Codice di procedura penale/Libro XI/Titolo IV

Libro XI
Titolo IV - Effetti delle sentenze penali straniere

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Libro XI
Titolo IV - Effetti delle sentenze penali straniere
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CAPO I Effetti delle sentenze penali straniere

Art. 730 Riconoscimento delle sentenze penali straniere per gli effetti previsti dal Codice Penale

1. Il Ministro di Grazia e Giustizia, quando riceve una sentenza penale di condanna o di proscioglimento pronunciata all’estero nei confronti di cittadini italiani o di stranieri o di apolidi residenti nello Stato ovvero di persone sottoposte a procedimento penale nello Stato, trasmette senza ritardo al procuratore generale presso la Corte di Appello, nel distretto della quale ha sede l’ufficio del casellario competente ai fini dell’iscrizione (685), una copia della sentenza, unitamente alla traduzione in lingua italiana, con gli atti che vi siano allegati, e con le informazioni e la documentazione del caso. Trasmette inoltre l’eventuale richiesta indicata nell’art. 12 comma 2 c.p.

2. Il procuratore generale, se deve essere dato riconoscimento alla sentenza straniera per gli effetti previsti dall’art. 12 comma 1 nn. 1), 2) e 3) c.p., promuove il relativo procedimento con richiesta alla Corte di Appello. A tale scopo, anche per mezzo del Ministero di Grazia e Giustizia, può chiedere alle autorità estere competenti le informazioni che ritiene opportune.

2-bis. Quando il procuratore generale è informato dall’autorità straniera, anche per il tramite del Ministero della giustizia, dell’esistenza di una sentenza penale di condanna pronunciata all’estero, ne richiede la trasmissione all’autorità straniera con rogatoria, ai fini del riconoscimento ai sensi del comma 21.

3. La richiesta alla Corte di Appello contiene la specificazione degli effetti per i quali il riconoscimento è domandato.

Art. 731 Riconoscimento delle sentenze penali straniere a norma di accordi internazionali

1. Il Ministro di Grazia e Giustizia, se ritiene che a norma di un accordo internazionale deve avere esecuzione nello Stato una sentenza penale pronunciata all’estero o comunque che a essa devono venire attribuiti altri effetti nello Stato, ne richiede il riconoscimento. A tale scopo trasmette al procuratore generale presso la Corte di Appello nel distretto della quale ha sede l’ufficio del casellario competente ai fini della iscrizione (685), una copia della sentenza, unitamente alla traduzione in lingua italiana, con gli atti che vi siano allegati, e con la documentazione e le informazioni disponibili. Trasmette inoltre l’eventuale domanda di esecuzione nello Stato da parte dello Stato estero ovvero l’atto con cui questo Stato acconsente all’esecuzione.

1-bis. Le disposizioni del comma 1 si applicano anche quando si tratta dell’esecuzione di una confisca ed il relativo provvedimento è stato adottato dall’autorità giudiziaria straniera con atto diverso dalla sentenza di condanna.

2. Il procuratore generale promuove il riconoscimento con richiesta alla Corte di Appello. Ove ne ricorrano i presupposti, richiede che il riconoscimento sia deliberato anche agli effetti previsti dall’art. 12 comma 1 nn. 1), 2) e 3) c.p.

Art. 732 Riconoscimento delle sentenze penali straniere per gli effetti civili

1. Chi ha interesse a far valere in giudizio le disposizioni penali di una sentenza straniera per conseguire le restituzioni o il risarcimento del danno o per altri effetti civili, può domandare il riconoscimento della sentenza alla Corte di Appello nel distretto della quale ha sede l’ufficio del casellario competente ai fini dell’iscrizione (685).

Art. 733 Presupposti del riconoscimento

1. La sentenza straniera non può essere riconosciuta se:

a) la sentenza non è divenuta irrevocabile per le leggi dello Stato in cui è stata pronunciata;
b) la sentenza contiene disposizioni contrarie ai principi fondamentali dell’ordinamento giuridico dello Stato;
c) la sentenza non è stata pronunciata da un giudice indipendente e imparziale ovvero l’imputato non è stato citato a comparire in giudizio davanti all’autorità straniera ovvero non gli è stato riconosciuto il diritto a essere interrogato in una lingua a lui comprensibile e a essere assistito da un difensore;
d) vi sono fondate ragioni per ritenere che considerazioni relative alla razza, alla religione, al sesso, alla nazionalità, alla lingua, alle opinioni politiche o alle condizioni personali o sociali abbiano influito sullo svolgimento o sull’esito del processo;
e) il fatto per il quale è stata pronunciata la sentenza non è previsto come reato dalla legge italiana;
f) per lo stesso fatto e nei confronti della stessa persona è stata pronunciata nello Stato sentenza irrevocabile;
g) per lo stesso fatto e nei confronti della stessa persona è in corso nello Stato procedimento penale.

