Coronata di gigli e viole
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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti d'alcuni arcadi più celebri/Antonio Maria Tommasi
III
Coronata di gigli e di viole
Tra molli rose in fredda urna giacea
In guisa estinta, che dormir parea,
La madre e figlia dell’eterna Prole.
5Quand’ecco scesa dall’eterna mole
Turba d’alati Amor, sorgi (dicea)
Sorgi, e ritorna al Ciel già donna, or Dea
Vaga lucida eletta al par del Sole.
L’alma Reina di repente a quelle
10Voci destossi, e dolcemente intorno
Girò le luci sfavillanti e belle.
Indi su cocchio di zaffiri adorno,
Cinta di lampi, ascese oltra le stelle
A far più chiaro sempiterno giorno.