Di Tito Lucrezio Caro e del suo poema De Rerum Natura/Dedica
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A SUA ECCELLENZA
IL SIGNOR CONTE
CAV. DELL’ORDINE DE’ GIOANNITI
CONSIG. INTIMO E CIAMBELLANO DI S. M. I. R. A.
GIÀ PRESIDENTE DEL IV. CONGRESSO
DEGLI SCIENZIATI ITALIANI
E PRESIDENTE ATTUALE
DELL’I. VENETO ISTITUTO DI SCIENZE ED ARTI
SEGRETARIO DELLA R. ACCADEMIA DI PADOVA
E MEMBRO
D’ALTRE SCIENTIFICHE SOCIETÀ
Eccellenza!
Mentre la moltitudine de’ lettori corre alle facili pagine dei romanzi, e anche sulle bocche dei dotti omai altro non suona che studio di pratiche utilità, questo mio qualunque siasi lavoro abbisogna d’un bel nome, che lo raccomandi; e tale essendo il suo, permetta che senz’altro glie ne faccia ossequiosa profferta.
Ella, che apprezza e coltiva le gravi non meno che le amene discipline, Ella, che conosce come la scienza contemporanea all’antica si ricongiunga, e come le nostre lettere, senza farsi nè plagiarie, nè retrograde, dalle splendide forme latine possano trarre il miglior loro incremento, forse non disgradirà il presente Studio intorno al maggior Poeta-filosofo della classica età.
Nel discorso critico mirai a considerare Lucrezio ed il suo Poema sotto ogni aspetto, senza dilungarmi in troppe parole: nei saggi di nuova versione m’attenni a quella ragionevole fedeltà, che parmi dover essere primo scopo di simili fatiche. E sempre pensai di parlare a quella Gioventù, nel cui mezzo mi chiamano amore e dovere.
Se in tutto od in parte non toccassi la pubblica approvazione, rimarrammi a conforto l’idea d’averle potuto attestare la viva simpatia e profonda stima, con cui ò in pregio di dichiararmi
- Di Lei, Ch. Sig. Conte,
Mantova, 2 Dicembre 1848.
Sincero Amministratore
Amilcare Mazzarella
I. R. Prof. di Filologia e Storia