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Dell'oreficeria antica Parte prima
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A




In occasione della vendita fatta dal Governo pontificio all’Imperatore de’ Francesi dei Musei di oggetti antichi e rarissimi, raccolti in Roma dal Marchese Campana, ebbi come a dir, tra mano per lo spazio di cinque mesi, tutti quanti i gioielli componenti quel prezioso cimelio. E ciò fu perchè io dovetti riparare i danni a quelli recati dalla negletta giacitura, in che erano stati per incuria di coloro i quali gli avevano in deposito negli armadi del Sacro Monte di Pietà.

Essendo dunque stato incaricato insieme all’illustre professore Brunn, segretario dell’Istituto archeologico del Campidoglio, di ordinare e descrivere il suddetto cimelio, mi valsi dell’opportunità per ristudiare l’arte antica dell’oreficeria in tutte le sue parti, notare ogni [p. 4 modifica]più lieve differenza di stile, di tempo e di nazione, e vedere l’uso e la storia degli ornamenti per essa prodotti, acquistando così nuove cognizioni, e compiendo e migliorando quelle di che avea fatto tesoro nell’esercizio di quest’arte per lo spazio di presso a venti anni. Mi venne allora in pensiero che non sarebbe stato forse disutile nè discaro a tutti coloro che imitano gioielli di oreficeria antica lo avere in alcune pagine le notizie da me raccolte, coll’aiuto delle quali meglio si farebbero ad intendere la diversità degli stili e le differenze che distinguono anche ne’ più piccoli e comuni oggetti, le epoche varie dell’antichità.

Ora io non ho creduto per la pubblicazione di questo scritterello poter scegliere giorno migliore che [p. 5 modifica]quello natalizio di Voi, padre mio, a cui lo dedico, ponendovi in fronte il motto che da noi, vostri figliuoli, fu inciso sopra una colonnetta della nostra villetta


per farti onore


e ciò mi pare tanto più acconcio quanto che a Voi si deve il rinascere di questa libera arte, nuova in Europa, che riproduce le bellissime forme e lo squisito lavoro degli antichi ornamenti d’oro e di gemme, i quali come fanno prova della civiltà degli Italiani in tempo da noi oltre ogni immaginare remoto, così attestano che sempre vivo è in Italia, e massime in Roma, il culto dell’arte e della gloria antica.