Azioni egregie operate in guerra/1675
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1675.
Il Montecuccoli, sollecito di mantenere le sue Milizie in sito abbondante di foraggio, giacchè nel luogo, dove accampava, tutto era consumato, si accinse a trasportarle nel Marchesato di Baden, Paese sin allora quasi totalmente intatto. Il disegno era di collocarsi in un poste, ove le montagne si avvicinavano al Reno, e la pianura di mezzo può facilmente chiudersi con trincee ristrette, e custodirsi con poca gente. Quivi sono le terre di Bihel, e di Stolofen, quelle medesime, ove a’ tre del corrente secolo il Principe di Baden vi alzò le famose linee, così dette di Bihel, e di Stolofen, rese insuperabili finchè esso fu colà. Il Montecuccoli chiamò a sè il Caprara colle di lui genti. Nel mentre poi ch’Esso andava recedendo a Bihel, vide comparirgli in faccia il Turena. Allora con estrema diligenza, e prestezza ritornò avanti contra di lui. Occupò il terreno più vantaggioso nelle vicinanze di Acheren, e di Saspac. Introdusse speditamente guarnigione rinforzata nella Chiesa di esso Saspac, attorniata da fossi, posto rilevante, e molto a proposito. Lo munì così bene, onde il Turena non giudicò conveniente l’espugnarlo subito a viva forza. V’appoggiò alcuni reggimenti per sostenerlo, e tutta l’armata schierò prontamente in ordine di battaglia. Piantò sù un Colle gagliarda batteria, e ne lasciò il governo al Principe di Baden. Nel tempo medesimo comparve il General Caprara co’ suoi, che immantinente distese dietro le siepi, ed alberi lungo un fiumicello assai profondo, che li separava da’ Francesi. Il Turena salito sù altra eminenza a visitare la batteria nemica, col disegno di stabilirne dirimpetto un’altra, fu colto da palla Tedesca spiccata a caso, la quale troncò un braccio del Signor di Sant’Ilario, con cui favellava, e percosse lo stesso Turena nel petto, levandogli la vita a’ 27 di Luglio. Chi de’ Francesi scrive, che lo gettasse da Cavallo, e chi vuole che il colpo, avendo perduta la forza nello spiccare il braccio al S. Ilario, percuotesse il di lui petto, e lo facesse traboccare d’avanti sull’arcione della sella.
Il Montecuccoli, preintesa la deplorabile disgrazia dell’estinto Maresciallo, perchè era non meno Cavaliere di spirito grande, che Generale egregio, pianse. E a chi l’osservò spargere lagrime, soggiunse, e replicò più volte: Compiango, nè potrò mai compiangere abbastanza un Personaggio, che faceva grand’onore al genere umano: un Personaggio superiore ad ogn’altro uomo. Indi favellando con enfasi, si estese in ampie lodi delle di lui grandi azioni, e del merito insigne, che lo rendeva degno di venerazione anche appresso i nemici. Così scrive il Francese Sig. di Cavagnac nelle sue memorie4. Pari generosità di animo ben di rado si ammira tra’ rivali, e competitori. Grandi onori, ed elogj magnifici furono celebrati alla immortale memoria del defonto da Sua Maestà, il Re Luigi, da’ Magistrati, e da’ più celebri Oratori. Il Cadavero fu depositato nella Cappella, destinata alle Tombe de’ Sovrani, e della Famiglia Reale.
Gl’Istorici Francesi, per seppellire tra’ trionfi le rimaste spoglie mortali del loro Gran Capitano, scrissero due presagj, usciti l’uno dalla di lui lingua, l’altro dalla di lui penna. Col primo dissero, che avendo il Turena osservata senza guardie una parte di certo piccolo fiume, per cui poteva facilmente insinuarsi addosso a’ Tedeschi, e combatterli con vantaggio, avesse assicurati altri Capitani confidenti, come era certo, di ottenere con una compita vittoria il frutto di quella penosa Campagna. Col secondo scrissero, come Esso il giorno avanti con lettera aveva dato parte al suo Re, come, ritirandosi gl’Imperiali, avrebbe certamente sconfitta la loro retroguardia. Questi pronostici non sembrano molto credibili, a chi noterà la prudenza del Turena, ben istruito della incertezza, che versa nell’esito de’ gran fatti d’arme. Tanto più che il Montecuccoli non era inferiore in nulla a lui. Per la Fanteria, alla riserva di alcuni valorosissimi reggimenti Inglesi al soldo Francese, quelli di Cesare potevano sperarsi superiori. La Cavalleria Alemanna, non inferiore in altre qualità aveva patito meno, e stava in forze migliori. Intorno poi a’ Generali subalterni non aveva il Montecuccoli che invidiare. Il Principe di Lorena, il Baden, il Caprara, il Dunevald, e altri più nelle molte Campagne, alle quali intervennero, fecero conoscere le loro insigni abilità, capaci di ben vincere. Se le sponde di quel piccolo fiume erano aperte in qualche sito, anche più addietro, sotto un’altura v’erano grosse guardie collocate in insidie a’ siti debiti, per cogliere in imboscate quelli, che v’entrassero. Nè è vero, che i Cesarei si ritirassero. Chi pianta batterie, regolarmente parlando, non medita di recedere più addietro. Oltre di che il Montecuccoli, quando seppe che il Turena s’inoltrava, esso pure si avanzò dalle vicinanze di Bihel ad Acheren e a Saspac, facendosi forte in quella Chiesa, il che indica, che non rifiutava il combattere. Anzi, se è vero ciò, che vien scritto dallo stesso Cavagnac, a lui disse il Montecuccoli, che la battaglia sarebbe seguita sicuramente. Tutto ciò si conferma dal riflettere, che dalla morte del Turena sino al sapersi di certo nel Campo Alemanno la di lui caduta, essendo trascorse due mezze giornate, pure in tutto questo tempo niuna mossa seguì nell’esercito Tedesco, come indica lo stesso Cavagnac.
