Da Erode a Ppilato

Giuseppe Gioachino Belli

1833 Indice:Sonetti romaneschi III.djvu sonetti caudati letteratura Da Erode a Ppilato Intestazione 2 novembre 2022 25% Da definire

Er Presidente de petto Le bbussole
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1833

[p. 21 modifica]

DA ERODE A PPILATO

     Sei mesi fa, la bbaronessa Moma1
Se n’entrò dda un Mercante che cconossce,
E dde morletti e dd’antre robbe frossce,2
Nun fo bbuscìa, ne caricò una soma.

     Ma pperchè aveva le saccocce mossce,
Guajo c’accade spesso spesso a Rroma,
Fesce:3 “Nun dubbità, ssò ggalantoma:
Pagherò ttutt’assieme cór filossce.„

     Cuant’ecco, venardì, tutto compito,4
Er Mercante cór conto de le dojje.
“Portatelo„, lei disce, “a mmi’ marito.„

     Ma er zor Barone, poco avvezzo a ssciojje,5
Visto cuer conto, tutto inviperito
J’arispose: “Portateto a mmi’ mojje.„


Roma, 19 febbraio 1833

Note

  1. Gerolama. La contessa Pianciani.
  2. Flosce.
  3. Disse.
  4. Compito, nel senso di gentilezza.
  5. Sciogliere: cavar danari.