Audizione Pecoraro Scanio

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SENATO DELLA REPUBBLICA------------CAMERA DEI DEPUTATI XIII LEGISLATURA


COMMISSIONE PARLAMENTARE DI INCHIESTA SUL DISSESTO DELLA FEDERAZIONE ITALIANA DEI CONSORZI AGRARI

RESOCONTO STENOGRAFICO DELLA SEDUTA DI MARTEDI’ 27 GIUGNO 2000

Presidenza del presidente Melchiorre CIRAMI


I lavori hanno inizio alle ore 13,30.

(La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente)


Presidenza del presidente CIRAMI

Audizione del ministro delle politiche agricole e forestali, Alfonso Pecoraro Scanio

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, prima di procedere all’audizione del Ministro delle politiche agricole e forestali vi informo che, in data 14 giugno 2000, si è riunito il secondo gruppo di lavoro che ha incontrato il direttore generale della S.G.R., dottor Rossetti, al fine di avere chiarimenti su alcuni aspetti legati alle procedure seguite dalla S.G.R. per la vendita dei beni della Federconsorzi.

La Commissione procede oggi all’audizione del ministro delle politiche agricole e forestali, onorevole Alfonso Pecoraro Scanio, che ringrazio per aver accolto il nostro invito con cortese disponibilità.

Avverto che i nostri lavori si svolgono in forma pubblica, secondo quanto dispone l’articolo 7 della legge istitutiva, e che è dunque attivato, ai sensi dell’articolo 12, comma 2, del nostro Regolamento interno, l’impianto audiovisivo a circuito chiuso.

Qualora da parte dell’onorevole Pecorario Scanio o di colleghi lo si ritenga opportuno in relazione ad argomenti che si vogliono mantenere riservati, disattiverò l’impianto audiovisivo per il tempo necessario.

Preciso infine che dell’audizione odierna sarà redatto il resoconto stenografico che sarà sottoposto, ai sensi dell’articolo 12, comma 6, del Regolamento interno, alla persona ascoltata e ai colleghi che interverranno, perché provvedano a sottoscriverlo apportandovi le correzioni di forma che riterranno, in vista della pubblicazione negli atti parlamentari.

Vi ricordo che l’onorevole Pecoraro Scanio riveste la carica di Ministro dal 25 aprile 2000 e che precedentemente è stato Presidente della XIII Commissione permanente (Agricoltura) della Camera dei deputati. Ho fatto questa precisazione perché probabilmente il Ministro, essendo a capo del Dicastero da poco tempo, non sarà in grado di rispondere a tutte le domande che io ed altri colleghi gli rivolgeremo e, quindi, dovrà consultarsi con il proprio ufficio.

Signor Ministro, la Commissione che ho l’onore di presiedere ha ricevuto dal Parlamento l’incarico, specificato nell’articolo 1, comma 1, lettera e), della legge istitutiva, di verificare la situazione economica e finanziaria dei consorzi agrari in stato di commissariamento o di liquidazione coatta amministrativa.

Nel corso dei lavori di questa Commissione è stata approvata la legge 28 ottobre 1999, n. 410, sui consorzi agrari che prevede, all’articolo 8, l’estinzione di debiti dello Stato nei confronti dei consorzi derivanti dalle gestioni di ammasso obbligatorio e di commercializzazione dei prodotti agricoli nazionali mediante l’assegnazione ad essi di titoli di Stato. La legge precisa che i crediti sono quelli di cui erano titolari i consorzi, risultanti da rendiconti approvati con decreti esecutivi del suo Ministero, registrati dalla Corte dei conti. All’ammontare dei crediti indicati nei decreti vanno aggiunti gli interessi e le spese decorrenti dalla data di approvazione delle contabilità fino al 31 dicembre 1997.

Dopo aver fatto questa premessa, al fine di inquadrare esattamente le questioni che Le sottoporrò tra un momento e di ribadire la legittimità e la doverosità dell’attenzione che al tema dei consorzi agrari questa Commissione ha dedicato e dedicherà, Le rivolgo le seguenti domande: quali sono i rendiconti indicati nella legge? A quanto ammonta il credito attuale di ciascun consorzio agrario e, in particolare, a quanto ammonta il credito dei consorzi commissariati ed in liquidazione coatta? Qual è l’ammontare complessivo attuale dei debiti dei consorzi? Qual è l’ammontare complessivo attuale dei debiti dei consorzi commissariati ed in liquidazione coatta? Quali sono le categorie dei principali creditori?

