Aristide/Sonetto (A Linco Melliado Pastore)
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Carlo Goldoni - Aristide (1735)
Sonetto (A Linco Melliado Pastore)
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A LINCO MELLIADO PASTORE1.
SONETTO.
Linco, non ti stupir, se a te mio Drama
Dedico, e non a qualche alto soggetto,
fimo più tosto il tuo leale affetto,
Che nudrire nel seno avida brama.
Tu il sai per prova, ed io lo so per fama,
Ch’oggi ai Grandi un Poeta è poco accetto;
Ei consuma sui fogli il suo intelletto,
E spera in van mercede, e in vano esclama.
Erano, or più non son quei Mecenali,
Ch’oro davan per carmi, onde nel Mondo
Chiara spandean la loro fama i Vati.
Nella capanna mia vivo giocondo,
Canto sol per diletto, e degl’ingrati
All’aspetto deforme io mi nascondo.
Note
- ↑ Anagramma di Domenico Lalli: v. intestazione.