Didatticaduepuntozero/Capitolo Secondo
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Capitolo 2
Organizzazione di interventi formativi nel settore della didattica digitale
Alberto Panzarasa
1. Introduzione
Per comprendere l’importanza della mappatura delle competenze all’interno del sistema scolastico è bene ricordare alcuni passaggi fondamentali degli ultimi anni.
Da un lato la redazione del Piano Triennale dell’Offerta Formativa costringe le scuole a ragionare in termini di progettualità a medio termine; dall’altro il sistema di autovalutazione delle istituzioni scolastiche, costituito dal Rapporto di AutoValutazione (RAV) e dal Piano di Miglioramento (PdM) propongono alla scuola un sistema che porta a individuare punti di forza e di debolezza e a costruire percorsi che puntano al miglioramento, stimolando il confronto tra scuole e la condivisione.
In questo contesto si inserisce il Piano Nazionale Formazione Docenti, in cui appare evidente come si voglia riportare al centro del sistema scolastico la professionalità del docente. In ogni sistema, sia esso pubblico o privato, la formazione del personale è fondamentale per il miglioramento delle prestazioni e delle performance. Le risorse economiche stanziate, pertanto, richiedono alle scuole una pianificazione e una progettazione di interventi formativi che sia funzionale al miglioramento dell’istituzione scolastica e delle professionalità dei singoli docenti. Per questo diventa importante una riflessione che parta da dati concreti e porti a mappare le competenze dei docenti di un istituto per progettare un piano di formazione d’istituto che sia prima di tutto efficace.
Le fasi che si richiedono per la progettazione e l’erogazione di un intervento formativo sono le seguenti:
- 1. analisi dei fabbisogni formativi;
- 2. mappatura delle competenze;
- 3. progettazione e pianificazione delle attività formative;
- 4. individuazione del profilo del formatore e mappatura delle risorse di formazione;
- 5. orientamento per i docenti ai percorsi formativi;
- 6. gestione delle attività formative;
- 7. monitoraggio e rendicontazione.
Nel seguito di queste pagine verranno trattate tutte le fasi, partendo anche dall’esperienza concreta di questi anni nella rete DidatticaDuePuntoZero.
L’articolo qui proposto non ha la volontà di offrire certezze in un tema così complesso come l’efficace organizzazione della formazione d’istituto. Tuttavia vuole mettere in evidenza alcune buone pratiche e un modo di procedere che evidenzi con ordine tutti gli step necessari per una efficace organizzazione e pianificazione.
2. Analisi dei fabbisogni formativi
L’analisi del fabbisogno deve essere l’incontro di due punti di vista:
- quello dell’istituzione scolastica i cui obiettivi e le cui priorità emergono dal RAV e dal PdM;
- quello dei docenti, con i loro interessi e la loro motivazione.
Occorre quindi agire su due livelli: la scuola e i docenti. I dati possono essere raccolti somministrando due tipologie di questionari: uno rivolto alle scuole, di seguito denominato questionario scuola, e uno aperto ai singoli docenti, di seguito denominato questionario docenti.
Da un lato, la scuola deve mirare a percorsi di formazione che vadano incontro alle priorità definite nel RAV. Nel caso in cui i percorsi di formazione vengano realizzati in rete con altre scuole è opportuno raccogliere le priorità di miglioramento dei diversi istituti e analizzare i dati raccolti. Nel questionario scuola è importante che vengano rilevati i seguenti elementi:
- scheda anagrafica dell’istituto con dati dirigente e dati referente;
- descrizione priorità e traguardi per l’Istituto;
- area di formazione a cui l’istituto è interessante, in questo si può far riferimento alle nove aree inserite nel piano nazionale di formazione che coprono sufficientemente tutte le necessità:
- autonomia organizzativa e didattica;
- didattica per competenze, innovazione metodologica e competenze di base;
- competenze digitali e nuovi ambienti per l’apprendimento;
- competenza di lingua straniera;
- inclusione disabilità;
- coesione sociale e prevenzione del disagio giovanile globale;
- integrazione, competenze di cittadinanza e cittadinanza globale;
- scuola e lavoro;
- valutazione e miglioramento. il coinvolgimento di tutta la comunità scolastica.