PECORARO SCANIO. Signor Presidente, innanzitutto ringrazio Lei e tutta la Commissione per avermi invitato a partecipare a questa audizione che considero una importante opportunità, perché la materia oggetto d’esame è delicata e rilevante.

Come Lei ha ricordato, in qualità di Presidente della XIII Commissione permanente della Camera dei deputati, rammento la votazione del provvedimento relativo alla istituzione di questa Commissione bicamerale e quello relativo alla sua proroga. Ritengo molto importante che, entro la fine di questa legislatura, si riesca ad arrivare a dare tutto il necessario sostegno all’attività di questa Commissione. Reputo, infatti, opportuno, dopo tanti anni, riuscire a fare chiarezza, o almeno una parziale chiarezza, essendo la verità complicata, su una materia così delicata e di interesse per tutti.

Dopo questa premessa, vorrei fare una precisazione. Per quanto riguarda le richieste specifiche contenute nelle domande testé rivoltemi, vorrei pregare la Commissione di averle per iscritto al fine di fornire una documentazione formale realizzata dagli uffici del Ministero. È ovvio che, trattandosi di singoli quesiti, è utile che i membri di questa Commissione ne abbiano contezza in modo preciso e questa anche per me rappresenta un’utile occasione di conoscenza. Infatti, nel momento in cui ho assunto l’incarico di Ministro, non ho avuto a disposizione i resoconti sulle singole materie di competenza del Ministero. Di solito è un fatto che non accade, o almeno non è accaduto presso il Ministero delle politiche agricole e forestali. Pertanto, questa audizione offre al Ministro motivo di chiedere agli uffici di fare quello che ogni singola amministrazione, in una situazione normale, dovrebbe svolgere nel giro di quindici giorni dopo una nuova nomina, ossia fornire al nuovo Ministro il fascicolo specifico riguardante le vicende più rilevanti. Ciò non si è verificato, ma credo che dovrà accadere sulla base di una richiesta formalizzata oggi da questa Commissione.

Se vi interessa, vi fornirò informazioni sui presupposti e sullo stato di attuazione della legge n. 410 del 1999.

PRESIDENTE. Le comunico che la Commissione è interessata a ricevere tutte le notizie in suo possesso. Ci rendiamo conto che ricopre la carica di Ministro da troppo breve tempo per avere delle informazioni specifiche in merito alle domande che Le ho formulato. Tuttavia, gliele ho rivolte affinché rimangano agli atti e per darle modo di averne conoscenza e di mandare per iscritto le risposte. Siamo anche pronti a ricevere una prima relazione, che Lei dice di aver stilato, sui presupposti e sullo stato di attuazione della legge n. 410 approvata dal Parlamento nel 1999.

Nel 1991, anno del commissariamento della Fedit, complessivamente i consorzi avevano 5.194 miliardi di debiti, suddivisi nel modo seguente: 2.210 verso Fedit; 2.101 verso le banche e 906 verso altri; inoltre, tutti i crediti della Federconsorzi sono stati ceduti alla S.G.R. Le chiedo: quali sono gli effetti del pagamento dei debiti sul riequilibrio economico e finanziario dei consorzi? In forza ed in dipendenza del pagamento dei debiti si prevede il ritorno in bonis di qualche consorzio? In caso positivo, quale?

PECORARO SCANIO. A tali domande rispondo come ex relatore della legge sui consorzi agrari più che in qualità di Ministro.

È evidente che la motivazione con la quale il Parlamento ha approvato quel provvedimento era proprio quella di cercare di andare incontro alla difficoltà di molti consorzi in bonis e anche di tentare – devo dire che già allora ero scettico e non ne sono ancora convinto – di fare tornare in bonis qualche consorzio agrario.

Tuttavia, dalle notizie in mio possesso, posso affermare che permangono notevoli le difficoltà di sbloccare queste cifre da parte del Ministero del tesoro. La legge ha in qualche modo operato per quanto riguarda la modifica dello stato giuridico dei consorzi. In merito all’aspetto economico, nonostante la legge, le notizie che ho in questo momento – ve ne fornirò di più precise - non sono molto favorevoli: il Ministero del tesoro tarda – succede ogni volta – ad erogare materialmente i soldi. La ratio della legge è proprio quella sottesa alle domande che Lei, Presidente, mi ha rivolto.

Per quanto riguarda i singoli consorzi, anche questo argomento sarà oggetto di una mia richiesta agli uffici del Ministero. Non so se esista un osservatorio, ma so che la dirigente del settore Servizi generali, dottoressa Delle Monache, la quale mi ha predisposto la nota che leggerò tra breve, segue materialmente questa vicenda. L’altro aspetto dovrebbe essere seguito dallo stesso commissario liquidatore della Federconsorzi. Non so quali rapporti voi abbiate avuto con questa persona e qual è il vostro giudizio sull’attività che sta svolgendo. Anche a tale riguardo il Ministro coglie l’occasione per avere vostre considerazioni.

