Chi nel regno almo d'Amore
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III
CONTRO LA FEDELTÀ IN AMORE
Chi nel regno almo d’Amore
brama l’ore — trar serene
fuor di pene,
d’una sola amante stolto
non si chiami;
molte n’ami, — ma non molto.
Finga pene per ciascuna,
ma nessuna — abbia la palma
d’arder l’alma;
talor esca in mezzo al viso
breve pianto,
ma fra tanto — in cor sia riso.
La modesta, se ti scaccia,
tu procaccia — che l’audace
ti dia pace;
se la bianca ti beffeggia,
la brunetta
per vendetta — e tu vagheggia.
Quando vede donna bella
che sol ella — nel tuo petto
ha ricetto;
in trofeo, meschin, ti mena,
flagellato,
condannato — a vil catena.
Ma se scorge che tu scaltro,
tosto ad altro — amabil volto
sarai vòlto,
non si mostra piú severa,
ma pietosa,
amorosa, — lusinghiera.
Quel van titolo di fede,
che ognun chiede — e ognun desia,
è pazzia.
A vestirsi è fede avezza
di candore,
ch’è il colore — di sciocchezza.