguirebbe per l'atione non il moto ma vn'altro effetto, & il dire infino à qui non è inconueniente alcuno manifesto & si dirà veramente che l'impedimento sia vna causa del moto sine qua non, ne si può intendere tal propositione altrimenti.
Bisogna hor vedere à chi si debbe referire, & in che modo tale impedimento, accioche ne risulti il moto & in che maniera. In prima non si può referire al mouente, perche chi tiene questo argumento l'intende ne moti che non sono da mouente estrinseco, ne dell'anima & cosi per concessione potremmo scusarci dal mostrare che non sia necessario l'impedimento dalla parte del mouente accioche si produca il moto. Nondimeno per che si può à tal proposito fare vno argumento molto apparente & sottile; porremo tal'argumento con la sua solutione appresso. Prouasi adunque che nel moto sia necessario impedimento dalla parte del motore in questo modo: E' necessario che il motore sia di virtù finita & non infinita, adunque è necessario l'impedimento; la conseguenza è manifesta perche s'intenderà per l'impedimento largamente tanto che completterà anche la priuatione, come verbj gratia diremo che la cecità sia impedimento al vedere & simili modi di parlare. Ma l'antecedente si prouerrà poi in questo modo, cioè che e'l motore sia di virtù finita & non infinita: Se il motore sarà di virtù infinita muterà di luogo à luogo in instante, & cosi non causerà il moto; ma la mutatione instantanea prouasi la conseguenza non è proportione da alcuno grado di Virtù alla infinita virtù, cosi anche l'effetto che seguirà dall'vna & dall'altra non saranno proportionati rispetto al tempo del mouimento, ma se non saranno proportionati, è necessario che l'vno sia in tempo, & l'altro in instante; perche se saranno tuttadua in tempo haranno senza dubbio qualche proportione, & cosi non salueranno la corrispondenza alla relatione della virtù finita con la virtù infinita, le quali sono tra di loro come si è detto senza proportione; sarà adunque necessario accioche si causi il moto, che dalla parte dello agente sia l'impedimento, cioè la priuatione della infinità della virtù. (A' questo argumento si risponderà prima con la medesima risposta fatta di sopra cioè che essendo veramente come si mostrerrà meglio, essentiale alla mutatione locale, el farsi in tempo & successiuamente posta qualunque cosa estrinseca, & non supponendo la diuersità della sua natura stessa, mai potrà seguire che ella sia in instante, perche quella tal natura stessa sempre repugnerà à tale instantaneità; di modo che posta qual si sia infinita virtù, ella non potrà mai far che la mutatione sia in instante perche sarebbe vna implicatione & questo basterebbe à mostrare la falsità dello argumento, quando egli non si sapessi anche soluere non dico la falsità della conclusione, ma che l'argumento non possa concludee questo non supponendo la variatione della natura intrinseca del moto, ma solo qual si sia suppositione estrinseca. Ma venendo alla consideratione dell'argumento più particularmente dico che dato che sia il motore di virtù infinita, non seguirà per questo che egli muoua mai con infinità virtù & in instanti, anzi questo repugna all'atto stesso della cosa perche se bene vno agente sarà di virtù infinita in se stesso, non potrà mai quando opererà attualmente operare se non secondo qualche determinato grado di virtù, altrimenti implicherebbe contradittione perche l'essere in atto & l'esser secondo vn grado infinito repugna & massime quanto all'operattione se forse quanto alla magnitudine ò spatio ci fussi che dire? Ma non potrà essere che vno operi che non operi secondo qualche grado di virtù: seguirà adunque dalla infinita virtù: seguirà adunque dalla infinita virtù di motore che dato qualunque grado di virtù, secondo la quale egli operi attualmente, che potrà ancora operare secondo vn'altro grado più eccellente, ma mai per augumento di tal grado si verrà allo infinito se non secondo quella potenza ò potentialita, & cosi à tutto questo corrisponderà ottimamente il moto che sarà prodotto da esso motore in quanto di virtù infinita in quel modo imperò che egli può esser tale senza implicatione di contraditione, perche sarà verissimo che dato qualunque grado di velocità