Ciceruacchio e Don Pirlone/Documenti/XLVI

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Documento N. XLVI.1

MINUTA DI LETTERA DEL MINISTRO DELLA GUERRA

al generale Durando a Bologna.


Signor generale Durando,

Ho ricevuto i suoi dispacci del 2 corrente, dai quali rilevo come le circostanze si facciano ognor più gravi, e potrebbero spingerla a un’azione [p. 494 modifica]più decisiva. Il Ministero è unanime ch’ella debba regolarsi in quel modo che sia più conducente alla tranquillità e sicurezza dello Stato. Quindi l’autorizzo a prendere tutte quelle determinazioni ed a far fare alla sua armata quei movimenti che crederà necessari al fine di cui sopra.

Sarà opportuno che, mentre ella si concerta con il Governo toscano, procuri che questo Governo faccia quei passi diplomatici verso la S. Sede, che in simili casi la regolarità richiede: dico ciò senza sospendere minimamente gli effetti che dai concerti medesimi possono derivare.

Similmente la esorto ad operare sempre di concordia con S. M. il Re Carlo Alberto.

La lettera di Piacenza, di cui ella mi parla, per offrire i sei pezzi di cannone, non è ancor giunta qui; sarà bene che venga inoltrata, senza però sospendere l’accettazione dei cannoni medesimi.

Ho già scritto al conte Campello perchè mi dia uno stato approssimativo di quello che farà bisogno: 1° per gli acquisti straordinari di che ella mi fa parola; in secondo luogo per le spese occorrenti alla truppa e volontari. È necessario ch’io conosca in qualche modo le somme che si richiedono e le epoche in cui dovrò fare le tratte per potermi mettere di concerto col ministro delle finanze. È superfluo che io le dica che, approvando tutto ciò che è necessario, desidero la maggiore economia e la maggiore dilazione possibile nei pagamenti.

Ringrazi i Modenesi dei due cannoni che hanno donato.

Crederei bene non muovere ulteriori truppe da Ancona, stante che il Governo ha notizia che delle navi austriache percorrono l’Adriatico, e potrebbero da un momento all’altro minacciare un colpo di mano. Io vado a dare gli ordini opportuni perchè alcune riparazioni più urgenti siano fatte in alcuni punti della piazza, similmente non credo pertanto mandare di qua d’Appennino altra truppa, sì perchè è ridotta al minimo, sì perchè mancando le armi alla guardia civica, quei delegati mi rappresentano la assoluta necessità di avere un poco di truppa.

Ha fatto benissimo ad ordinare all’armata di portare la croce quadricolore psr l’effetto morale di che ella mi parla.

Attendo con desiderio di sentire risultamenti efficaci di quelle necessità ch’ella mi esponeva nella sua lettera, che noi riconosciamo giustissime, e delle quali siamo pronti ad assumere ogni responsabilità.

Roma, il 5 aprile 1848.


Note

  1. Dalle Buste della miscellanea politica ecc. Busta 23, Copertina 120.