1-bis. Salvo quanto previsto nell’art. 735-bis, la sentenza straniera non può essere riconosciuta ai fini dell’esecuzione di una confisca se questa ha per oggetto beni la cui confisca non sarebbe possibile secondo a legge italiana qualora per lo stesso fatto si procedesse nello Stato.

Art. 734 Deliberazione della Corte di Appello

1. La Corte di Appello delibera in ordine al riconoscimento, osservate le forme previste dall’art. 127, con sentenza nella quale enuncia espressamente gli effetti che ne conseguono.

2. La sentenza è soggetta a ricorso per cassazione (606) da parte del procuratore generale presso la Corte di Appello e dell’interessato.

Art. 735 Determinazione della pena ed ordine di confisca

1. La Corte di Appello, quando pronuncia il riconoscimento ai fini dell’esecuzione di una sentenza straniera, determina la pena che deve essere eseguita nello Stato.

2. A tal fine essa converte la pena stabilita nella sentenza straniera in una delle pene previste per lo stesso fatto dalla legge italiana. Tale pena, per quanto possibile, deve corrispondere per natura a quella inflitta con la sentenza straniera. La quantità della pena è determinata, tenendo eventualmente conto dei criteri di ragguaglio previsti dalla legge italiana, sulla base di quella fissata nella sentenza straniera; tuttavia tale quantità non può eccedere il limite massimo previsto per lo stesso fatto dalla legge italiana. Quando la quantità della pena non e stabilita nella sentenza straniera, la Corte la determina sulla base dei criteri indicati negli art. 133, 133 bis e 133 ter c.p.

3. In nessun caso la pena così determinata può essere più grave di quella stabilita nella sentenza straniera.

4. Se nello Stato estero nel quale fu pronunciata la sentenza l’esecuzione della pena è stata condizionalmente sospesa, la Corte dispone inoltre, con la sentenza di riconoscimento, la sospensione condizionale della pena a norma dei Codice Penale (163 c.p.); se in detto Stato il condannato è stato liberato sotto condizione, la Corte sostituisce alla misura straniera la liberazione condizionale (176 c.p.) e il magistrato di sorveglianza, nel determinare le prescrizioni relative alla libertà vigilata, non può aggravare il trattamento sanzionatorio complessivo stabilito nei provvedimenti stranieri.

5. Per determinare la pena pecuniaria l’ammontare stabilito nella sentenza straniera è convertito nel pari valore in lire italiane al cambio del giorno in cui il riconoscimento è deliberato.

6. Quando la Corte pronuncia il riconoscimento ai fini dell’esecuzione di una confisca (240 c.p.), questa è ordinata con la stessa sentenza di riconoscimento.

Art. 735-bis Confisca consistente nella imposizione del pagamento di una somma di denaro

1. Nel caso di esecuzione di un provvedimento straniero di confisca consistente nella imposizione del pagamento di una somma di denaro corrispondente al valore del prezzo, del prodotto o del profitto di un reato, si applicano le disposizioni sull’esecuzione delle pene pecuniarie, ad eccezione di quella concernente il rispetto del limite massimo di pena previsto dall’art. 735, comma 2.

Art. 736 Misure coercitive

1. Su richiesta del procuratore generale, la Corte di Appello competente per il riconoscimento di una sentenza straniera ai fini dell’esecuzione di una pena restrittiva della libertà personale, può disporre una misura coercitiva (281-286) nei confronti del condannato che si trovi nel territorio dello Stato.

2 Si osservano, in quanto applicabili, le disposizioni del Titolo I del Libro IV riguardanti le misure coercitive, fatta eccezione di quelle dell’art. 273.

3. Il presidente della Corte di Appello, al più presto e comunque entro cinque giorni dalla esecuzione della misura coercitiva, provvede alla identificazione della persona. Si applica la disposizione dell’art. 717 comma 2.

4. La misura coercitiva, disposta a norma del presente articolo, è revocata se dall’inizio della sua esecuzione sono trascorsi sei mesi senza che la Corte di Appello abbia pronunciato sentenza di riconoscimento, ovvero, in caso di ricorso per cassazione contro tale sentenza, dieci mesi senza che sia intervenuta sentenza irrevocabile di riconoscimento.