del moto secondo la quale egli muoua, potrà muouere ancorà secondo maggior grado di velocità. ma per augmento di velocità, anche in infinito, non si verrà mai allo instante essendo il tempo diuisibile in infinito senza mai venire allo instante si come la linea è diuisibile in infinito senza venire mai al punto onde, è manifesto che mai si potrà dare il moto instantaneo per alcuna multiplicatione di velocità anche in infinita dal che è manifesto ancora, che dato che il motore detto, potessi attualmente muouere con la sua virtù infinita, tutto quello che ne potessi seguire, sarebbe che egli muouerebbe non in instanti, ma con velocità infinita & secondo infinito grado di velocità; il che è manifestamente impossibile, ne più ne meno come anche è impossibile che el motore muoua attualmente secondo infinito grado di virtù; & cosi si vede che l'argomento non conclude la necessità dello impedimento, ne anche nel modo detto nel mouente, accjoche la mutatione locale sia successiua & non in instanti & cosi che da esso sia il moto. Ma se à questo si replicassi che adunque tal virtù infinita sarà in vano, à questo risponderò che questa tale sia vna replica probabile, & che non impedisce la solutione dell'argumento, ma ci aggiugnerò ancora che tal virtù infinita non fia in vano se non estrinsecamente rispetto all'agente ma necessaria alla intrinseca perfetione di esso, dato che ne anche egli mouessi mai secondo tale infinita virtù, come in vero mai potrà muouere. Oltre che questa replica più tosto inferirebbe che non si potessi dare il motore di virtù infinita, che da quello ne seguitassi il moto in instante, al che benche sia falso non è secondo la presente intentione el replicare. Non potrà adunque dirsi che acciocche il moto sia, sia di necessità lo impedimento dalla parte dello agente; Quanto poi alla parte del mobile, seguiterà tutte le medesime maggiori impugnationi à chi volessi dire che tal'impedimento fussi necessario della parte di esso à tale effetto, perche il torre ogni impedimento al mobile dalla parte di esso non sarà altro che farlo attissimo al moto, quanto sia possibile che egli sia, ma da questo che debba seguire che la mutatione di esso sia in instante, è manifesto che è falso; non si può adunque dire come ne anche si dice che l'impedimento che si asserisce debba essere ne dalla parte del mouente, ne dalla parte del mobile. Resterà adunque di necessità che egli debba essere dalla parte del mezzo, & tutto questo anche corrisponde con l'argumento, il quale altrimenti non concluderebbe, volendosi per esso concludere che il vacuo non possa essere & sarebbe vna accettione in tutto fuori di proposito. Bisognerà adunque dire che l'impedimento si debba interamente referire al mezzo, & che dalla parte di esso debba essere tutto questo impedimento necessario. Hora in qual modo bisogni poi intendere che sia l'impedimento in questo mezzo & per qual ragione bisogna conoscerlo, esaminando qual sia la necessità di porre questo impedimento, accioche sia il moto, & cosi di qual natura bisogna che egli sia. In due maniere può essere che dal mobile non segua moto alcuno, cioè ò perche egli si resti immobile, ò perche egli muti luogo in instante. Se adunque l'impedimento è necessario accioche il moto segua, sarà necessario in quanto che bisogni che da esso sieno escluse l'vna delle dette due maniere, secondo lequali si niega & toglie il moto. Ma quanto alla prima non è dubbio che l'impedimento non sarà mai causa che il mobile il quale per altro non possa mutar luoghi lo possa mutare, anzi sarà causa del contrario cioè che quando il mobile per altro possa mutar luoghi aggiontuni l'impedimento, molte volte egli non possa mutarlo, & certo che cosi si incorrerebbe nello inconueniente, al quale già in principio si è replicato, cioè che l'impedimento della mutatione locale fussi causa della mutatione locale, il che mai dirà alcuno di sana mente. Resterà adunque che tale impedimento non si possa intendere se non in quanto che egli sia necessario à prohibire che tal mutatione non sia in instante, la quale altrimenti sarebbe in instante, cioè se non fussi tale impedimento & questa è finalmente tutta l'intentione di chi abbraccia questo Argumento.
