Consorzi Agrari, si cambia tutto
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Il Consiglio dei Ministri approva l’applicazione ai consorzi agrari delle normali regole delle cooperative
da Spazio Rurale luglio 2006
Rivoluzione nei Consorzi Agrari: è il titolo che il Ministero delle Politiche Agricole ha dato al comunicato stampa con cui ha reso noto le grandi novità sull’argomento. Il governo ha scelto la strada più corta per cambiare alla radice il sistema dei Consorzi Agrari: un emendamento presentato in sede di conversione del decreto legge 181 sul riordino delle attribuzioni dei ministeri. Entro il 17 luglio il Parlamento, quindi, salvo imprevedibili sorprese, trasformerà in provvedimento legislativo quanto deciso dal Consiglio dei Ministri.
La novità, in se molto semplice ma efficace, è stata quella di trasformare i Consorzi in normali cooperative agricole eliminando i compiti pubblicistici. Come giustamente ha detto il “nuovo” (in realtà un ritorno) ministro Paolo De Castro, pesavano ancora i residui dell’epoca delle gestioni ammassi. Nonostante i tentativi di rivitalizzarli i compiti pubblicistici, come la possibilità di compiere operazioni di credito agrario, in realtà esistevano solo sulla carta. Per contro il carattere pubblicistico impediva ogni proroga alla situazione dei 28 consorzi in liquidazione coatta amministrativa, ma autorizzati all’esercizio provvisorio dell’impresa perché ogni ulteriore dilazione sarebbe diventata una forma di aiuto di Stato non notificato ai competenti organi dell’Unione Europea.
Soluzione brillante, quindi soprattutto perché, come primo gesto di buona volontà, accompagnata da una drastica riduzione del numero dei Commissari (uno solo per Consorzio e non più tre) Come aveva osservato Spazio Rurale, negli ultimi tempi si era visto il moltiplicarsi delle poltrone e delle poltroncine, fino ad arrivare ad una pletora di 200 commissari. Con un tratto di penna, quindi si sono risparmiati 20 milioni di euro.
Il provvedimento assegna il termine improrogabile del 31 dicembre 2007 per chiudere definitivamente le procedure di liquidazione coatta amministrativa mentre stabilisce il 31 dicembre 2006 come la data di cessazione dei Commissari dei Consorzi che avevano già realizzato il concordato con i creditori. Occorre spendere qualche parola per tali speciali figure di Commissari. Per troppi anni il libro soci di quasi tutti i consorzi agrari era diventato un elenco chiuso, non più aggiornato: gli equilibri di potere raggiunti nel dopoguerra non dovevano essere mesi in discussione. I quindici anni delle procedure concorsuali avevano finito per rendere del tutto obsoleto un elenco in cui tra morti, pensionati e abbandoni dell’attività agricola, di veri agricoltori erano rimasti ben pochi.
Il legislatore aveva istituito per i consorzi rientrati “in bonis” la figura di uno speciale Commissario, con il compito principale di curare questa difficile fase di riapertura della compagine sociale. Da questo punto di vista, che cosa vuol dire in concreto, rientrare nella legislazione ordinaria delle cooperative? Innanzi tutto scatta il vincolo della mutualità, e quindi nel futuro devono svolgere la loro attività prevalentemente nei confronti dei soci. Se attuata è questa la portata rivoluzionaria della norma: diventerà interesse dei consorzi avere tra i propri soci proprio quegli agricoltori che usufruiscono dei suoi servizi o delle sue attività di commercializzazione.
Ma i diretti interessati come vedono il provvedimento. Lo abbiamo chiesto a Marco Pancaldi, che oltre a essere presidente del Consorzio Agrario di Bologna è Modena, è anche presidente dell’Assocap, l’organizzazione associativa dei Consorzi agrari. Ci ha confermato il parere ampiamente positivo, già espresso alla stampa quotidiana, ma ci ha chiesto un po’ di tempo per approfondire la questione centrale della situazione Non è contrario, infatti a staccare la bombola d’ossigeno alle strutture che non ce la fanno, ma vuole evitare che nell’operazione vengano sacrificate delle realtà che, invece, con un po’ di buona volontà, possono essere salvate. Ha sottolineato la necessità di una supervisione nazionale per vigilare sui processi di accorpamento.
In attesa, quindi di riprendere l’argomento, ricordiamo che già nello scorso numero Spazio Rurale aveva avanzato la proposta di affrontare le 43 procedure concorsuali, e soprattutto le 28 relative alle liquidazioni coatti con autorizzazione all’esercizio dell’impresa in un’ottica unitaria, nell’ambito di una mega-transazione di tutte le vertenze ereditate dalla Galassia Federconsorzi.
I creditori sono principalmente istituti bancari e istituzioni finanziarie e molti di essi si sono insinuati in molte delle procedure concorsuali, per cui possono ampiamente recuperare sotto alcuni aspetti ciò che eventualmente concedono in altri, soprattutto se lo Stato troverà il modo di chiudere, in conformità delle sentenze della magistratura le annose pendenze delle gestioni degli ammassi. Il rimescolamento delle posizioni portato dalla semplificazione del numero dei commissari, potrà agevolare questa prospettazione innovativa di un problema che in quindici anni non era mai stato risolto.