Occorre effettuare poi l’analisi dei dati, in cui è importante:
- Evidenziare quali sono le priorità comuni a più istituti;
- Evidenziare le aree di formazione a cui gli istituti sono più interessati in modo da investire una maggiore quantità di risorse;
- Distinguere i dati per tipologia di scuola, almeno tra Istituti Comprensivi e Scuole Secondarie di Secondo Grado.
Per i docenti possono essere proposti questionari chiedendo a quali delle aree tematiche del Piano Nazionale Formazione Docenti sono maggiormente interessati e dove sarebbero interessati a frequentare i corsi. Questi due aspetti sono fondamentali per la buona riuscita dell’intervento formativo perché aiutano da un lato a individuare le sedi dei corsi di formazione e dall’altro a evidenziare le tematiche di maggiore interesse. Il modo più semplice per raccogliere i dati è utilizzare un modulo online creato per esempio con Google Form distribuendo il collegamento via mail o tramite un sito web.
I dati provenienti dal questionario scuola e da quello per i docenti fanno emergere punti di vista diversi, sono entrambi importanti e diventano il punto di partenza per la pianificazione delle attività formative che deve essere una intersezione ragionata dei risultati ottenuti. E’ importante sottolineare che, con l’autonomia, scuole diverse possono tendere o privilegiare competenze diverse del personale.
3. Mappatura delle competenze
La mappatura delle competenze è il processo attraverso cui si rilevano, gestiscono e sviluppano le competenze del proprio personale in connessione con gli obiettivi e l’organizzazione dell’Istituto. Gli scopi sono diversi: da un lato l’individuazione di competenze specifiche, dall’altro l’individuazione di criticità e di necessità.
Premesso che la mappatura è sicuramente funzionale a una buona organizzazione di un piano di formazione, resta il problema di come realizzarla all’interno di una scuola. A mio modo di vedere l’unica strada percorribile appare quella dei questionari. E’ importante anche mettere in risalto le differenze tra analisi del fabbisogno formativo e mappatura delle competenze. Infatti, mentre l’analisi del fabbisogno formativo va a indagare le necessità e i settori in cui vi è richiesta di formazione, la mappatura delle competenze va a indagare quali sono le competenze in essere tra i docenti e di conseguenza quali mancano o sono scarse in modo da definire un efficace piano di formazione.
Per chiarire con un esempio, se vogliamo fare una mappatura delle competenze sull’utilizzo della LIM nella didattica tramite questionario potremo semplicemente porre le seguenti domande:
- Utilizzi la LIM? Si/no
- Come utilizzi la LIM nella didattica in classe?
- - Per vedere filmati
- - Come lavagna
- - Con Software interattivi
In questo modo avremo informazioni sulla necessità di avviare una formazione sull’utilizzo della LIM e potremo anche pianificare i contenuti del corso, prevedendo all’occorrenza un corso base e uno più avanzato.
4. Progettazione e pianificazione delle attività formative
Un altro aspetto da valutare con attenzione è la struttura da dare alle attività formative, infatti da essa dipende l’efficacia e l’impatto che avranno sul sistema scolastico. Le tipologie di intervento possono essere: seminariali, percorsi in modalità e-learning, in presenza o blended (ovvero misti). La scelta sulla tipologia è strettamente dipendente dai risultati che si vogliono ottenere.
I convegni o gli workshop condotti da esperti sono spesso diretti a una assemblea anche vasta e hanno in genere un buon impatto sulla motivazione dei docenti; il limite è la breve durata e la mancanza di una effettiva collaborazione tra esperto e comunità dei docenti che porti a una effettiva crescita.
I percorsi di e-learning, per essere efficaci, devono curare diversi aspetti:
- la qualità elevata dei materiali proposti;
- il tutoring per garantire un minimo di consulenza al percorso che si svolge;
- la produzione di materiali da parte dei corsisti con validazione da parte dei docenti.
I percorsi formativi in presenza o comunque blended, ovvero con momenti di formazione online e altri in presenza, hanno il grosso vantaggio di aumentare l’efficacia del percorso formativo con l’esperto che effettivamente può diventare oltre che formatore punto di riferimento per i docenti.
