Cesare Pavese

Italo Calvino 1932 Indice:Pavese - Poesie edite e inedite.djvu poesie letteratura Antenati Intestazione 8 marzo 2024 100% Da definire

Il vino triste Tradimento
Questo testo fa parte della raccolta Poesie edite e inedite


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Antenati

Stupefatto del mondo mi giunse un’età
che tiravo dei pugni nell’aria e piangevo da solo.
Ascoltare i discorsi di uomini e donne
non sapendo rispondere, è poca allegria.
Ma anche questa è passata: non sono piú solo
e, se non so rispondere, so farne a meno.
Ho trovato compagni trovando me stesso.

Ho scoperto che, prima di nascere, sono vissuto
sempre in uomini saldi, signori di sé,
e nessuno sapeva rispondere e tutti eran calmi.
Due cognati hanno aperto un negozio — la prima fortuna
della nostra famiglia — e l’estraneo era serio,
calcolante, spietato, meschino: una donna.
L’altro, il nostro, in negozio leggeva romanzi
— in paese era molto — e i clienti che entravano
si sentivan rispondere a brevi parole
che lo zucchero no, che il solfato neppure,
che era tutto esaurito. È accaduto piú tardi
che quest’ultimo ha dato una mano al cognato fallito.
A pensar questa gente mi sento piú forte
che a guardare lo specchio gonfiando le spalle
e atteggiando le labbra a un sorriso solenne.
È vissuto un mio nonno, remoto nei tempi,
che si fece truffare da un suo contadino
e allora zappò lui le vigne — d’estate —
per vedere un lavoro ben fatto. Cosí
sono sempre vissuto e ho sempre tenuto
una faccia sicura e pagato di mano.

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E le donne non contano nella famiglia.
Voglio dire, le donne da noi stanno in casa
e ci mettono al mondo e non dicono nulla
e non contano nulla e non le ricordiamo.
Ogni donna c’infonde nel sangue qualcosa di nuovo,
ma s’annullano tutte nell’opera e noi,
rinnovati cosí, siamo i soli a durare.
Siamo pieni di vizi, di ticchi e di orrori
— noi, gli uomini, i padri — qualcuno si è ucciso,
ma una sola vergogna non ci ha mai toccato,
non saremo mai donne, mai ombre a nessuno.

Ho trovato una terra trovando i compagni,
una terra cattiva, dov’è un privilegio
non far nulla, pensando al futuro.
Perché il solo lavoro non basta a me e ai miei;
noi sappiamo schiantarci, ma il sogno piú grande
dei miei padri fu sempre un far nulla da bravi.
Siamo nati per girovagare su quelle colline,
senza donne, e le mani tenercele dietro la schiena.