Inconsolabili i Generali Francesi per l’acerba perdita, consultarono del come regolarsi. Entrò gara, per chi dovesse comandare in Capo. Il Vaubrun più anziano di promozione era ferito. Il Conte di Lorges era Nipote dell’estinto Turena. Concordarono di comandare alternatamente, e fare la ritirata. Il Montecuccoli veniva sollecitato a combattere da’ suoi Ufficiali, avidissimi di menar le mani. Ma Egli volle attendere, che i Francesi sloggiassero. La sera de’ vent’otto Luglio lo fecero essi, per guadagnare il ponte d’Alteneim, e ripassare il Reno. La ritirata fu degna di lode. Il Conte di Lorges seppe prevalersi di tutti i posti opportuni, che incontrava, come fosse, sponde di fiumicelli, ed altro. Si combattette per varj giorni. Gl’Inglesi, e gl’Irlandesi al soldo di Francia sotto il Conte d’Harailton operarono maraviglie di valore. Anche il Cavalier di Bouflers co’ Dragoni resistette bravamente. Ciò non ostante vi lasciarono de’ gran morti, e rimasero diminuiti assai; il che può comprendersi; poichè dopo il passaggio del Reno dovettero abbandonare la Campagna, e trincerarsi, là dove prima sotto il Turena si persuadevano di vincere: lasciarono la maggior parte dell’Alsazia in potere del Montecuccoli. E quantunque accresciuti di molte truppe col gran Principe di Condè, sfuggirono sempre il fatto d’armi. Nè è vero, che acquistassero Cannoni, e facessero più migliaja di prigioni. Perdettero molto bagaglio sulla strada. Vi fu ucciso il General Vaubrun con quantità considerabile di Ufficiali. Il Duca di Vandomo, allora giovinetto alla testa del reggimento di Sciampagna, fu ferito in una coscia. Tormentato dal dolore e vedendo cadere a terra Capitani, e Soldati non pochi sotto i suoi occhi per le gran salve nemiche, si tenne a lungo in piedi con coraggio, finchè venne meno per grave deliquio. I Generali Cesarei Scultz, Hanant, e Dunevald non cessarono di assalirli per più giorni, e d’inferire loro della Strage.
Il Montecuccoli, ottenuto il ponte di Argentina, s’impossessò di parecchi Castelli con la prigionia de’ Presidj. Colà ritrovata quantità di viveri, raccolta da’ Francesi, si mosse per dar loro battaglia. Erano comandati dal Duca di Duras altro Nipote del Turena. Ma scorgendoli chiusi tra forti ripari, si portò all’assedio di Hagenau. Dalla Fiandra con validi rinforzi era capitato il Principe di Condè, e si avanzava. Allora il Montecuccoli, sciolto l’assedio, marciò per incontrarlo. Però il Condè di nuovo si racchiuse tra due selve con alti parapetti di terra d’avanti. Il Montecuccoli, dirizzate batterie su un’altura, infestò gravemente il Campo Francese; perlocchè il Principe, mandati Guastadori, che con tagli d’alberi ingombrassero le strade, recedette in sito munitissimo a Scelestat5. Perdette però parte del bagaglio, e da cinquecento prigioni, nel perseguitarlo che fecero i Colonnelli Cesarei Dunevald, e Scultz. Il Montecuccoli passò all’assedio di Saverna. Ma nell’incamminarlo, giunsero lettere da Vienna che gli ordinarono di desistere. Di là si avanzò nelle vicinanze di Lauterburg, dove cominciò il blocco di Filisburgo.
L’Elettor Palatino, travagliato assai dal Presidio Francese di quella Piazza, aveva replicate gagliarde istanze, perchè si espugnasse. Non potuto eseguirsi l’attacco per i gran dispareri de’ Principi di Alemagna, i quali aspiravano ad altre imprese, si pensò almeno a restringerla. Il Generale Montecuccoli, rappresentò a Vienna, che si potevano bensì conquistare Saverna, ed Hagenau, ma non già conservarsi. Gli Alemanni nell’inverno volevano quartieri larghi, e comodi, nel qual tempo, e nella Primavera seguente, prima ch’essi ne uscissero, i Francesi, pronti a campeggiare in tutte le stagioni, le avrebbono riprese, per non essere molto forti, colla prigionia de’ Presidj. Così avvenne di poi nel presente secolo, quando il Principe di Baden guerreggiò al Reno. Consigliò per tanto il Montecuccoli, come miglior partito, che si collocassero grossi corpi di qua, e di là dal Reno, per rinserrare Filisburg, di cui nell’anno venturo si poteva terminare l’oppugnazione. L’Imperatore, esaminato l’affare, vi prestò l’assenso. Allora Egli occupò le terre di Lauterburg, di Veissemburg, ed altre di quel contorno. Ordinò, che queste fussero gagliardamente fortificate contra gl’insulti de’ Francesi.
Così giovarono a render impossibile qualunque soccorso a Filisburg. Il Generale Francese Signor di Rochefort, all’entrare della buona stagione, si avanzò per introdurvi vettovaglie. Il Principe Hermano di Baden, e il Generale Scultz, fatti forti a Veissemburg e contorni, gli tagliarono tutti gli accessi. Lo stesso praticò il Duca Carlo di Lorena nel tempo dell’oppugnazione praticata di poi contro a quella fortezza, e vi riuscì non ostante tutti i tentativi, messi in opera dal Duca di Lucemburg coll’esercito Francese nella ventura Campagna del