Ciceruacchio e Don Pirlone/Documenti/LXVII
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Documento N. LXVII.1
UFFICIO DEL QUARTIER GENERALE.
Ferrara, 17 aprile 1848.
- Eccellenza,
Trovandomi pressoché in ordine da poter cominciare il movimento, ho creduto, a seconda delle istruzioni ricevute dall’E. V., di dover agire d’accordo coll’armata piemontese, di mandare il colonnello Azeglio ed il capitano Marliani al quartier generale di S. M., onde sapere le sue disposizioni riguardo a noi. Tornati ieri sera, mi riferì il Colonnello che aveva trovato il Re alla Volta, e che gli aveva imposto dirmi che desiderava mi trovassi venerdì ad Ostiglia e vi aspettassi nuove istruzioni. Di là con una marcia potrò portarmi all’Isola della Scala, di dove mi troverò a portata dell’estrema diritta piemontese, colla quale formando un crochet agirò in seguito secondo gli ordini. Il centro e la sinistra per ordine obliquo si porteranno verso Verona, e probabilmente un’azione verrà impegnata per proibire l’accesso alle nostre forze. Mi sono trovato in qualche imbarazzo per le istruzioni portatemi dal colonnello Azeglio. Il Governo veneto mi somministra le razioni a patto che si cuopra il suo Stato. D’altro canto le istruzioni dell’E. V. erano precise e mi sono determinato a seguire perciò le disposizioni datemi da S. M. e mi contento di spedire sulla diritta, nella direzione di Vicenza, la divisione del colonnello Ferrari. Le forze degli Austriaci sono, secondo il rapporto del colonnello Azeglio, di 35,000 uomini, oltre le guarnigioni delle quattro fortezze.
Ora trovandomi al punto di muovermi è urgente che io sappia se l’E. V. approva l’organizzazione che le accennai dei reggimenti. Egualmente a non voler sacrificare tanto i soldati come la causa, lasciando alla testa dei battaglioni uomini assolutamente inetti, dovrò, com’ebbi l’onore di scriverle, scegliere capitani capaci. Aspetto con impazienza le determinazioni di V. E. Il ciò. Sono certo però ch’ella comprende che se non mi giungono immediatamente dovrò supplire discrezionalmente, e provvedere: poiché nella settimana debbo cominciare il movimento e passare il Po.
L’arrivo quasi totale delle mie forze, che sono giunte in ottimo stato, mi metterebbe a portata di bloccare la fortezza di Ferrara. Gli abitanti temono un bombardamento e ciò mi trattiene. Ma se l’E. V. lo credesse opportuno, spererei, minacciando il Comandante di non dar quartiere alla guarnigione, quando cadrà in nostro potere (e certo ci deve cadere), di obbligarlo a contenersi e condurlo a cedere la piazza.
Con rispetto ho l’onore di dirmi,
Signor Principe
Devotissimo servitore Durando. |
A S. E. il Ministro dell’armi, Roma.
Note
- ↑ Dalle Buste della miscellanea politica ecc. Busta 24, Copertina 132.