5. La revoca e la sostituzione della misura coercitiva sono disposte in Camera di consiglio (127) dalla Corte di Appello.

6. Copia dei provvedimenti emessi dalla Corte è comunicata e notificata, dopo la loro esecuzione, al procuratore generale, alla persona interessata e al suo difensore, i quali possono proporre ricorso per cassazione per violazione di legge.

Art. 737 Sequestro

1. Su richiesta del procuratore generale, la Corte di Appello competente per il riconoscimento di una sentenza straniera ai fini dell’esecuzione di una confisca può ordinare il sequestro delle cose assoggettabili a confisca (240 c.p.).

2. Se la Corte non accoglie la richiesta contro la relativa ordinanza può essere proposto ricorso per cassazione (606) da parte del procuratore generale. Contro l’ordinanza che dispone il sequestro può essere proposto ricorso per cassazione per violazione di legge da parte dell’interessato. Il ricorso non ha effetto sospensivo.

3. Si osservano, in quanto applicabili, le disposizioni che regolano l’esecuzione del sequestro preventivo.

Art. 737-bis Indagini e sequestro a fini di confisca

1. Nei casi previsti da accordi internazionali, il Ministro di Grazia e Giustizia dispone che si dia corso alla richiesta di un’autorità straniera di procedere ad indagini su beni che possono divenire oggetto di una successiva richiesta di esecuzione di una confisca, ovvero di procedere al loro sequestro.

2. A tal fine il Ministro di Grazia e Giustizia trasmette la richiesta, unitamente agli atti allegati, al procuratore generale presso la Corte d’Appello competente per il riconoscimento della sentenza straniera ai fini della successiva esecuzione della confisca. Il procuratore generale fa richiesta alla Corte l’Appello, che decide con ordinanza osservate le forme previste dall’art. 724.

3. L’esecuzione della richiesta di indagini o sequestro è negata:

a) se gli atti richiesti sono contrari a principi dell’ordinamento giuridico dello Stato, o sono vietati dalla legge ovvero se si tratta di atti che non sarebbero consentiti qualora si procedesse nello Stato per gli stessi fatti;
b) se vi sono ragioni per ritenere che non sussistono le condizioni per la successiva esecuzione della confisca.

4. Per l’esecuzione di indagini si osservano le disposizioni dell’art. 725.

5. Nei casi di richiesta di sequestro, si applicano le disposizioni dell’art. 737, commi 2 e 3.

6. Il sequestro ordinato ai sensi di questo articolo perde efficacia e la Corte d’Appello ordina la restituzione delle cose sequestrate a chi ne abbia diritto, se, entro due anni dal momento in cui esso è stato eseguito, lo Stato estero non richiede l’esecuzione della confisca. n termine può essere prorogato anche più volte per un periodo massimo di due anni, sulla richiesta decide la Corte d’Appello che ha ordinato il sequestro.

Art. 738 Esecuzione conseguente al riconoscimento

1. Nei casi di riconoscimento ai fini dell’esecuzione della sentenza straniera le pene e la confisca conseguenti al riconoscimento sono eseguite secondo la legge italiana. La pena espiata nello Stato di condanna è computata ai fini dell’esecuzione.

2. All’esecuzione provvede di ufficio il procuratore generale presso la Corte di Appello che ha deliberato il riconoscimento. Tale Corte è equiparata, a ogni effetto al giudice che ha pronunciato sentenza di condanna in un procedimento penale ordinario.

Art. 739 Divieto di estradizione e di nuovo procedimento

1. Nei casi di riconoscimento ai fini dell’esecuzione della sentenza straniera, salvo che si tratti dell’esecuzione di una confisca (240 c.p.), il condannato non può essere estradato né sottoposto di nuovo a procedimento penale nello Stato per lo stesso fatto, neppure se questo viene diversamente considerato per il titolo, per il grado o per le circostanze (649).

Art. 740 Esecuzione della pena pecuniaria e devoluzione di cose confiscate

1. La somma ricavata dall’esecuzione della pena pecuniaria è versata alla cassa delle ammende; è invece versata allo Stato di condanna, a sua richiesta, qualora quest’ultimo Stato nelle medesime circostanze provvederebbe al versamento a favore dello Stato italiano.

2. Le cose confiscate sono devolute allo Stato. Esse sono invece devolute, a sua richiesta, allo Stato nel quale è stata pronunciata la sentenza riconosciuta, qualora quest’ultimo Stato nelle medesime circostanze provvederebbe alla devoluzione allo Stato italiano.

