Difesa di un Soldato Prussiano
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DIFESA
DI UN
Soldato Prussiano
DIFESA
DI UN SOLDATO PRUSSIANO
Era un giorno di festa, e come è il costume e dovere, i soldati vanno alla Messa.
Mentre un reggimento prussiano era ad ascoltarla, avvenne che un soldato, invece di prendere in mano qualche libro di devozione, si levò di tasca un mazzo di carte da giuoco, e se ne stette per tutto il tempo della Messa meditandole ad una ad una.
Il Sergente, che l’osservò, gli impose di deporle; ma il soldato nè rispose, nè obbedì; e seguitò la sua meditazione sino a tanto che la Messa fu terminata.
Il Sergente, sdegnato di un tale affronto, terminata la Messa condusse il soldato dal Maggiore, narrandogli l’accaduto.
Il Maggiore, acceso di sdegno contro costui, gli disse:
— Come! tu ardisci in Chiesa tener carte da giuoco in mano, invece di libri devoti?... Ebbene, se tu domani non saprai difenderti, passerai per dieci giri di verghe fra 200 uomini.
Allora il Soldato rispose al Maggiore:
— Lei dice bene che il luogo è santo, e che ognuno deve attendere alle sue meditazioni, come io pure attendeva alle mie!
— Non basta ciò per iscusarsi!
dice il Maggiore. Preparati dunque domani a subire il gastigo annunziato.
Allora il Soldato riprese il mazzo di carte dalla tasca e disse al Maggiore:
— Ecco la mia difesa!
E fece ad una ad una la seguente spiegazione:
Qualora io vedo un asso, rifletto che vi è un Dio solo, creatore del cielo e della terra.
Il due, mi significa che vi sono due nature in Cristo; cioè la divina e l'umana.
Il tre, mi significano le tre Persone ed un solo Dio.
Il quattro, i quattro Evangelisti:
Matteo, Luca, Marco e Giovanni.
Il cinque, le cinque piaghe di Cristo.
Il sei, mi fa considerare i sei giorni della creazione del mondo.
Il sette, che dopo i sei giorni della creazione, nel settimo, il Signore si riposò.
L’otto, mi rappresenta le otto persone che si salvarono dal diluvio nell’Arca, cioè: Noè, sua moglie con tre loro figli, e le loro mogli.
Il nove, i nove uomini risanati dal Signore, che, ingrati, non gli resero le dovute grazie.
Il dieci, mi fa rammentare i dieci comandamenti che Mosè ha ricevuto da Dio sul monte Sinai, in mezzo ai lampi e ai tuoni.
Dopo il Soldato prese tutte le figure, e messe a parte solo il fante di picche, dicendo:
— Tu, disonorato infame, non devi rimanere fra gli altri.
Questi poi (cioè gli altri tre) sono i manigoldi che hanno crocifisso Nostro Signore Gesù Cristo.
Le quattro donne dimostrano la Vergine Madre colle tre Marie che visitarono il S. Sepolcro.
I quattro Re mi significano i Re Magi che vennero dall’Oriente ad adorare il Re impareggiabile, cioè Gesù Cristo appena nato.
Ogni qual volta io vedo le carte a fiori, mi viene in mente che il Redentore, invece di essere coronato di fiori, fu coronato di pungentissime spine.
Vedendo picche, mi fa memoria la lancia e i chiodi che trasfissero il costato, le mani ed i piedi dell’adorato Nostro Divin Redentore!
Vedendo cuori, mi rammentano il grande amore di cui arse Gesù morendo per noi.
Vedendo quadri, mi danno a conoscere che la Chiesa si dilatò per tutte le altre parti del mondo.
Di più osservo che nelle carte vi sono 366 punti, e 366 sono i giorni dell’anno.
Le figure sono 12, e 12 sono i mesi dell’anno.
I quattro colori significano le quattro stagioni.
Le bestemmie poi che mandano i giuocatori, mi ricordano quelle che i Giudei mandavano a Gesù Cristo.
Il denaro che giuocano, significa le 30 monete per le quali fu da Giuda venduto.
L’allegria poi che segue sul giuoco, mi rammenta l’allegria di quelle anime sante del Limbo nell’atto che ne vengono da Dio liberate per essere ammesse in Paradiso.
Il diritto ed il rovescio delle carte mi significano il Paradiso e l'Inferno.
Altro non saprei dirle, o signor Maggiore, in mia difesa, solo ch’io vo meditando molto meglio sopra un mazzo di carte, che sopra qualunqu’altro libro di devozione!
Allora il Maggiore gli domanda:
— Che vuol dire quel fante a picche che hai messo in disparte, dicendo che era un infame e disonorato?
— Questo (rispose il Soldato) è quello che mi ha condotto qui davanti a V. S. Illustrissima, per farmi gastigare.
Il Maggiore, udendo una tale spiritosa difesa, lo assolvè immediatamente dal suaccennato gastigo, e colmò d’applausi la sua prontezza di spirito.
Imparate adunque a non dubitar male dei vostri fratelli, se no, figurerete sempre come il fante di picche!
FINE.