Il Piano di Formazione Nazionale insiste molto sul fatto che i corsi devono essere strutturati in Unità Formative. Di esse non viene definito il monte ore, tuttavia vengono specificate con precisione le caratteristiche:
- Auto consistenti;
- Strutturate con incontri in presenza;
- Articolate in modo da prevedere attività di confronto/ricerca fra docenti (dello stesso istituto, di istituti diversi, dello stesso grado o di ordini diversi);
- Strutturate in modo da prevedere una fase di sperimentazione, preferibilmente con un prodotto e una documentazione (documentazione di processo).
Tuttavia, come dicevamo, nel documento ministeriale non sono specificate le ore per le Unità Formative. Una buona scelta è utilizzare come modello lo standard dei Crediti Formativi Universitari (CFU), in cui ad ogni CFU corrispondono 25 ore di lavoro, ovvero includendo diverse tipologie di attività.
Il percorso formativo sarà quindi costituito non solo dalle attività in presenza, ma da tutti quei momenti che contribuiscono allo sviluppo delle competenze professionali e che possono comprendere: formazione a distanza, sperimentazione didattica documentata e attività di ricerca/azione, lavoro in rete, approfondimento collegiale e personale, documentazione e forme di rendicontazione con ricaduta nella scuola, progettazione ecc.
A titolo di esempio possibili strutture delle Unità Formativa sono mostrate nella tabella seguente.
Lezioni in presenza con attività di ricerca-azione, laboratorio, sperimentazione |
Lavoro online o a gruppi funzionale alle lezioni in presenza |
Produzione dell’elaborato finale o di documentazione, con validazione da parte del formatore/tutor |
10 ore | 7 ore | 8 ore |
10 ore | 10 ore | 5 ore |
12 ore | 6 ore | 7 ore |
12 ore | 8 ore | 5 ore |
12 ore | 9 ore | 4 ore |
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È molto importante sottolineare che i percorsi, per essere completi, devono avere una ricaduta diretta sulla didattica e favorire la produzione e la diffusione di materiali e buone pratiche. Proprio per questo è sempre un valore aggiunto l’individuazione di bisogni comuni a più scuole e l’erogazione di corsi a cui possono accedere docenti di più istituti, proprio per favorire l’impatto e o scambio di professionalità tra scuole. Una riflessione molto importante è sul numero di iscritti: non è consigliabile infatti aprire corsi a più di 25 iscritti in quanto i momenti in presenza diventano difficilmente gestibili con efficacia.
Per la pianificazione degli interventi formativi è opportuno avere degli strumenti che siano funzionali al corso, tra questi è opportuno ricordare:
- uno spazio web: può essere un sito web di riferimento se si parla di corsi organizzati in rete con altri istituti o una semplice pagina web per iniziative formative di istituto. Il vantaggio di avere uno spazio web pubblico risiede sia nella pubblicizzazione dei corsi, sia nella pubblicazione dei materiali del corso;
- una piattaforma per la formazione online: è importante ricordare che esistono molte piattaforme gratuite facilmente attivabili, per esempio Dokeos, Google Classroom, Docebo…
Per i percorsi blended, ovvero misti, può essere sufficiente una piattaforma snella con pochi strumenti ma efficaci. Per esempio sono elementi essenziali:
- la descrizione del percorso;
- gli avvisi o un calendario attività;
- i documenti in cui il docente può inserire dei materiali;
- un’area elaborati in cui i corsisti possono caricare i materiali;
- un forum di interazione tra gli utenti;
- uno spazio per i docenti per condividere materiale.
L’integrazione nei percorsi formativi di spazi per la condivisione di materiali prodotti dai docenti e la loro diffusione è una pratica sempre da promuovere. Questo infatti è uno dei punti di debolezza del sistema scolastico italiano; spesso abbiamo docenti che producono materiali pregevoli e spunti didattici notevoli ma manca lo spirito di condivisione e riutilizzo di materiali; occorre quindi fornire strumenti ai docenti per favorire questa buona pratica: ciò che viene condiviso non è perso o rubato, semplicemente viene valorizzato.
