Ch'è quel ch'io veggo dentro agli occhi belli
Questo testo è stato riletto e controllato. |
◄ | Quelle vaghe dolcezze, che Amor pose | Talor mi priega dolcemente Amore | ► |
Questo testo fa parte della raccolta Opere (Lorenzo de' Medici)/III. Rime
lv
[Amore brilla negli occhi della sua donna.]
Ch’è quel ch’io veggo dentro agli occhi belli
della mia donna? Lasso! egli è Amor forse.
Pur l’accecata vista ve lo scòrse,
benché la vinca lo splendor di quelli.
— Amor, perché per me non li favelli? —
Rispose lui, che dello error s’accorse:
— Perché l’arco e li stral di man m’estorse,
e mi legò co’ suoi biondi capelli.
Questa con voluntaria violenzia
fatto ha che in me le mie saette ho vòlto;
per lei ho in odio la mia antica stella.
Due n’ho per una, ed è molto piú bella
ciascuna d’esse; ed io triemo, ché tolto
e secco è il fonte d’ogni sua clemenzia. —