Vedesi adunque che quella maggiore non intende ne di altro impedimento che di quello rispetto al mezzo ne per altra causa, ò da altra necessità che per escludere la instantaneità della mutatione; ma di più è anche manifesto, che questo tale impedimento rispetto al mezzo, s'intenda del corpo risistente al mobile, perche se si ponessi tale impedimento in detto mezzo in altra maniera non si escluderebbe per ciò la positione del vacuo. Quando adunque si dice che l'impedimento è essentiale al moto si vede chiaramente, che non s'intende punto di volere dire altro se non che accioche sia il moto è necessario che il mezzo sia impedito overo occupato da qualche corpo che impedisca il mobile che non si muti in instante, il che egli farebbe se non fussi la detta resistenza ò impedimento, & infino à qui credo che non neghera alcuno di quelli che difendono il detto Argumento, benche forse non tutti da loro stessi haranno conosciuto di voler questo; essendo l'vsanza d'hoggidì di non considerare le propositioni se non in quanto che vi sia ò secondo qualche parola ò come si voglia qualche appico per impugnare ò difendere vna oppinione, ma l'intendere come poi in radice possa esser vera & si debba intendere tal propositione non credo che accaggia se non à pochi. Hora volendosi intendere questo argumento nel più sano modo che sia possibile, si vede che non si può intendere altrimenti che in questa maniera, ò vero cadere in manifeste contraditioni & repugnanze. Ma inteso in tal maniera si dice assolutamente che non concluderà punto, che dal vacuo ne segna la instantaneità del moto si bene che egli sia veloce quanto possa essere & non assolutamente veloce quanto possa esser ma solo che egli sia tale in quanto si aspetta solamente alla dispositione del mezzo & non punto più oltre.
Hora per venire à esaminare la cosa più particolarmente. In prima si dice & si mostra, che alla mutatione locale è essentiale il tempo & la successione, è che per sua propria natura non può essere altrimenti, & se cosi sarà, non si concluderà adunque che ella sia altrimenti, mai ne dalla remotione di qualunque impedimento, ne da qualunque altra positione estrinseca dalla essenza di detta mutatione, dalla essenza della quale già si è mostro che è remotissimo l'impedimento il che perche tutto meglio apparisca si dice che la mutatione locale circunscritta ogn'altra cosa ha questo per sua natura che non può essere in instante, perche suppone due cose che ciascuna di esse gli repugna: l'vna è la diuersità de termini secondo la positione; l'altra è lo spatio del mezzo, il quale bisogna che sia quanto & continuo & distinto in parte secondo e 'l prima e 'l poi, dalla natura della positione de termini segue che tal mutatione non possa essere in instante, perche cosi si direbbe che il medesimo corpo nel medesimo instante si trouassi in luoghi diuersi & remoti il che naturalmente è impossibile, pur da esser immaginato se bene poi à Dio è possibile infinitamente più il fare che à noi l'immaginare essendo l'immagination nostra terminata dalla rececione delle cose sensate le quali ella non eccede.
