Chi lascia la via vecchia per la nuova, sa quel che lascia, e non sa quel che trova/Atto terzo/Scena settima
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Piero, Mario, Luisa.
- Piero
- Perdoni... l'ho fatta aspettare... vengo di casa sua... signor Mario!
- Mario
- Esco, la saluto... e... buon giorno.
Esce.
- Luisa
- Lei era in ritardo, l'impazienza mi vinse, e venni lasciando detto rispondessero, a chiunque cercasse di me, che ero partita. Non voglio più veder nessuno. Grazie di nuovo, signor Piero.
- Piero
- È disposta davvero a raggiungere suo marito?
- Luisa
- Sì.
- Piero
- E a procurare di volergli bene?
- Luisa
- Gliene voglio di già. Non è il dovere solo che mi spinge a seguire i suoi consigli. Ieri sera, quando lei mi lasciò, le sue parole così buone e leali mi suonarono ancora un pezzo in mente; poi, accadde in me un fenomeno strano: la memoria di quanto non aveva osservato mai. Mio marito lo aveva sposato col gelido convincimento che fossero i danari, che avesse cercati in me. Stanotte non potevo dormire e mi venivano in mente certi sguardi lunghi, lunghi e tristi, che talora il pover uomo lasciava cadere su di me. Me li ricordai tutti, e mi sovvenni di certe parole rotte e compassionevoli, di certi moti di sdegno represso che non avevo visti neppure allora, e che adesso venivano, insistenti, a tormentarmi. Mi ricordai del giorno in cui partì e mi disse: «Stai buona, Luisa». Queste tre parole, che allora erano corse indifferenti al mio intelletto, e svanite come un soffio, le sentii risuonare tutta la notte, nel silenzio della mia camera: e mi pareva che quelle parole avessero tanti occhi quante lettere, e che tutti quegli occhi fossero grossi di lacrimoni. E poi mi sentii così sola... avevo freddo, ansavo. Pover uomo, se mi vuol bene ha dovuto soffrir tanto! E mi vuol bene. Guardi, signor Piero, sono di nuovo ragazza, ho di nuovo diciott'anni, sono innamorata, mi tornarono i sogni fantastici, i dialoghi meco stessa, l'ideale, e corro a nozze... e fu lei che operò questo miracolo. Le voglia bene, alla sua Eva!
- Piero
- Stasera parte?
- Luisa
- Sì.
- Piero
- Quanto alla sua casa, alle faccende che le rimarrebbero a sbrigar qui, ne lasci a me la cura. Io provvederò e la terrò ragguagliata di tutto.
- Luisa
- Grazie. Ed ora, signor Piero, io la saluto. Vede lei a che può condurre una corte ben fatta?
- Piero
- Ho trovato il bilancio attivo, e ne sono contento.
- Luisa
- Io dirò tutto, sa, a mio marito.
- Piero
- Gli ha scritto?
- Luisa
- Oh no. Conosco Napoli e le sue abitudini. Voglio fargli una sorpresa.
- Piero
- Meglio.
- Luisa
- Vado. Arrivederlo, il mio salvatore...
- Piero
- Arrivederla, la mia salvata... di qui; la farò passare per la scaletta di servizio: così non correrà rischio di trovar gente... lei che vuole già esser partita.
- Luisa
- Ha ragione.
Esce.
- Piero
- (sull'uscio). Buon viaggio... e i saluti a suo marito, al suo sposo.