PRESIDENTE. Onorevole Ministro, ci rendiamo conto di tutto quello che ha detto. La Commissione incontra difficoltà nel suo lavoro e, quando all’unanimità invoca la proroga, non è certamente per mantenere una situazione di prestigio personale, alla quale nessuno tiene.

Come Lei può ben rilevare, i quesiti sono molto articolati e varie sono le difficoltà che la Commissione incontra ed ha incontrato di volta in volta, anche nel reperire la documentazione e soprattutto nel ricostruire il passato. Tutto questo ci spinge a chiedere un’ulteriore proroga per non lasciare il lavoro incompiuto.

Per quanto riguarda la situazione dei debiti dei consorzi agrari, vorrei sapere da Lei, che ha seguito la fase di discussione della legge alla Camera dei deputati: se lo Stato avesse tempestivamente adempiuto a questi oneri nei confronti dei consorzi agrari, quale probabilità ci sarebbe stata per alcuni di loro di ritornare in bonis o di evitare la liquidazione e il fallimento?

PECORARO SCANIO. Se avesse adempiuto all’epoca?

PRESIDENTE. Fino ad oggi.

PECORARO SCANIO. Se lo Stato oggi adempisse credo sarebbe molto limitata la possibilità di farli tornare in bonis. Se avesse adempiuto storicamente, devo dire che in tutte le audizioni fatte all’epoca, prima della approvazione della legge, si sosteneva che molti consorzi avrebbero potuto evitare una condizione di dissesto. Tutto questo però - tanto per parlarci chiaramente - lo sostenevano i rappresentanti dei consorzi agrari; infatti il dato che abbiamo avuto alla Camera dei deputati nel corso delle audizioni era quello delle rappresentanze e, anche nella veste di Presidente e di relatore all’epoca, si incontravano grandi difficoltà a raccogliere elementi conoscitivi di "un’autorità terza" che avrei ritenuto dovesse essere il Tesoro o comunque una realtà pubblica. Molto spesso abbiamo avuto l’interlocuzione con i rappresentanti di questa realtà chiaramente molto differenziata sul territorio; sicuramente alcuni elementi di verità e di difficoltà c’erano, ma è altrettanto vero che in altri casi ci trovavamo di fronte a "carrozzoni" più o meno clientelari.

PRESIDENTE. La devo informare che la Commissione ha attivato i suoi consulenti per fare una panoramica contabile su tutti i 74 consorzi agrari, al fine di verificare - almeno attraverso l’esame degli ultimi anni - quale è stata l’evoluzione della situazione debitoria o creditoria di ciascun consorzio agrario nei confronti dello Stato, per poi realizzare una mappatura generale e vedere il resto.

Le chiedo, inoltre, a quanto ammontano i crediti attuali della società S.G.R. nei confronti dei consorzi agrari che potrebbero essere soddisfatti?

PECORARO SCANIO. A questo punto credo sia utile leggere la relazione che mi è stata predisposta. Mi riservo comunque di rispondere nel più breve tempo possibile a tutte le vostre domande che mi consegnerete. Avanzerò una richiesta formale agli uffici che dipendono da me ed anche ad altri eventuali interlocutori che posso attivare istituzionalmente e che voi mi indicherete.

Ritengo molto opportuna la vostra scelta di effettuare una verifica sui 74 consorzi. Non so se sia stata mai fatta dal Ministero delle politiche agricole o dal Ministero del tesoro.

PRESIDENTE. Assolutamente no.

PECORARO SCANIO. Ritengo molto grave il fatto che un’iniziativa del genere non sia stata mai assunta da istituzioni governative. In questo caso, da parlamentare, mi complimento per l’attività parlamentare, da Ministro mi dolgo che ciò non sia stato fatto dagli uffici del Governo.

Il riordino dei consorzi agrari per adeguare il sistema consortile, formatosi in oltre un secolo di vita, come insieme di funzioni pubblicistiche e attività mercantili finalizzate a fornire servizi agli operatori agricoli, sia a livello nazionale che comunitario è uno degli obiettivi della legge n. 410 del 28 ottobre 1999 a cui Lei, signor Presidente, ha fatto riferimento.

Un altro obiettivo di tale legge è l’armonizzazione dell’ordinamento dei consorzi agrari a quello generale della cooperazione mediante l’abrogazione del famoso decreto legislativo n. 1235 del 7 marzo 1948, senza però disperdere il patrimonio di mezzi e di esperienze costituitosi nel tempo.

