Cantate dei legionari
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Ce ne fregammo un dì della galera,
ce ne fregammo della triste sorte
per preparare questa gente forte
che se ne frega adesso di morir.
Il mondo sa che la camicia nera
s'indossa per combattere e morir.
Duce!
Per il Duce e per l'Impero
eja eja alalà! Alalà! Alalà!
I morti che lasciammo a passo Uarieu
sono i pilastri del romano Impero.
Gronda di sangue il gagliardetto nero,
che contro l'Amba il barbaro inchiodò.
Sui morti che lasciammo a passo Uarieu
la Croce di Giuliani sfolgorò.
Duce!
Per il Duce e per l'Impero
eja eja alalà! Alalà! Alalà!
“Ma la mitragliatrice non la lascio!”
gridò ferito il legionario al passo.
Colava sangue sul conteso sasso
il costato che a Cristo somigliò.
“Ma la mitragliatrice non la lascio!”
e l'arma bella a un tratto lo lasciò!
Duce!
Per il Duce e per l'Impero
eja eja alalà! Alalà! Alalà!
O Duce hai dato al popolo l'Impero
noi col lavoro lo feconderemo,
col vecchio mondo diventato scemo
ci sono sempre conti da saldar.
O Duce hai dato al popolo l'Impero,
siamo pronti per te a ricominciar.
Duce!
Per il Duce e per l'Impero
eja eja alalà! Alalà! Alalà!