Donato Bramante

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XII XIV
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XIII.



     Nuova saetta m'è venuto al core
E l'antica mi punge più che mai;
Così mi sento raddoppiar in guai
4Ch'esser credea di tal tormento fore.

     O fiero, ingrato e disleal signore
Dunque di tanta fè tal premio dai?
Della mia morte alfin che gloria arai,
8Se uccider chi se rende è men che onore?

     Ma chi non lasseria ligarsi e sciorre
Da duo sì belle man senza contesa
11E dar la vita a lor diletto e torre?

     E dal bel lampo chi farìa difesa,
Quando nel volto degli amanti scorre
14Ch'accenderebbe un mar non ch'alma accesa?