Che core!
Questo testo è completo, ma ancora da rileggere. |
◄ | È tardi | Nozze e bbattesimo | ► |
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti dal 1828 al 1847
CHE CCORE!
Scànnello er mascellaro ch’ha bbottega
Su l’imboccà ddell’Arco de Pantani!1
Nun basta che ssu’ mojje nu la f....,
4La vò ppuro trattà ccome li cani.
Li mejjo nomi so’ pp...... e strega,
La pista a manriverzi2 e a ssoprammani,
E arriva a la bbarbària, che la lega
8Peggio d’un Cristo in man de Luterani.
E ddoppo dà de guanto ar torciorecchio,3
E jje ne conta senza vede indóve
11Quante ne pò pportà ’n asino vecchio.
E ttratanto er Governo nun ze move,
E llassa fà che cco’ sto bbello specchio
14Naschino sempre bbuggiarate nove.
In legno, dalle Vene a Spoleto, 29 settembre 1831. |
Note
- ↑ [L’arco che si apre in quel maraviglioso muraglione che probabilmente formava il recinto del Foro d’Augusto. È detto dei Pantani, a cagione delle pozzanghere che c’erano intorno, prima che Paolo V ne rialzasse il livello. Si badi però che non essendoci in romanesco la preposizione articolata dei, ma sempre de li, il de premesso a Pantani equivale a di, non a de’. E perciò il Belli non lo apostrofa, come non lo apostrofa in altri casi simili, per esempio: l’Urion de Monti, la Compaggnia de Vascellari, ecc.]
- ↑ [La pesta a manrovesci.]
- ↑ [Dà di guanto, agguanta, il torciorecchio, che qui sta per “bastone in genere,„ ma che propriamente è “quel bastone grosso e corto, con in cima un anello di corda, nel quale i manescalchi infilano e poi torcono un orecchio del cavallo che non voglia star fermo quando lo ferrano.„ A Firenze è detto pure torcinaso, perchè si applica anche al naso. Ad Arezzo, invece, si chiama come a Roma torciorecchio solamente. Ma ai vocabolari comuni manca tanto l’uno che l’altro vocabolo. Il Rigutini-Fanfani però registra morsa, strumento che per lo stesso fine si applica al labbro superiore del cavallo.]