Clizia/Atto terzo/Scena prima

Atto terzo
Scena prima

../ ../Scena seconda IncludiIntestazione 26 aprile 2008 75% Teatro

Atto terzo Atto terzo - Scena seconda


Nicomaco, Cleandro

Nicomaco
Cleandro! o Cleandro!
Cleandro
Messere!
Nicomaco
Esci giù, esci giù, dico io! Che fai tu, tanto el dì, in casa? Non te ne vergogni tu, che dài carico a cotesta fanciulla? Sogliono a simili dì di carnasciale e giovani tuoi pari andarsi a spasso veggendo le maschere, o ire a fare al calcio. Tu se’ uno di quelli uomini, che non sai far nulla, e non mi pari né morto né vivo.
Cleandro
Io non mi diletto di coteste cose, e non me ne dilettai mai, e piacemi più lo stare solo che con coteste compagnie, e tanto più stavo ora volentieri in casa veggendovi stare voi, per potere, se voi volevi cosa alcuna, farla.
Nicomaco
Deh! guarda dove l’aveva! Tu se’ el buon figliuolo! Io non ho bisogno di averti tuttodì drieto! Io tengo dua famigli ed uno fattore, per non avere a comandare a te.
Cleandro
Al nome d’Iddio! e’ non è però che quello ch’io fo no ’l faccia per bene.
Nicomaco
Io non so per quel che tu te ’l fai, ma io so bene che tua madre è una pazza, e rovinerà questa casa. Tu faresti el meglio a ripararci.
Cleandro
O lei, o altri.
Nicomaco
Chi altri?
Cleandro
Io non so.
Nicomaco
E’ mi pare bene che tu no ’l sappi. Ma che di’ tu di questi casi di Clizia?
Cleandro
(a parte) Vedi che vi capitamo!
Nicomaco
Che di’ tu? Di’ forte, ch’io t’intenda.
Cleandro
Dico ch’io non so che me ne dire.
Nicomaco
Non ti par egli che questa tua madre pigli un granchio, a non volere che Clizia sia moglie di Pirro?
Cleandro
Io non me ne intendo.
Nicomaco
Io son chiaro! tu hai preso la parte sua! E’ ci cova sotto altro che favole! Parrebbet’egli però che la stessi bene con Eustachio?
Cleandro
Io non lo so, e non me ne intendo .
Nicomaco
Di che diavolo t’intendi tu?
Cleandro
Non di cotesto.
Nicomaco
Tu ti sei pur inteso di far venire in Firenze Eustachio, e trafugarlo, perché io non lo vegga, e tendermi lacciuoli per guastare queste nozze. Ma te e lui caccerò io nelle Stinche; a Sofronia renderò io la sua dota, e manderolla via, perché io voglio essere io signore di casa mia, e ognuno se ne sturi gli orecchi! E voglio che questa sera queste nozze si faccino, o io, quando non arò altro rimedio, caccerò fuoco in questa casa. Io aspetterò qui tua madre, per vedere s’io posso essere d’accordo con lei; ma quando io non possa, ad ogni modo ci voglio l’onor mio, che io non intendo ch’e paperi menino a bere l’oche. Va’, pertanto, se tu desideri el bene tuo e la pace di casa, a pregarla che facci a mio modo. Tu la troverrai in chiesa, ed io aspetterò te e lei qui in casa. E se tu vedi quel ribaldo di Eustachio digli che venghi a me, altrimenti non farà bene e casi suoi.
Cleandro
Io vo.