Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno/Amico lettore
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AMICO LETTORE.
Da che moglie si prese, è fatto accorto;
e Cacasenno in aria affatto di semplice e baccellone. Per unir insieme questi tre Soggetti, mi conviene fare una spezie di anacronismo, rispetto a Bertoldo, che non era vivo al tempo di Cacasenno, per quello si legge nel testo di Giulio Cesare Croce3, ma spero mi sarà perdonato dal benigno Lettore, come fu tollerato quello di Enea con Didone inventato con felicità da Virgilio, e seguitato con tanto applauso dal celebre Metastasio.
Io ho concepito il desiderio di porre in teatro tutta la famiglia delli Bertoldi, onde ho con essi introdotta la Menghina, moglie di Bertoldino, avendo lasciata in pace la veneranda Marcolfa, perchè niuna delle Signore Donne averebbe avuto piacere di avere un sì fatto nome, e di far la parte della nonna di Cacasenno.
Per salvar l’unità del luogo, fingesi che il re Alboino colla regina Ipsicratea, sua Consorte, sia passato a villeggiare nel suo Reai Palazzo di Bertagnana, territorio Pennese, e patria delli Bertoldi, come si legge nel Canto primo4, Ottava 19, dell’opera riferita.
L’unità del tempo è osservata, mentre nel giro di 24 ore può succedere quanto nella Favola si rappresenta.
L’azione consiste nell’arrivo delli Bertoldi al Palazzo del Re, e nel ritorno all’albergo loro.
L’amore del Re per Menghina è l’epissodio che li fa andare alla Corte; le gelosie della Regina e di Aurelio sua cognata è l’epissodio che li fa tornare alla campagna.
Le burle, ì travestimenti e le scioccherie di Cacasenno sono invenzioni per far ridere, che è l’unico oggetto di simili componimenti. Non mi son però servito delle inezie e puerilità descritte di Bertoldino dal Croce, e di Cacasenno dal Scaligeri5, sembrandomi quelle poco adatte alla proprietà del Teatro, ma ne ho ritrovate dell’altre, ricavate dal testo della mia testa, le quali se non piaceranno, non sarà colpa degli eroici Protagonisti, ma del Poeta.
A proposito del Poeta, fa egli la sua protesta, che le frasi e le parole poetiche non hanno a che fare col cuore Cristiano; e che, se ha fatto un cattivo libro, in dieci giorni non l’ha saputo far meglio.
Circa le arie, alcune sono figlie legittime e naturali del libro, altre adottate, altre spurie ed altre adulterine, per commodo e compiacimento de’ Virtuosi, onde ecc.
Note
- ↑ Allude al famoso Bertoldo con Bertoldino e Cacasenno in ottava rima ecc., che uscì a Bologna, per Lelio Dalla Volpe, nel 1736.
- ↑ Cioè Francesco Lorenzo Ciotti, cremonese.
- ↑ Le sottilissime astuzie di Bertoldo ecc. uscirono in principio del Seicento: l’ed. di Milano, per Pandolfo Malatesta, 1606, è finora la più antica che si conosca.
- ↑ Di don Giampietro Riva.
- ↑ Camillo Scaligeri della Fratta, cioè il padre Adriano Banchieri.