Cenno istorico del Comune di Cassano/Seconda Parte/Capitolo IV

Capitolo IV - Il Convento di S. Maria degli Angeli dai Padri Osservanti passa ai Riformati, ampliazione del Convento, e Religiosi illustri Cassanesi

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Capitolo IV - Il Convento di S. Maria degli Angeli dai Padri Osservanti passa ai Riformati, ampliazione del Convento, e Religiosi illustri Cassanesi
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[p. 50 modifica]CAPITOLO IV.

Il Convento d ì S. Maria degli Angeli dai Padri Osservanti passa ai Riformati, ampliazione del Convento, e Religiosi illustri Cassanesi.

La più stretta osservanza del Padre S. Francesco, che cominciò nelle Spagne circa l'anno 1500 con Breve di Alessandro VI, dallo Spagne passò nell’Italia, e dall’Italia sì diffuse nel Regno di Napoli, sicché la monastica riformata Provincia di S. Nicola di Bari in queste Apule contrade fu istallata circa l'anno 1589, giusta il Breve di Sisto V e cominciò dal Convento di Brindisi sotto l’invocazione di S. Maria del Casale, essendo al-­ lora le due province monastiche di Bari e Lecce unite, ma lentamente progrediva nei primi anni Quindi Clemente VIII esimio protettore dei pa- dri Riformati, desiderando maggiormente pro­- muovere la più stretta osservanza del padre S. Francesco, l'anno 1593, con suo apostolico Breve ordinò, che chiunque dei Padri Osservanti volea passare nella più stretta osservanza dell’Or- dine Serafico, potea farlo liberamente e lecita­- mente. Fu allora, che molle comunità de’Padri Osservanti col santo desiderio di menare una vita più stretta e più severa, sì divisero dalla pro[p. 51 modifica] — 51— vincia degli Osservanti,e s’incorporarono in quel­– la de’ Padri Riformati già canonicamente eretta e propagata. Il primo Convento di questa prò– vincia Barese, che passò trai Padri Riformati, fu quello di S. Maria degli Angeli presso Cas­– sano l’anno 1598. c Questi Padri animati dal vero spirito del Pa­– triarca S. Francesco loro istitutore, ad imitazio­– ne dei primi figli dell'Ordine segregati onnina–­ mente dal mondo, e sepolti in questo sacro chio­– stro, con fama di perfettissimi religiosi al pari dei Padri Osservanti, seguitavano a dare buono esempio ai, popoli di santità, di modestia, di pie­– tà e di ogni altra cristiana virtù. Stavano le notti intere nella Chiesa a lodare Iddio, a benedire Iddio, pregare Iddio, imitando in terra gli An–­ geli del Cielo, i quali continuamente lodano e benedicono la Maestà infinita di Dio innanzi al­– l’augusto suo Trono, Colle loro sante virtù, col loro buono esempio e con la loro irreprensibile condotta si acquistarono: tenta stima, tanto rispet– to e tanta divozione, che i fedeli sponteneamente portavano nel Convento pane, vino, olio, frutta, e tutto ciò che era necessario al sostentamento di una numerosa famiglia (a).


Il piccolo Convento, e per l’antichità, e perché

(a) Padre Lama cit.

m

J [p. 52 modifica]non fu nel principio costruito con sode e stabili fondamenta, come già si disse nel Capitolo ante– cedente, da ogni parte minacciava rovine; per– cui i Padri pensarono ristaurare il già fatto,ed in­ grandire maggiormente il locale per renderlo ca­– pace di un maggior numero di Religiosi. Le prime cellette costruite a piano terreno, e come si è detto, metà incavate nel sasso e metà chiuse con ruvide pietre, con canne e con vimi–­ ni, furono rese solide, e restarono per officine, come già si osserva al presente, e su di queste si formò un magnifico convento ampliandosi da tutte le parti con molta eleganza, e con molta comodità di vita, capace di contenere decente­– mente trenta religiosi. Questo sacro chiostro, per­– chè rinomato santuario, al quale concorreva molta gente con varie e moltiplici oblazioni, era tenuto come il Convento principe della provincia; poichè con saggio consiglio e con avveduta prudenza ih destinato luogo di studio di sacra Teologia dom– matica, donde in vari tempi sono usciti soggetti di esimie virtù e di somma dottrina, i quali non solo illustrarono la madre provincia, ma ancora recarono molto decoro all’Ordine Serafico con lo splendore della loro santità e delle loro vaste co­– gnizioni. Tra questi illustri religiosi vi furono molti padri Cassanesi, però tira questi ultimi spe­– cialmente si contraddistinsero il padre Bernardi [p. 53 modifica] no ed il padre Erasmo, i quali, perché troppo degni di vivere eterni nella memoria de’posteri, diremo qualche cosa del loro merito e delle loro virtù.

Il primo, cioè padre Bernardino, fu lettore di Filosofia e di Teologia, fu ancora poeta, oratore e storico valentissimo. Nel 1649 fu eletto Ministro Provinciale, il quale governò con molta lode, con molto zelo e con molta gloria la madre provincia. Morivasi nel gennaio del 1679 nella grave età di anni ottantasei, dei quali settanta ne visse da religioso. Si hanno di lui vari epigrammi latini, de’ quali due sono in lode di Monsignor. Giovanni Caramuele Vescovo di Satriano e Campagna; stampati in Roma nell’anno 1663. Lasciò pure diverse opere manoscritte, cioè 1. Omnium Sanotorum, ac Beatorum nomina, quae romanum martyrologium singulis anni diebus affert, alphabeiica series digesto anagrammatica cum disticis 4519: 2. Apostegmata ec. ec.: 3. Tesoro di concetti predicabili ec.: 4. Quaresimale predicato nel Duomo di Lecce: 5. Altro quaresimale non predicato. Di queste ultime produzioni inedite alcune si conservano nello studio del Convento di Cassano, ed altre si sono disperse1.

Il secondo, ossia padre Erasmo, il quale nac[p. 54 modifica]-54-

que vèrso l’anno 1702, fu valente oratore, teo- logo insigne e celeberrimo canonista; e sebbene niun’opera egli abbia dato alla luce, merita non- dimeno essere ricordato in questa Storia pàtria, poiché la fama del suo sapere nelle facoltà teo­logiche giunse a tanto grido, che fu chiamato ad insegnarle nella celebre Università di Pesaro, ove dimorò per molti anni. Quindi ritornato in patria cessò di vivere nell’anno 1777 («). < Finalmente non colle lettere, ma colla santità* della vita illustrò questo sacro Cenobio Fra Bo^ naventura da Cassano laico professo, il quale oon gran fama di vero Servo di Dio mori nel marzo dell’anno 1653 (6).» 1 Speriamo nella divina miserioordia, che que- ste anime benedette, dal Cielo con le loro sante preghiere, vogliano impetrare dal Dio di tutto le consolarioni per quésto sacro Chiostro l’abbon- danza di tutte le grazie e di tutte le celesti bene­- dizioni, affinchè possa sempre progredire di virtù in virtù fino al giorno estremo. (a) Garraba cit. (b) Padre Lama cit.

  1. Padre Lama, Garroba cit.