5. Individuazione del profilo del formatore e mappatura delle risorse di formazione
La definizione del profilo del formatore parte ovviamente dalla descrizione dei contenuti del corso e dalle sue modalità di erogazione. Per la selezione del profilo, sempre più frequentemente, a fronte delle normative vigenti, si opta per l’avviso pubblico di selezione di esperti piuttosto che per l’affidamento diretto. Una fase cruciale per la selezione di esperti diventa allora l’individuazione dei titoli e delle esperienze professionali che nell’avviso pubblico in genere sono così raggruppati:
- titoli di studio e culturali, tra cui i titoli di studio e gli attestati di partecipazione ad attività formative;
- titoli professionali, tra cui esperienze come formatore e tutor andando a distinguere nei punteggi assegnati tra le attività inerenti la tematica per cui si presenta domanda e le altre tematiche;
- altri titoli, tra cui per esempio pubblicazioni e interventi a convegni;
- Per una buona predisposizione dell’avviso pubblico è importante una attenta riflessione sui punteggi da assegnare ai titoli in modo da privilegiare alcuni profili che si ritengono più adatti alla tipologia di corso.
Ovviamente è importante, prima di procedere a una selezione di esperti, effettuare una mappatura delle risorse di formazione interne all’istituto o alla rete di istituti. Questa operazione a volte non è così semplice nella scuola italiana, purtroppo caratterizzata da una scarsa cultura della ‘professionalità docente’.
Per l’individuazione di risorse esterne, invece, una opportunità interessante, oltre all’avviso pubblico, può essere la stipula di convenzioni con enti accreditati o università.
6. Orientamento per i docenti ai percorsi formativi
La fase di orientamento dei docenti alla formazione è una delle più delicate ma anche più complesse. È difficile e poco produttivo imporre attività formative o forzare i docenti. La direzione da percorrere è quella della chiarezza e della semplicità nella comunicazione. Qui di seguito alcuni spunti per una efficace organizzazione.
- - Comunicazione della struttura del corso o di tutto il catalogo dell’offerta formativa: a titolo di esempio, nella tabella di seguito viene proposta la possibile struttura per comunicare i contenuti di un corso.
Come si può vedere vengono esplicitati in modo molto chiaro: il titolo, il target, le ore e le modalità in cui vengono erogate, i contenuti, le competenze in uscita, l’output prodotto.
Area tematica | |
Titolo | Didattica laboratoriale delle Scienze |
Target | Secondaria di primo grado e biennio superiori |
Struttura corso | 12 ore in presenza, 10 ore online, 3 ore di produzione materiale |
Contenuti: | |
Competenze in uscita: | |
Output prodotto: | Realizzare una attività laboratoriale interdisciplinare per la propria classe |
- - Comunicazioni chiare sulle modalità di accesso ai corsi, mediante circolari o e-mail rivolte direttamente ai docenti
- - Individuare referenti scolastici per le attività di formazione
- - Una pagina social, facebook o twitter, può essere utile a promuovere le iniziative di formazione e le iscrizioni ai corsi
- - Un canale telegram può essere uno strumento estremamente efficace per la comunicazione
7. Gestione delle attività formative
La prima cosa da organizzare con chiarezza e trasparenza è la gestione delle iscrizioni; le modalità sono essenzialmente due:
- pubblicare un modulo online, per esempio con google form;
- raccogliere le iscrizioni in forma cartacea o via e-mail in segreteria.
Il modo sicuramente più snello è il modulo online, tuttavia anche nel caso di questa scelta diventano importanti alcuni accorgimenti soprattutto se il corso è in rete con altri istituti. Prima di tutto la pubblicizzazione del modulo di iscrizione: può essere comunicato il link ai docenti per esempio tramite e-mail oppure pubblicandolo sul sito della scuola; per corsi in rete con altri istituti può essere importante una e-mail alle segreterie di tutte le scuole in modo da diffondere in modo capillare l’informativa.
Sempre con lo scopo di diffondere al meglio le iniziative può essere una scelta vincente creare una pagina social (facebook o twitter) in cui possano essere comunicati link a moduli di iscrizioni a corsi o convegni e diffusione nel territorio di iniziative di vario tipo. Un altro strumento è la creazione e l’utilizzo di un canale Telegram in cui possono essere messi dei comunicati stampa.