Art. 741 Procedimento relativo al riconoscimento delle disposizioni civili di sentenze penali straniere

1. A domanda dell’interessato, nel medesimo procedimento e con la stessa sentenza prevista dall’art. 734 possono essere dichiarate efficaci le disposizioni civili della sentenza penale straniera di condanna alle restituzioni o al risarcimento del danno.

2. Negli altri casi, la domanda è proposta da chi ne ha interesse alla Corte di Appello nel distretto della quale le disposizioni civili della sentenza penale straniera dovrebbero essere fatte valere. Si osservano le disposizioni degli artt. 733 e 734.

CAPO II Esecuzione all’estero di sentenze penali italiane

Art. 742 Poteri del Ministro di Grazia e Giustizia e presupposti dell’esecuzione all’estero

1. Nei casi previsti da accordi internazionali o dall’art. 709 comma 2, il ministro di grazia e giustizia domanda l’esecuzione all’estero delle sentenze penali ovvero vi acconsente quando essa è richiesta dallo Stato estero.

2. L’esecuzione all’estero di una sentenza penale di condanna a pena restrittiva della libertà personale può essere domandata o concessa solo se il condannato, reso edotto delle conseguenze, ha liberamente dichiarato di acconsentirvi e l’esecuzione nello Stato estero è idonea a favorire il suo reinserimento sociale.

3. L’esecuzione all’estero di una sentenza penale di condanna a pena restrittiva della libertà personale è ammissibile anche se non ricorrono le condizioni previste dal comma 2, quando il condannato si trova nel territorio dello Stato richiesto e l’estradizione è stata negata o non è comunque possibile.

Art. 743 Deliberazione della Corte di Appello

1. La domanda di esecuzione all’estero di una sentenza di condanna a pena restrittiva della libertà personale non è ammessa senza previa deliberazione favorevole della Corte di appello nel cui distretto fu pronunciata la condanna. A tale scopo il Ministro di Grazia e Giustizia trasmette gli atti al procuratore generale affinché promuova il procedimento davanti alla Corte di appello.

2. La Corte delibera con sentenza, osservate le forme previste dall’art. 127.

3. Qualora sia necessario il consenso del condannato, esso deve essere prestato davanti all’autorità giudiziaria italiana. Se il condannato si trova all’estero, il consenso può essere prestato davanti all’autorità consolare italiana ovvero davanti all’autorità giudiziaria dello Stato estero.

4. La sentenza è soggetta a ricorso per cassazione (606) da parte del procuratore generale presso la Corte di Appello e dell’interessato.

Art. 744 Limiti dell’esecuzione della condanna all’estero

1. In nessun caso il Ministro di Grazia e Giustizia può domandare l’esecuzione all’estero di una sentenza penale di condanna a pena restrittiva della libertà personale se si ha motivo di ritenere che il condannato verrà sottoposto ad atti persecutori o discriminatori per motivi di razza, di religione, di sesso, di nazionalità, di lingua, di opinioni politiche o di condizioni personali o sociali ovvero a pene o trattamenti crudeli, disumani o degradanti.

Art. 745 Richiesta di misure cautelari all’estero

1. Se è domandata l’esecuzione di una pena restrittiva della libertà personale e il condannato si trova all’estero, il Ministro di Grazia e Giustizia ne richiede la custodia cautelare (284-286).

2. Nel domandare l’esecuzione di una confisca (240 c.p.), il Ministro ha facoltà di richiedere il sequestro.

2-bis. Il Ministro ha altresì facoltà, nei casi previsti da accordi internazionali, di richiedere lo svolgimento di indagini per l’identificazione e la ricerca di beni che si trovano all’estero e che possono divenire oggetto di una domanda di esecuzione di confisca, nonché di richiedere il loro sequestro.

Art. 746 Effetti sull’esecuzione nello Stato

1. L’esecuzione della pena nello Stato è sospesa dal momento in cui ha inizio l’esecuzione nello Stato richiesto e per tutta la durata della medesima.

2. La pena non può più essere eseguita nello Stato quando, secondo le leggi dello stato richiesto, essa è stata interamente espiata.


Note

  1. Comma aggiunto dall’art.14 Legge 5 ottobre 2001, n. 367 - "Ratifica ed esecuzione dell’Accordo tra Italia e Svizzera che completa la Convenzione europea di assistenza giudiziaria in materia penale del 20 aprile 1959 e ne agevola l’applicazione, fatto a Roma il 10 settembre 1998, nonché conseguenti modifiche al codice penale ed al codice di procedura penale" (Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 234 del 8 ottobre 2001).