Il terzo obiettivo è la regolazione dei crediti consortili per le cessate gestioni d’ammasso dei prodotti agricoli. Questi sono in sintesi i tre obiettivi che il Ministero verifica come importanti nella legge approvata dal Parlamento.

OCCHIONERO. Forse sarebbe più utile che Lei ci consegnasse la relazione in modo che ognuno di noi ne possa prendere visione. In fondo già conosciamo tutta la "storia".

PECORARO SCANIO. Ritengo utile leggere almeno la parte relativa allo stato di attuazione della legge n. 410 del 1999 perché i primi tre punti riguardano i presupposti e quindi non hanno grande valore, ma poi, però, si parla della situazione che risulta al Ministero sullo stato di attuazione della citata legge.

Con riferimento, quindi, allo stato di attuazione della legge n. 410 del 1999, per quanto riguarda i consorzi in amministrazione ordinaria ed in gestione commissariale governativa, in applicazione del comma 1 dell’articolo 4 della legge sono stati tempestivamente trasmessi al Ministero del lavoro gli atti riferiti ai consorzi sopra citati.

Di concerto con il Ministero del lavoro sono stati prorogati al 31 dicembre 2000 gli incarichi di commissario governativo per i consorzi di Cuneo e Venezia. Voglio altresì precisare che una parte della legge definisce quali sono le competenze esatte di vigilanza del Ministero delle politiche agricole e forestali e del Ministero del lavoro perché, come sempre avviene, una volta approvata la legge si apre la fase della sua interpretazione. Quindi questo è uno dei problemi che, ovviamente non nella sede della Commissione d’inchiesta, bensì in quella delle Commissioni di merito, bisognerà risolvere per evitare che si determinino ulteriori problemi.

Per quel che concerne i consorzi in liquidazione coatta amministrativa, d’intesa con il Ministero del lavoro, sia nelle persone del sottosegretario pro tempore delegato sulla materia e del Ministro del settore agricolo del momento, che nelle persone dei direttori generali della Cooperazione e dei Servizi generali di questa amministrazione, il Servizio ha provveduto ad effettuare l’istruttoria delle delibere commissariali che, corredate di una breve relazione, sono state rimesse alla competente divisione del lavoro per il seguito di competenza. Quindi sulla vicenda riguardante i consorzi in liquidazione coatta amministrativa, vi è una copia della ricostruzione delle delibere commissariali che anche la Commissione può richiedere. Le copie - ripeto - sono state trasmesse alla divisione lavoro.

Per le problematiche occupazionali, si stanno studiando soluzioni che consentano la salvaguardia dei posti di lavoro. Vi sono situazioni differenziate; ve ne è una specifica molto rilevante del consorzio di Roma (non so se anche voi ne siete stati informati) ma comunque vi sono ulteriori profili relativi ai singoli consorzi.

Relativamente alla Federazione italiana dei consorzi agrari, la legge n. 410 del 1999, all’articolo 5, comma 2, ha disposto lo scioglimento della Fedit, ai sensi dell’articolo 2544 c.c., e pertanto, in data 15 febbraio 2000, è stato nominato il commissario liquidatore nella persona del consigliere Giovanni Marrocco.

Con l’articolo 9 della stessa legge, è stato fissato in 6 mesi il termine per la presentazione del rendiconto delle cessate gestioni delegate dallo Stato alla Federconsorzi e non ancora definite.

Sull’argomento Federconsorzi il commissario liquidatore ha redatto una relazione che farò pervenire alla Commissione.

Per quel che concerne la regolazione del debito erariale verso i consorzi agrari per le cessate gestioni di ammasso, all’articolo 8 della stessa legge è stata sancita la regolazione dei crediti derivanti dalle cessate gestioni di ammasso dei prodotti agricoli vantati dai consorzi agrari e di cui risultino titolari alla data di entrata in vigore della citata legge n. 410.

L’estinzione del debito erariale dovrà avvenire mediante assegnazione ai consorzi di titoli di Stato da parte del competente Ministero del tesoro, bilancio e programmazione economica.

L’importo del debito erariale determinato con 89 decreti approvativi dei rendiconti al 31 gennaio 1982, muniti di visto di regolarità della Corte dei conti dovrà essere maggiorato delle "spese ed interessi" maturati da tale data sino al 31 dicembre 1997. Quindi sono 89 i decreti approvativi dei rendiconti al 31 gennaio 1982.

Per la copertura dell’onere finanziario la legge fissa un importo massimo di 1.110 miliardi nel triennio 1999-2001.

