Libro primo - Capitolo VI
Piacque maravigliosamente questo luogo alle belle donne, il quale poi che da ciascuna di loro fu lodato, madonna Berenice, che per età alquanto maggiore era dell’altre due e per questo da esse onorata quasi come lor capo, verso Gismondo riguardando disse: - Deh come mal facemmo, Gismondo, a non ci esser qui tutti questi dì passati venute, ché meglio in questo giardino che nelle nostre camere aremmo quel tempo, che senza la sposa e la Reina ci corre, trapassato. Ora, poi che noi qui per lo tuo avedimento più che per lo nostro ci siamo, vedi dove a te piace che si segga, perciò che l’andare altre parti del giardin riguardando il sole ci vieta, che invidiosamente, come tu vedi, se le riguarda egli tuttavia.
A cui Gismondo rispose: - Madonna, dove a voi così piacesse, a me parrebbe che questa fonte non si dovesse rifiutare, perciò che l’erba è più lieta qui che altrove e più dipinta di fiori. Poi questi alberi ci terranno sì il sole, che, per potere che egli abbia, oggi non ci si accosterà egli giamai -.
- Dunque - disse madonna Berenice - sediamvici, e dove a te piace, quivi si stia; e acciò che di niente si manchi al tuo consiglio seguire, col mormorio dell’acque che c’invitano a ragionare e con l’orrore di queste ombre che ci ascoltano, disponti tu a dir di quello che a te più giova che si ragioni, perciò che e noi volentieri sempre t’ascoltiamo e, poi che tu ad essi così vago luogo hai dato, meritamente dee in te cadere l’arbitrio de’ nostri sermoni -.
Dette queste parole da madonna Berenice, e da ciascuna dell’altre due invitato Gismondo al favellare, esso lietamente disse: - Poscia che voi questa maggioranza mi date, e io la mi prenderò -.
E poi che, fatta di loro corona, a sedere in grembo dell’erbetta posti si furono, chi vicino la bella fonte e chi sotto gli ombrosi allori di qua e di là del picciol rio, Gismondo, accortamente rassettatosi e pel viso d’intorno piacevolmente le belle donne riguardate, in questa guisa incominciò a dire: - Amabili donne, ciascuno di noi ha udite le due fanciulle e la vagha damigiella, che dinanzi la Reina, prima che si levassero le tavole, due lodando Amore e l’altra di lui dolendosi, assai vezzosamente cantarono le tre canzoni. E perciò che io certo sono che chiunque di lui si duole e mala voce gli dà, non ben conosce la natura delle cose e la qualità di lui e di gran lunga va errando dal diritto camin del vero, se alcuna di voi è, belle donne, o di noi, che so che ce ne sono, che creda insieme con la fanciulla primiera che Amore cosa buona non sia, dica sopra ciò quello che ne gli pare, che io gli risponderò, e dammi il cuore di dimostrargli quanto egli con suo danno da così fatta openione ingannato sia. La qual cosa se voi farete, e doverete voler fare, se volete che mio sia quello che una volta donato m’avete, assai bello e spazioso campo aremo oggi da favellare -.
E, così detto, si tacque.