Di Tito Lucrezio Caro e del suo poema De Rerum Natura/Appendici al discorso/F - Giudizio del Pignotti sopra Lucrezio

F - Giudizio del Pignotti sopra Lucrezio

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[p. 100 modifica]Pagina:Mazzarella - Di Tito Lucrezio Caro e del suo poema De Rerum Natura, 1846.djvu/109 [p. 101 modifica]favoleggiatore e naturalista Pignotti, il quale, com’è noto, quella scienza appunto professava all’Università di Pisa; e del poema De Rerum Natura lasciò scritto ch’esso «contiene le verità più conformi alla Newtoniana dottrina; e vi si trovano sviluppate delle verità a scoprire le quali non si sarebbe sospettato che gli antichi fossero giunti... gli atomi, il vuoto, la indistruttibilità dei principii che compongono i corpi, l’ascensione dei vapori dal seno del mare, l’impulso di essi dai venti, l’arresto alle montagne, e perciò la formazione delle pioggie..; e, ciò che non si sarebbe immaginato, la dottrina di Galileo sulla caduta dei gravi...» (Lett. 4. sui Classici). Duolci però il vedere che nello stesso luogo il Pignotti con equivoco giudizio loda e biasima in pari tempo lo stile lucreziano.

p. 52. (G)

Intorno alla genuinità del testo lucreziano.

Inverosimile riesce il credere ad Eusebio che Cicerone siasi adoperato a rivedere e limare i libri di Lucrezio, primieramente e principalmente perchè questi sostengono quell’unica