Donato Bramante

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V VII
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VI.



     Non più spiace al nocchier nebbia alla stella
Chi l'assecura in mar tra sì larghe onde,
Ch'a me la finta larva1 che nasconde
4La onesta bocca, sopra l'altra bella.

     Chi mi solea del Ciel portar novella
Con sì dolci parole e sì joconde
Che in ogni alma gentil diletto infonde,
8Or, per esser coperta, non favella.

     Ma se l'usanza folle m'ha conteso
L'angeliche parole e 'l dolce riso,
11Non m'ha negato almen le luci sante.

     Anzi gli ho visto dentro il paradiso
E la mia morte, il cor mio vinto e preso,
14E l'anima contenta in pene tante.

Note

  1. Cinta larva, cioè Maschera, onde la donna erasi il volto coperto (Racc. mil.).