Arser gran tempo in Ciel d'ira e di sdegno
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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti d'alcuni arcadi più celebri/Filippo Ortensio Fabbri
IV1
Arser gran tempo in Ciel d’ira e di sdegno
Il Dio guerriero, e l’erudita Dea,
Chè un la man coltivar, l’altra l’ingegno,
Ei coll’armi, e coll’arti ella volea.
5Intanto d’armi ostili Italia segno
L’inesorabil Nume ognor facea:
E la placida Diva in ozio indegno
L’opre, e i talenti illanguitir vedea.
Quando un astro novello a mirar prese
10La più bella di Europa afflitta parte,
E di pace destò le antiche imprese.
Allor tornò nel prisc’onore ogni arte,
Tosto che il caldo de’ bei raggi intese,
E si strinsero in Ciel Minerva e Marte.
Note
- ↑ Per la Pittura, Scoltura, ed Architettura.