Occorre poi predisporre un registro di raccolta presenze cartaceo oppure online e predisporre un sistema di creazione e distribuzione dei certificati. Anche in questo caso è opportuno informatizzare tutte le procedure; raccogliendo i dati essenziali degli iscritti con un google form, per esempio, si hanno a disposizione tutti i dati dei corsisti in formato tabellare e diventa molto semplice aggiungere le ore di presenza e con una stampa unione predisporre gli attestati.
8. Monitoraggio e rendicontazione
Le attività devono poi essere rendicontate e monitorate. Per il monitoraggio devono essere predisposti dei questionari che vadano a indagare le seguenti aree:
- soddisfazione sul formatore;
- soddisfazione sull’organizzazione;
- soddisfazione sul percorso nel suo insieme.
Per migliorare la qualità della proposta formativa è utile registrare anche le criticità ed i punti di debolezza, quindi per esempio può essere utile uno spazio per note e suggerimenti. Qui di seguito a titolo di esempio viene riportato un questionario.
Sezione 1. Servizi di formazione |
1. All’inizio del corso, gli obiettivi ed i contenuti sono stati presentati in modo adeguato? |
2. Rispetto agli obiettivi del corso i contenuti sono stati coerenti? |
3. La preparazione dei docenti Le è sembrata adeguata rispetto alle aspettative sul corso? |
4. Si ritiene soddisfatto dell’approccio alla didattica e della disponibilità dimostrata dal docente? |
5. Ha ritenuto soddisfacente l’organizzazione del corso (es. orari, durata, assistenza)? |
6. Ha ritenuto soddisfacente la logistica del corso (aule, materiali didattici, attrezzature)? |
7. In generale, si ritiene soddisfatto della qualità dei servizi erogati dalla sede di corso? |
Sezione 2. Soddisfazione generale |
8. Giudica il servizio di cui ha fruito nel suo complesso soddisfacente? |
9. I servizi fruiti all’interno del percorso sono coerenti con le aspettative e gli obiettivi da Lei prefissati? |
10. Ripensando alle motivazioni iniziali che L’hanno spinta a partecipare al corso, ritiene di avere ottenuto i risultati che si attendeva? |
Sezione 3. Motivazione alle risposte negative e suggerimenti |
Nota: |
Dopo la raccolta dati è necessario effettuare una analisi dei dati che, a titolo di mero esempio, può seguire due vie:
- La produzione di grafici relativi ad ogni domande;
- Il calcolo del valore medio del punteggio attribuito adogni domanda.
Infine, è opportuno elaborare un breve report del percorso che può essere utile per la rendicontazione finale che deve avere una duplice valenza: da un lato un commento al percorso svolto dall’altro una rendicontazione economica.
9. Commenti e conclusioni
Una buona organizzazione e una attenta progettazione della formazione del personale docente sono indispensabili per il miglioramento del nostro sistema scolastico.
Il forte cambiamento nella società e i risultati nei livelli di apprendimento degli alunni, impongono la necessità di ripensare e rinnovare la didattica e gli ambienti di apprendimento. Le classi sono oggettivamente più complesse e disomogenee rispetto al passato; questo mette a volte in difficoltà i docenti nella gestione delle lezioni, mentre il sistema scolastico italiano risulta nel suo complesso poco efficace nella personalizzazione dei percorsi.
Inoltre, la scuola italiana si appoggia tuttora su metodi molto tradizionali: la lezione frontale è ancora una delle metodologie più utilizzate e i risultati ottenuti non sono più adeguati.
Proprio con queste premesse, la formazione dei docenti può essere la chiave per innescare un miglioramento del sistema scolastico italiano, trasferendo e condividendo nuove competenze che consentano al docente di poter gestire i momenti didattici con diverse metodologie in modo da adattarsi alla classe. Da un lato un aiuto può venire dalla padronanza nell’utilizzo degli strumenti tecnologici, spesso non pienamente sfruttati, dall’altro serve una riflessione sul metodo di insegnamento e sulla gestione della classe.
Per approfondire
- Piano Nazionale Scuola Digitale: http://www.istruzione.it/scuola_digitale/allegati/Materiali/pnsdlayout-30.10-WEB.pdf
- Piano Nazionale Formazione Docenti 2016-2019: http://www.istruzione.it/allegati/2016/Piano_Formazione_3ott.pdf