Il problema riguarda la misura del tasso d’interesse da applicare dopo il 31 gennaio 1982. Il sistema originariamente seguito prevedeva l’applicazione alla sorte capitale del tasso ufficiale di sconto, maggiorato del 4,40 per cento con capitalizzazione semestrale. La validità di tale sistema è stata messa in dubbio da alcune sentenze della Corte d’appello, emesse nei giudizi promossi da alcuni Cap per il riconoscimento in sede giurisdizionale delle loro ragioni di credito.

La legge nulla stabilisce in materia e, pertanto, l’amministrazione ha interessato sull’argomento sia l’Avvocatura Generale dello Stato che il Ministero del tesoro. Attualmente si è in possesso di ambedue gli orientamenti.

Il Ministero del tesoro, Dipartimento del tesoro, Direzione IV ritiene che l’esatta individuazione del tasso d’interesse applicabile ai detti crediti in quanto liquidi ed esigibili, dovrebbe basarsi sulla normativa comune ovvero gli articoli 1282, 1283, 1284 c.c. e, pertanto, a partire dal 31 gennaio 1982 dovrebbero essere calcolati gli interessi al tasso legale senza capitalizzazione. Ha ribadito, però, l’esigenza di acquisire il parere dell’Avvocatura.

L’Avvocatura Generale dello Stato, nella riunione del comitato consultivo del 7 giugno 2000, protocollo n. 67039 - di cui ho portato una copia -, con una serie di argomentazioni finalizzate all’individuazione di una misura del tasso d’interesse applicabile al caso di specie, comprensivo anche delle spese non meglio determinate, che possa essere ragionevolmente accettato dai consorzi interessati, ha optato per la soluzione transattiva. Ciò chiuderebbe il vasto contenzioso già in atto, senza che dal pagamento possa derivare altro contenzioso.

Nell’ambito di varie possibilità che vanno dal riconoscimento dei soli interessi legali dal 31 gennaio 1982, alla rivalutazione monetaria, al tasso ufficiale di sconto (TUS) più 4,40 per cento senza capitalizzazione, fino all’ipotesi più onerosa di un TUS più 4,40 per cento con capitalizzazione semestrale, tassativamente esclusa, l’Avvocatura ha consigliato di aprire le trattative per il riconoscimento del TUS più 4,40 per cento senza capitalizzazione sino al 31 dicembre 1995, mentre per gli anni 1996 e 1997 dovrebbe essere applicato il solo interesse legale.

Di contro, in vigenza dell’attuale legge n. 410 del 1999, non risulta consentito il pagamento dei crediti ceduti né totalmente né parzialmente, la maggior parte dei quali alla Fedit ed in minor misura a terzi.

Depositerò agli atti della Commissione questo documento, compreso quello contenente il parere fornito dall’Avvocatura Generale dello Stato al Ministero delle politiche agricole e al Ministero del tesoro in relazione alla possibilità di porre in essere una transazione finalizzata a chiudere la vertenza.

PRESIDENTE. Con riferimento a quest’ultimo punto, vorrei sapere se la transazione è già stata avviata dal Ministero.

PECORARO SCANIO. Trattandosi di un parere espresso il 6 giugno mi sembra difficile, anche perché la transazione, dovendo stabilire un quantum economico, in realtà dovrebbe essere coordinata dal Ministero del tesoro. Personalmente, quindi, darò indicazione al Ministero delle politiche agricole di portare avanti la transazione assieme al Ministero del tesoro e alla Ragioneria Generale dello Stato al fine di chiudere almeno questa parte della vicenda.

PRESIDENTE. A proposito dell’assegnazione dei titoli di Stato, ricordo una precedente esperienza di conversione di crediti, per lire 2.724 miliardi e 718 milioni, della Banca d’Italia, la quale aveva scontato alle banche le cambiali emesse dai consorzi per finanziare gli ammassi, come previsto da decreti-legge reiterati dal 1993 al 1994, nessuno dei quali fu convertito in legge.

La Banca d’Italia annullò le cambiali che costituivano la carta ammassi secondo le istruzioni del Tesoro, che autorizzò l’emissione di buoni del Tesoro pluriennali sostitutivi delle cambiali.

Desidero chiederLe – sulla base di un suggerimento proveniente da uno dei nostri consulenti – se corrisponde al vero che i titoli, a causa della mancata approvazione dei decreti-legge, non furono in realtà mai emessi.

PECORARO SCANIO. Mi informerò io stesso presso il Ministero del tesoro e poi riferirò alla Commissione.