Onde questo per quanto si estende la cognitione naturale è vn principio de più certi che noi possiamo hauere cioè che vn medesimo corpo in vn medesimo tempo non possa essere in due diuersi luoghi. A' questa ragione nondimeno si potrebbe sottilmente rispondere dicendosi che nello instante non si può dire la cosa essere ne in luogo ne altrimenti, ma solo che ella ò cominci, ò finisca di essere, ò vero che ella insieme cominci & finisca di esser rispetto però à diuersi termini, & che però non si possa dire che il mobile in vn medesimo instante (data anche la instantaneità della mutatione) sia in diuersi luoghi, ma si bene che egli finisca d'esser nell'vno, & cominci à esser nell'altro. Oue rispetto à tal replica che certo è forte & reale chi la considera, molto bene è necessario fondarsi in su la impossibilità rispetto alla natura del mezzo, dalla quale pure ne segue il medesimo inconueniente, perche essendo come si è detto il mezzo continuo, cosi hauendo diuerse parti distinte, secondo el prima & poi locale non solo è necessario che il mobile che le passa le passi anche in parte di tempo, lequali corrispondimente sieno & continue & distinte secondo il prima & poi temporale; ma ponendo il detto moto in instante ne seguirebbe anche, che nel medesimo instante douessi passare per tute quelle parti del luogo, che sono come si è detto continue; ma nello spatio diuisibile non si può dire che il mobile solamente cominci ò finisca di essere ma bisogna dire che egli vi sia, perche lo indiuisibile locale corrisponde al cominciare & finire di esserui; onde pur sarà necessario à dire che tal mobile debba essere in più parti distinte localmente in vn medesimo tempo, & se si dirà che tale sia instante & non tempo ne seguirà maggiore implicatione, per che bisognerà dire & che egli vi sia corrispondendo (come si è detto per l'essere allo spatio necessariamente & non l'indiuisibile cioè il principio ò fine dell'essere) & dall'altra bisognerà dire che egli non vi sia, ma solo cominci & finisca di essere corrispondendo l'instanti non all'essere ma al cominciare & finire come si è detto; onde seguirà da tal propositione che in vn medesimo instante, el medesimo mobile sia & non sia in molti luoghi & rispetto à medesimi, & anche altrimenti, in altri assurdi si potrebbe necessariamente dedurre dal porre che la mutatione locale potessi in modo alcuno essere in instante circunscritta ogn'altra consideratione che di lei stessa: Et in vero chi dirà mai se non con la voce stessa, che vna palla verbi gratia remosso qualunque impedimento, possa in modo alcuno andare dal principio alla fine d'vna strada, che in quel medesimo instante ella si muoua cominci à muouersi & arriui al termine & che ella possa passare tutto quello spatio, senza metterui qualunche particella di tempo qualunque minima; questo in vero repugna troppo in se stesso. Essendo adunque essentiale in se stesso alla mutatione, che ella sia in tempo ne per la remotione dello impedimento, ne per qualunque altra positione estrinseca da essa & non alterante la sua essenza, non seguirà ne si concluderà mai che ella sia instante, si concluderebbe questo verbi gratia dicendo che nella mutatione non si ricerchi spatio mezo tra l'vn termine & l'altro & che ella si faccia nel punto ò nello indiuisibile, ò che lo mezzano, non fussi quanto ne distinto in parti quante, ne secondo il prima & poi locale & simili altre positioni; le quali tutte andassino à trouare l'essenza della mutatione & la guastassino ma da altre positioni estrinseche, non mai seguirà tal conclusione, & che l'impedimento non gli sia essentiale ne estrinseco già si mostrò, & hora nuouamente dalla più particular consideratione dalla natura di essa, credo che si sia visto anche assai più manifestamente quando adunque l'auuersario dice di concedere anzi di affermare che la conclusione è impossibile ma che da questo che è l'impossibile ne segue la impossibilità dello assunto. cioè che il vacuo sia, si risponde che non si dice solo che tal conclusione sia impossibile, ma si niega ancora non meno che ella segua ò possa in modo alcuno seguire dallo assunto del moto fatto nel vacuo; & cosi si dice che non solo la conclusione sia falsa, ma che anche ella non è conclusa ne può esser conclusa dallo argumento, cioè perche egli arguisce dallo estrinseco d'vna cosa contro alla essentialità di essa; il che è argumentare vanissimo. Et questo solo basterebbe à mostrar la vanità di questo argumento, quando anche non s'intendessi punto più oltre, come se potessi meglio & più particularmente soluere, si come appunto si disse di quello sopra e' quali camminono giustamente per la medesima regola. Ma