Di Tito Lucrezio Caro e del suo poema De Rerum Natura/Discorso critico/Introduzione

Introduzione

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Discorso critico Discorso critico - Ricerche più generali
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DI

E DEL SUO POEMA

DE RERUM NATURA




«Quid, quod haud pauci juniorum ad

philologiam aspirantium neque legerunt
unquam Lucretium, nec quid
scripserit sciant?»

Forbiger: de T. Lucr. Car. dissertatio.




Mentre Roma tra il conflitto delle armi italiche, delle esterne e delle intestine, maturava pur comechefosse i frutti del tardo suo incivilimento, al sorgere di quel secolo, cui aureo chiamano le lettere, e funestissimo alla cosa pubblica addimostrano le storie, primo per età, [p. 12 modifica]ed a pochi secondo per merito, fiorì alla gloria de’ liberali studii Tito Lucrezio Caro, autore del poema De Rerum Natura, ed argomento alle presenti parole.

Oltre le difficoltà proprie del tema e dello stile, più cause contribuirono nel diniegare ai lucreziani carmi quella familiarità di studio, onde gli altri classici esemplari vanno lieti fra noi. Il tempo, l’ignoranza ed i pregiudizn, di non pochi sconci ed errori ne ingombrarono i vecchi codici; e se, taluno per la conformità delle idee, e molti a rincontro per l’abbonimento delle medesime, ne esagerarono la lode od il biasimo, i più, o non toccarono per nulla a quest’opera, o non parvero estimarla in tutta la sua pienezza. Ma ora che le lucubrazioni di benemeriti filologi reintegrarono e chiarirono per molta parte l’antico lesto, e che la cristiana filosofia sembra essere abbastanza rassodata negli animi per non doversi temere l’antagonismo d’ogni qualsiasi più splendida menzogna, sia lecito tentarne un più adequato giudizio, che le mefiti schive rinfranchi, e alle inesperte sia guida. Tanto più, che di presente le catastrofi fra cui si avvolsero i nostri padri, colla trista esperienza di casi analoghi a quelli dei quali Lucrezio fu testimonio, ci [p. 13 modifica]Pagina:Mazzarella - Di Tito Lucrezio Caro e del suo poema De Rerum Natura, 1846.djvu/22