PRESIDENTE. Poiché l’articolo 8, comma 4, della legge n. 410 del 1999 prevede la salvezza degli effetti e dei rapporti giuridici prodotti dai decreti non convertiti, come intende procedere il Governo?

Sulle modalità di calcolo degli interessi dovuti ai consorzi ci ha già fornito delle spiegazioni, tuttavia c’è un problema: in che cosa consistono le spese che dovrebbero aggiungersi agli interessi? Si tratta delle cosiddette spese di gestione dei crediti? Ricordo che il Ministero riconobbe ai consorzi un compenso per la tenuta cartacea dei crediti che si andava ad aggiungere all’ammontare delle spese vive delle operazioni.

La nuova legge sui consorzi agrari ha disposto all’articolo 5, comma 2, lo scioglimento della Federconsorzi a seguito dell’esecuzione del concordato preventivo in corso. Lo scioglimento è previsto a norma dell’articolo 2544 del codice civile e, quindi, mediante liquidazione.

Ricordo che a seguito della transazione intervenuta tra la Federconsorzi e la S.G.R., una parte del patrimonio della Federconsorzi è rimasta nella disponibilità di quest’ultima. L’importanza delle operazioni di scioglimento è quindi evidente.

Ciò premesso, Le chiedo se può riferirci qual è la sorte dei cespiti rimasti alla Federconsorzi sui quali si sta esercitando la liquidazione.

Lei poc’anzi ha accennato alla nomina di un nuovo commissario governativo. E’ noto che si deve alla competenza ed all’impegno dell’avvocato Lettera la messa in discussione della cessione dei beni alla S.G.R. e che la liquidazione di un ente come la Federconsorzi richiede una notevole competenza tecnica: perché è stato sostituito come liquidatore l’avvocato dello Stato Lettera con il consigliere Marocco, un ex generale dei Carabinieri che non sembra poter vantare competenze specifiche al riguardo?

Infine, vorremmo conoscere, in primo luogo, la posizione del Ministero nei processi penali in corso sulle vicende della Federconsorzi dinanzi al giudice per l’udienza preliminare di Perugia ed alla prima sezione del Tribunale di Roma, quindi se vi è stata costituzione di parte civile e, in caso di risposta negativa, per quale ragione. In apertura di seduta ho premesso che avevamo l’esigenza di ascoltare subito il Ministro perché, non essendo certi che la Commissione verrà prorogata, abbiamo difficoltà a programmare i nostri lavori. Infatti, se la Commissione dovesse concludere la sua attività entro il 31 ottobre 2000, come attualmente previsto, dovremmo affrettarci a redigere la relazione conclusiva, che allo stato delle conoscenze attuali non potrebbe che apparire monca.

PECORARO SCANIO. Per me quest’audizione è utile ed interessante perché mi permette di chiedere un aggiornamento in tempi brevi sugli argomenti oggetto delle domande che mi avete rivolto.

Francamente, dal prospetto alquanto ridotto che gli uffici del Ministero mi hanno fornito – fatta eccezione per il parere dell’Avvocatura Generale dello Stato che ritengo estremamente importante – mi sembra che l’approccio del Ministero verso la vicenda Federconsorzi si limiti agli aspetti applicativi della legge n. 410 del 1999.

Trovo molto strano che non mi sia stato riferito se ci siamo costituiti o meno come parte civile nei processi in corso. Ritengo che, se non l’abbiamo fatto – e non so se siamo ancora in tempo per farlo – ciò rappresenti una grave responsabilità, perché il mondo agricolo italiano ha ricevuto un danno gravissimo dalla vicenda Federconsorzi. Verificherò, nel caso, i motivi per cui il Ministero delle politiche agricole non si è costituito parte civile.

Quanto alla sostituzione dell’avvocato dello Stato Lettera con un generale dei Carabinieri dovrò chiederne i motivi al precedente Ministro.

PRESIDENTE. Chiedo scusa, credevo che la nomina fosse sua.

PECORARO SCANIO. No. Per la verità finora non ho ricevuto nemmeno una richiesta di colloquio da parte del commissario della Federconsorzi; tant’è che non ero assolutamente a conoscenza del fatto – ma credo si sia trattato di una distrazione degli uffici del Ministero - che il commissario della Federconsorzi fosse stato sostituito. Comunque, state certi che provvederò a verificare, nei limiti del possibile, ciò ed anche le motivazioni, che penso siano politiche e non meramente tecniche, che hanno portato alla nomina del commissario.

Per quanto riguarda i cespiti, saranno oggetto di una mia immediata richiesta. Non escludo che farò in modo di destinare un ufficio specifico presso il Ministero delle politiche agricole e forestali per seguire questa vicenda così importante. Ricordo che il direttore generale ha operato diligentemente, ma credo non possa seguire dettagliatamente una materia così delicata.