per maggior satisfatione & euidenza ancora della imperfetione di esso, descenderemo anche à più particulare consideratione. L'argumento sta in questa maniera: l'impedimento è essentiale al moto, adunque non si può muouere nel vacuo. Questo argumento suppone non solo che al moto sia necessario l'impedimento del corpo, nello spatio, & che tolto tale impedimento cioè che non sia il corpo nello spatio egli farebbe non in tempo ma in instante, & cosi che non sarebbe moto. Da questo di caua, che si suppone che nel moto non sia alcuna altra causa, che possa impedire la instantaneità come lui se non il detto del corpo nello spatio ma che questo sia falsissimo (oltre à quello che si è mostro della essenza del moto che è il vero & ottimo fondamento) si mostra anche per altra via esser falsissimo perche la diuersità della virtù dello agente è tanto atta à diuersifichare il moto, quanto alla tardità & velocità quanto si sia l'impedimento del mezzo. Et di più anche la mala ò buona dispositione, & resistenza ò attitudine del mobile, è esso ancora atto à fare il medesimo: anzi si vede manifestamente necessario dalla consideratione della natura questi altri mezzi; che non si possa in modo alcuno dire che dalla positione del vacuo, ne possa seguitare la instantaneita del moto, perche non è dubbio che dato il medesimo vacuo, & el medesimo mobile che vn motore di virtù come dieci lo mouerà più presto per il medesimo spatio che vn motore di virtù come cinque ma lo instante non riceue ne più presto ne più tardi, adunque non si potrà mai dire che si muoua in instante anche nel vacuo, & il medesimo occorre anche appunto argumentare dalla parte della dispositione del mobile. Al che anche si può aggiugnere questo che dato il medesimo motore, & la medesima natura del mezzo, ma diuersificando lo spatio cioè che nell'vn moto sia lo spatio come cinque & nell'altro sia lo spatio come dieci che senza dubbio più presto si terminera il moto nel primo spatio come cinque che nel secondo come dieci, ma el prima, & poi non si da nello instante, adunque non potrà essere in instante. Tutte queste cose augumentono & fanno più manifesta la falsita & impossibilita del proposto argumento. Ma quanto alla solutione di esso, si dice che manifestamente egli non conclude, che dal porre il vacuo, il moto fussi in esso in instante, ma si bene che egli fussi sommamente veloce per quanto si ricercassi alla dispositione del mezzo solamente & non punto oltre, possendosi egli poi diuersificare, anche secondo la velocità, da tutti gli altri mezzi, ò cause che si sono assegnate, ma per venire anche à rispondere più strettamente alla forma di esso, perche egli arguisce da quella proportione del non punto di impedimento, al non punto di tempo, dico in prima che egli non può in modo alcuno concludere quanto alla negatione del tempo, quando anche si concedessi, che l'impedimento del corpo medio fussi el totale impedimento, & questo è perche l'impedimento nel moto non gli da ne può dare la successione, come si è prouato & mostro, perche quello che si è mostro della mutatione locale secondo il luogo si è mostro anche del moto essendo l'vno & l'altro realmente il medesimo (& per mutatione hora io non intendo il principio del moto) ma solo qualunque mutatione di luogo; essendo adunque che il moto ha la successione non da tal corpo medio solo, ma dalla sua natura stessa, come si è mostro, resta che da tale impedimento egli non habbia, se non la tardità & neanche assolutamente; perche ci sono quell'altre cause ancora per quanto ci sia lui in questa cosa: Ma dato che egli fussi solissimo non sarebbe se non causa della tardità del moto, remosso adunque tale impedimento ne seguirebbe che si rimouerebbe interamente ogni tardità del moto, & che e 'l moto sarebbe sommamente veloce, come propriamente & veramente si potrebbe dire del moto del primo mobile; Ma che egli mai per ciò fussi in instante, cioè senza successione, non potrebbe mai seguire: Seguirebbe ben questo assurdo da tale assunto, se si potessi dire che il moto hauessi la successione da tale impedimento & all'hora si concluderebbe bene, perche seguirebbe tal conclusione da vna propositione che altererebbe l'essentialità del moto la quale è di hauer per sua natura intrinseca, & per se stessa la successione, la quale cosi si negherebbe che gli fussi essentiale per sua stessa natura, dicendosi cioè che egli l'hauessi assolutamente da tale impedimento; onde quanto alla forma dell'argumento si concluderebbe benissimo, che in tal caso togliendosi quello impedimento, di che si dice, si togliessi insieme ancora la successione al moto, & cosi che egli douessi essere in instante; ma