Di Tito Lucrezio Caro e del suo poema De Rerum Natura/Discorso critico/Studio Filologico

Studio Filologico

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Discorso critico - Filosofia Lucreziana Discorso critico - Difetti e Bellezze di Stile

[p. 46 modifica]Pagina:Mazzarella - Di Tito Lucrezio Caro e del suo poema De Rerum Natura, 1846.djvu/55 [p. 47 modifica]Pagina:Mazzarella - Di Tito Lucrezio Caro e del suo poema De Rerum Natura, 1846.djvu/56 [p. 48 modifica]Pagina:Mazzarella - Di Tito Lucrezio Caro e del suo poema De Rerum Natura, 1846.djvu/57 [p. 49 modifica]Pagina:Mazzarella - Di Tito Lucrezio Caro e del suo poema De Rerum Natura, 1846.djvu/58 [p. 50 modifica]Pagina:Mazzarella - Di Tito Lucrezio Caro e del suo poema De Rerum Natura, 1846.djvu/59 [p. 51 modifica]Pagina:Mazzarella - Di Tito Lucrezio Caro e del suo poema De Rerum Natura, 1846.djvu/60 [p. 52 modifica]forse anche il linguaggio, siccome per ugual ragione credesi abbiano fatto anche Sallustio e Tacito, sebbene più moderatamente, come coloro che scrivevano in prosa ed in età più tarda: e sempre poi starebbe a giustificazione del Poeta il precetto delle scuole, illustrato poi da Quintiliano «Verba e vetustate repetita... afferunt orationi majestatem aliquam non sine delectatione (L. I. c. 6)». Ma abbia pure Lucrezio il suo difetto, come in questo, così nel po’ d’inelegante, di scabro in cui incorre alcuna fiata, nonchè nelle frequenti ripetizioni delle medesime forme; sempre e da saperglisi assai buon grado, se imitando, con gli altri vecchi maestri, Ennio massimamente, tutti a gran pezza li vinse; se sollevò di tanto la lingua da farla non indegna interprete de’ suoi alti concepimenti, se pose in onore moltissime maniere che meritarono essere riprodotte dai grandi poeti dell’età migliore, se infine con essi può senza disdoro paragonarsi1. Ma, dopo tutto, la più valida scusa delle imperfezioni che a lui si rinfacciano, sta nel non aver egli assai probabilmente dato l’ultima mano al lavoro.

  1. Vedi più innanzi.