Se la Commissione reputa necessario avanzare ulteriori suggerimenti, sappia che il Ministro delle politiche agricole e forestali è favorevole alla massima trasparenza.

PRESIDENTE. Onorevole Ministro, le devo dire, senza reticenza di sorta e senza fare della polemica, che si è avuta la sensazione – la imputo a me per non coinvolgere tutta la Commissione - di resistenze, oltre che reticenze, che hanno reso ancor più difficile il lavoro della Commissione. Leggo il cambio del commissario governativo in una prospettiva di sospetto.

Vorremmo da Lei, anche per la competenza specifica nel settore, per aver seguito questa legislazione come Presidente della Commissione agricoltura, e perché oggi è a capo del Ministero, la maggiore collaborazione possibile. Le assicuro - se dovesse leggere gli atti delle nostre audizioni potrebbe rilevarlo - che non abbiamo avuto in passato questa collaborazione. Poiché il dovere della Commissione è di dare una risposta anche in termini politici, anzi soprattutto politici piuttosto che giudiziari, è necessaria la collaborazione di tutto l’apparato politico–amministrativo che attualmente è alle sue dipendenze.

Negli ultimi tempi i nostri consulenti hanno incontrato delle difficoltà nell’accedere agli archivi della Federconsorzi, al punto che abbiamo convocato il generale Marrocco, il quale ci ha messo a disposizione quel personale che in precedenza avevamo ottenuto e che successivamente c’era stato sottratto perché doveva dedicarsi ad altri compiti. Lo abbiamo riottenuto per consentire ai nostri consulenti di completare la ricerca di tutto il materiale, che ci possa fornire una lettura almeno degli ultimi dieci anni, dall’82 in poi, del bilancio della Federconsorzi.

Non si trattava di una semplice curiosità quella di esaminare i bilanci, ma è necessario, in particolare, rilevare perché nel bilancio del 1989-90 siano spariti di colpo 380 miliardi di debiti: di colpo sono stati cancellati dall’allora direttore generale Pellizzoni in sede di predisposizione del bilancio. Stiamo cercando di capire che cosa è successo. È un’indagine che stiamo cominciando ad avviare, ma sono ancora necessarie delle ulteriori ricerche.

Le chiedo la massima collaborazione, che penso non ci mancherà, e la invito ad offrire un maggiore impegno a tal riguardo.

MAGNALBO’. Signor Presidente, vorrei ricordare al Ministro, anche se credo non abbia bisogno di questi avvisi, che quella della Federconsorzi è una delle vicende più eclatanti, drammatiche, strane ed inquietanti dal dopoguerra in poi.

Risulta chiaro che la Federconsorzi durante la prima Repubblica, dal 1948 fino a poco tempo fa, non è stata altro che un grande portafoglio economico deputato a distribuire tangenti e quant’altro. Siamo arrivati al momento attuale ed è stato decapitato tutto perché faceva comodo politicamente. Quindi, vorrei chiedere al Ministro, proprio perché non fa parte di quella filiera di personaggi che si sono succeduti nel tempo e che hanno partecipato a questa vicenda, di dare una mano per fare effettivamente chiarezza ed ottenere dei risultati.

Onorevole Ministro, deve ricordare che ci troviamo di fronte ad un atto-quadro con il quale si è azzerato il capitale della Federconsorzi, che è passato a coloro che avevano già programmato di prenderlo ad un prezzo che era appena di un terzo rispetto al vero valore; un atto-quadro che Alleanza Nazionale ed io in particolare avevamo censurato sotto il profilo giuridico e di validità e che oggi viene censurato con un ultimo decreto del Tribunale fallimentare di Roma. È un atto che è stato inventato di sana pianta dal notaio Mariconda di Roma, il notaio storico della Banca di Roma, e che non poteva avere nessuna efficacia se non quella di evadere ciò che era evadibile sotto il profilo fiscale. Un atto che non aveva efficacia traslativa e che consentiva di rimandare nel tempo tutte le vendite e, quindi, anche di non pagare subito tutto quello che si acquistava. Fa parte di un colossale disegno per mettere fine a questa grande organizzazione, ma soprattutto per prenderne tutti i frutti e collocarli sempre e comunque dalla stessa parte, nelle stesse tasche.

