Detto del gatto lupesco
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Sì com’ altr’ uomini vanno,
ki per prode e chi per danno,
per lo mondo tuttavia,
così m’andava l’altra dia
5per un cammino trastullando
e d’un mio amor già pensando
e andava a capo chino.
Allora uscìo fuor del cammino
ed intrai in uno sentieri
10ed incontrai duo cavalieri
de la corte de lo re Artù,
ke mi dissero: «Ki·sse’ tu?»
E io rispuosi in salutare:
«Quello k’io sono, ben mi si pare.
15Io sono uno gatto lupesco,
ke a catuno vo dando un esco,
ki non mi dice veritate.
Però saper vogl[i]o ove andate,
e voglio sapere onde sete
20e di qual parte venite».
Quelli mi dissero: «Or intendete,
e vi diremo ciò che volete,
ove gimo e donde siamo;
e vi diremo onde vegnamo.
25Cavalieri siamo di Bretagna,
ke vegnamo de la montagna
ke ll’omo apella Mongibello.
Assai vi semo stati ad ostello
per apparare ed invenire
30la veritade di nostro sire
lo re Artù, k’avemo perduto
e non sapemo ke·ssia venuto.
Or ne torniamo in nostra terra,
ne lo reame d’Inghilterra.
35A Dio siate voi, ser gatto,
voi con tutto ’l vostro fatto».
E io rispuosi allora insuno:
«A Dio vi comando ciascheduno».
Così da me si dipartiro
40li cavalieri quando ne giro.
E io andai pur oltre addesso
per lo sentiero ond’ iera messo,
e tutto ’l giorno non finai
infin a la sera, k’io albergai
45con un romito nel gran diserto,
lungi ben trenta miglia certo;
ed al mattino mi ne partio,
sì acomandai lo romito a Dio.
Ed ançi k’io mi ne partisse,
50lo romito sì mi disse
verso qual parte io andasse:
veritade non li celasse.
E io li dissi: «Ben mi piace;
non te ne serò fallace
55k’io non ti dica tutto ’l dritto.
Io me ne vo in terra d’Egitto,
e voi’ cercare Saracinia
e tutta terra pagania,
e Arabici e ’Braici e Tedeschi
60. . . . [eschi]
e ’l soldano e ’l Saladino
e ’l Veglio e tutto suo dimino
e terra Vinençium e Belleem
e Montuliveto e Gersalem
65e l’amiraglio e ’l Massamuto,
e l’uomo per kui Cristo è atenduto
dall’ora in qua ke fue pigliato
e ne la croce inchiavellato
da li Giudei ke ’l giano frustando,
70com’ a ladrone battendo e dando.
Allor quell’uomo li puose mente
e sì li disse pietosamente:
"Va’ tosto, ke non ti dean sì spesso";
e Cristo si rivolse adesso,
75sì li disse: "Io anderòe,
e tu m’aspetta, k’io torneròe";
e poi fue messo in su la croce
a grido di popolo ed a boce.
Allora tremò tutta la terra:
80così·cci guardi Dio di guerra».
A questa mi dipartìo andando
e da lo romito acomiatando,
a cui dicea lo mio vïag[g]io.
Ed uscìo fuor dello rumitag[g]io
85per un sportello k’avea la porta,
pensando trovare la via scorta
ond’ io andasse sicuramente.
Allor guardai e puosi mente
e non vidi via neuna.
90L’aria era molto scura,
e ’l tempo nero e tenebroso;
e io com’ uomo pauroso
ritornai ver’ lo romito,
da cui m’iera già partito,
95e d’una boce l’appellai,
sì li diss’ io: «Per Dio, se·ttu sai
lo cammino, or lo m’insegna,
k’io non soe dond’ io mi tegna».
Quelli allora mi guardòe,
100co la mano mi mostròe
una croce nel diserto,
[lungi] ben diece miglia certo,
e disse: «Colà è lo cammino
onde va catuno pelegrino
105ke vada o vegna d’oltremare».
A questa mi mossi ad andare
verso la croce bellamente,
e quasi non vedea neente
per lo tempo ch’iera oscuro,
110e ’l diserto aspro e duro.
E a l’andare k’io facea
verso la croce tuttavia
sì vidi bestie ragunate,
ke tutte stavaro aparechiate
115per pigliare ke divorassero,
se alcuna pastura trovassero.
Ed io ristetti per vedere,
per conoscere e per sapere
ke bestie fosser tutte queste
120ke mi pareano molte alpestre;
sì vi vidi un grande leofante
ed un verre molto grande
ed un orso molto superbio
ed un leone ed un gran cerbio;
125e vidivi quattro leopardi
e due dragoni cun rei sguardi;
e sì vi vidi lo tigro e ’l tasso
e una lonça e un tinasso;
e sì vi vidi una bestia strana,
130ch’uomo appella baldivana;
e sì vi vidi la pantera
e la giraffa e la paupera
e ’l gatto padule e la lea
e la gran bestia baradinera;
135ed altre bestie vi vidi assai,
le quali ora non vi dirai,
ké nonn·è tempo né stagione.
Ma·ssì vi dico, per san Simone,
ke mi partii per maestria
140da le bestie ed anda’ via,
e cercai tutti li paesi
ke voi da me avete intesi,
e tornai a lo mi’ ostello.
Però finisco ke·ffa bello.