Dalle dita al calcolatore/XIII/1
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1. Le schede perforate
Siamo così arrivati alla parte terminale della nostra storia: essa vede la nascita e l’affermazione dei calcolatori, nonché le più recenti evoluzioni del pensiero matematico e delle capacità gestionali, operative, di comprensione e di governo della realtà attuale.
I calcolatori costituiscono un ramo evolutivo che si separa da quello delle calcolatrici nel momento in cui ad alcune di esse viene aggiunta la possibilità di eseguire non solo calcoli, ma anche sequenze programmabili di calcoli, secondo un programma che può variare di volta in volta.
Come si vede, si tratta di un percorso logico, iniziato con la pascalina e consistente nel realizzare macchine che non solo supportino l’agire dell’operatore umano, ma che lo sostituiscano in alcune fasi della sua attività. La sostituzione avviene in quelle parti di lavoro che sono particolarmente ripetitive e meccaniche.
Fin dai primi passi, questa è una storia formata a sua volta dall’intersezione di varie linee di sviluppo complementari tra di loro: l’evoluzione delle macchine vere e proprie, quella dei loro componenti tecnici, la storia degli strumenti concettuali capaci di facilitare il colloquio tra programmatori e macchine, la storia delle idee che sono state necessarie alla costruzione delle macchine, ma anche quella delle idee che dalle macchine sono derivate; si tratta di un groviglio abbastanza complesso, che coinvolge anche lo sviluppo dell’ambiente sociale, economico e tecnologico circostante.
Vista l’ampiezza e la complessità del quadro, rinunciamo fin da ora a una pretesa di completezza. Nell’esposizione della materia cercheremo di fornire una quantità di elementi sufficienti a dare un’immagine non distorta del processo in atto.
Partiamo dall’esterno dell’ambito prettamente matematico: nel 1804 Jacquard presenta la sua macchina tessitrice, comandata da schede perforate di cui abbiamo già parlato e presentato le origini. Lo scopo consiste nel migliorare sensibilmente le prestazioni del telaio a rulli perforati, introdotto da Vaucanson intorno al 1750, sostituendo alla superficie fissa e difficilmente modificabile del rullo una serie di schede perforate, ognuna delle quali contiene una parte del disegno: a questo punto, basta comporre in modo differente le stesse schede per ottenere figure diverse. Le sequenze di schede per telaio costituiscono un vero e proprio “programma”: la collocazione dei punti di diversi colori è determinata in maniera inequivocabile dalla posizione delle perforazioni che si trovano sulle schede.
Alcuni decenni più tardi, l’idea di utilizzare le schede perforate per comandare una sequenza determinata di azioni viene applicata alla tecnologia musicale con la costruzione delle pianole. In queste macchine, la successione delle schede produce una successione di note che costituisce la melodia desiderata.