È emblematico anche il fatto, che Lei sicuramente conoscerà e del quale si doveva occupare il Ministero, relativo ai ruoli contrastanti che hanno avuto certi personaggi. Ci siamo trovati di fronte a personaggi che contemporaneamente erano consulenti della Federconsorzi ed organizzavano l’acquisto di tutti i beni della Federconsorzi attraverso una società chiamata S.G.R.; si tratta, se non altro, di una questione di incompatibilità. A tal riguardo, onorevole Ministro, deve richiamare la sua attenzione, se effettivamente si vuole raggiungere qualche risultato che non sarà mai definitivo, ma che ci metterà perlomeno nella condizione di poter esaurire il nostro lavoro illustrando agli italiani quanto effettivamente è successo attraverso questa vicenda, che non sarà l’unica anomala tra quelle italiane ma che è di particolare importanza.

Signor Ministro, bisognerebbe ottenere, anche attraverso il suo peso come ex Presidente della Commissione agricoltura, lo sblocco alla Camera dei deputati della situazione per poter licenziare il provvedimento di proroga della Commissione stessa. Come vecchio avvocato so bene che la sostanza può essere uccisa attraverso i metodi e le procedure. Facciamo che questo non avvenga, altrimenti sarebbe un ulteriore scandalo sullo scandalo. Vediamo almeno qual è la parte politica che più si oppone.

PRESIDENTE. Ministro, le consegno un decreto collegiale del Tribunale fallimentare di Roma, pronunciato su istanza del commissario liquidatore della Federconsorzi - il fatto strano è proprio questo – istanza con la quale si chiedeva che i compensi dei commissari governativi della Federconsorzi non gravassero sulla massa. Abbiamo richiesto per intero copia di questa istanza, al fine di capire che cosa veniva suggerito al giudice. Con questo decreto, il collegio fallimentare rivisita i comportamenti dell’autorità giudiziaria che aveva legittimato l’atto-quadro nel 1998, autorizzando una transazione in esito ad una istanza di rescissione dell’atto-quadro.

Quando Lei, signor Ministro, avrà modo di leggere tale decreto si accorgerà di quale altro tipo di difficoltà la Commissione sta incontrando e valuterà l’opportunità di intervenire personalmente anche presso la Commissione agricoltura della Camera dei deputati, perché questo lavoro, a cui ci stiamo dedicando anima e corpo, è tanto e non vorremmo lasciarlo incompiuto.

Le farò avere l’elenco delle domande che in questa seduta Le ho formulato e che Lei ritroverà anche nel resoconto stenografico, affinché possa inviare nei prossimi giorni risposte precise, certamente utili per il lavoro della Commissione.

PECORARO SCANIO. Mi sono fatto trasmettere via fax la situazione relativa a 59 consorzi, che in ordine alfabetico vanno da Alessandria fino a Vicenza, sia per quanto riguarda i crediti al 31 gennaio 1982 sia per quelli al 31dicembre 1997, sia con il saggio legale d’interesse che con il tasso ufficiale di sconto maggiorato del 4,40 per cento senza capitalizzazione come viene fatto nell’altra proposta. Il totale in entrambi i casi viene formulato con una certa attenzione. Ve ne lascio una copia.

Ho già fatto contattare dal capo dell’ufficio legislativo la dottoressa Delle Monache che mi assicura di poter rispondere in modo preciso a tutti i quesiti formulati. Li invierò alla Commissione in tempi rapidi.

Devo ringraziare la Commissione per l’attività molto utile che sta svolgendo e per questa audizione.

Nonostante le difficoltà da me incontrate nel rispondere ai quesiti specifici ai quali non corrisponde l’appunto che i miei uffici mi hanno predisposto, mi si consenta di dirvi che chiederò personalmente al Presidente della Commissione agricoltura della Camera dei deputati di esaminare b rapidamente in sede legislativa il provvedimento, come già facemmo nella prima proroga che abbiamo dovuto concedere. Valuterò, inoltre, l’ipotesi di incaricare alcuni funzionari del Ministero di collaborare con la vostra Commissione affinché essa possa usufruire di un canale di comunicazione rapido con il Ministro. Vi prego di segnalarmi tempestivamente gli eventuali elementi di ritardo o di ostacolo al vostro lavoro perché è mia intenzione rimuoverli con estrema determinazione. La Commissione, infatti, sta indagando su uno dei più gravi crac della storia della Repubblica e non possiamo lasciare nessun elemento che impedisca di fare chiarezza e di giungere alla verità.

PRESIDENTE. La ringrazio, signor Ministro. Le faremo pervenire tutte le domande e, se sarà necessario, la inviteremo nuovamente.

Dichiaro conclusa l’audizione e rinvio il seguito dell’indagine ad altra seduta.

I lavori terminano alle ore 14,15.