Donato Bramante

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III V
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IV.



     Qual de le forze sue si fida tanto
Che vincer crede Amor, Morte o Fortuna
Troppo s'inganna; ed io sol per quest'una
4Cagion, son posto a sempiterno pianto.

     Che sentendomi Amor dar questo vanto,
Nè vincermi potea con arte alcuna,
L'arme, del sangue mio vaga e digiuna,
8Per vil, sdegnato, la gettò da canto.

     Poi, tra sè mormorando, in terra scese:
Se tu il cuor credi aver fatto adamante,
11Ed io del sangue arò che sempre il lese. 1

     Indi mi apparve un sì gentil sembiante
Che con un guardo sol mi vinse e prese;
14Poi tornò in cielo ed io rimasi amante.


Note

  1. Le parole corsive sono quelle che non si trovano nell'edizione del Trucchi.