l'assunto è falsissimo & impossibile come si è mostro, cioè il moto habbia la successione dallo impedimento detto, onde si vede che l'argumento resta totalmente spogliato d'ogni verità & d'ogni forza: Ma per rispondere ancora più strettamente alla forma di esso, cioè in quanto che egli è fondato in su la proportione del non punto di impedimento al non punto di tardità, & cosi che à quella secondo tal proportione ne segua l'instante, dico imprima che si è risposto col mostrare che dalla remotione della tardità, non segue l'instante, perche la tardità si toglie con la velocitatione & la velocitatione ancor che in infinito mai escluderà la successione ò temporaneità, & cosi che tolta quanto si voglia la tardità, non per questo si torrà quello che è essentiale al moto, cioè la successione; ma solo quello che sarà accidentale, cioè la tardità: & non repugna punto che vn moto non sia punto tardo & non sia punto tardo & non sia in instante, se già noi non volessimo incorrere in vn altro errore di dire, che la tardità fussi essentiale al moto, perche ella sia congiunta talmente con la successione, che la successione non possa esser senza tardità: il che quando si dicessi, si negherebbe poi, che egli hauessi tal tardità essentiale dallo impedimento, ma si direbbe che egli l'hauessi in quanto essentiale pure dalla sua stessa natura intrinseca; & che dallo impedimento egli hauessi poi quella tardità, che solo gli fussi accidentale; perche necessario sarà giamai che dica che ogni tardità, sia essentiale al moto anzi veramente nessun grado di tardità, gli sarà necessario, ma solo la simplice successione astratta totalmente da ogni altra cosa; vedesi adunque che da quella proportione del non punto di impedimento, al non punto di tempo ò di successione, non val nulla in questo caso è pecca in materia. Ma oltre che ella pecca in materia dico che ella pecca anche in forma, & che da tal modo di arguire, non si conclude sicuramente cosa alcuna, il che si mostra da questo che secondo tal forma in alcuni casi si conclude manifestamente in falso; & questo accadrà meramente nello opposito del detto argumento, & cosi in vna materia molto prossima & simile il che tanto più scoprirrà la presente falsità. Dico adunque stante tal forma di arguire, io prouerrò che vn mobile cioè un corpo quantunque solido, si muouerà necessariamente sempre per qualunque altro corpo quantunque solido, il che quanto sia falso credo che da se dimostri: & dirò cosi dalla augumentatione dello impedimento del mezzo viene la augumentatione della tardità del moto, come dalla diminutione, la diminutione, & questo è il medesimo supposito dallo auuersario; ma per pigliarlo anche più strettamente dirò che si come el non punto di impedimento, non corrisponde ad alcuno minimo di tempo, ma solo allo instante, cosi il molto impedimento non corrisponde alla immobilità ò alla negatione del moto assoluto, ma alla maggior tardità del moto; cosi adunque multiplicato l'impedimento quanto si voglia che non perciò ne seguirà il non punto di moto stante la detta proportione: ma ne seguirà il moto tanto più tardo; ma io potrò con la medesima ragione multiplicare l'impedimento quanto io vorrò & infino al termine detto, tanto che bisognerà venire à concedere, che vna pietra si possa muouere nell'altra pietra come nell'aria ma più tardi & questo basti quanto al secondo capo della falsita & impotenza del argumento proposto.
Resta hor sol dunque da considerarsi se questa propositione; l'impedimento è essentiale al moto, si può intendere in alcun senso vero & saluarsi, & dico che si benche impropriamente; & sara intendendo che tale impedimento sia per la parte del mezzo come infin quiui si poteua assai ben saluare ma non poi come s'è inteso dello impedimento, di quel mezzo, cioè rispetto al corpo; ma sarà veramente se bene non propriamente detto l'impedimento del mezzo essentiale al moto in quanto che tal mezzo (doue & nel quale necessariamente bisogna che sia il moto) bisogna che sia fra due estremi distinti localmente, & che egli sia distinto in parte secondo el prima, & el poi il che tutto si può dire impedimento che egli non si possa passare in instante, & cosi che la mutatione ò moto non possa essere in instante, & in tal caso si può saluare che l'impedimento sia essentiale al moto, cioè in quanto che la distanza che è necessaria tra l'vn termine & l'altro si potrà dire in vn certo modo essere impedimento à quella instantaneità. Ma pigliando in questo modo non contraddirò punto alla mia oppinione, ne farà punto à proposito, à quella degli auuersarj per che non concluderà punto contro alla positione del vacuo come è manifesto.